SOCIETA
Comunicato Stampa

La vicenda Technapoli a rischio i posti di lavoro. Le responsabilità della Camera di Commercio di Napoli

12/03/18

Ritorniamo sulla vertenza Technapoli dopo alcuni commenti apparsi in rete e perché, dopo una prima riunione interlocutoria, oggi è previsto l’incontro tra i rappresentanti della Camera Commercio di Napoli, i responsabili di Technapoli e i sindacati, per trovare una soluzione alla vicenda dei lavoratori del Parco Tecnologico di Napoli e Caserta che non ricevono lo stipendio da oltre 6 mesi e rischiano di perdere il posto di lavoro.

FotoRicordiamo che Technapoli è un’azienda di proprietà per il 96% dalla stessa Camera di Commercio, nella proprietà partecipano le Università di Napoli e un privato che con una quota irrisoria presiede l’azienda.
Le conseguenze, del resto prevedibili, dello sciopero legittimo dei lavoratori di Technapoli Parco Tecnologico di Napoli e Caserta, espongono i responsabili dell’azienda e quelli della Camera Commercio di Napoli agli obblighi di legge previsti come Amministrazione Trasparente per tutti gli enti pubblici e a quelli per la fornitura dei servizi reali agli stessi iscritti alla CCIAA e all’intera cittadinanza.
Una nuova pagina web della Camera di Commercio in allestimento è apparsa in rete in queste ore prima dell’incontro sindacale, è evidente l’intenzione di oscurare la vicenda e condizionare la trattativa.
Se il management di Technapoli e la dirigenza della Camera di Commercio pensano di risolvere la vertenza con furbate dell’ultima ora, si rischia di complicare la vicenda, anche da un punto di vista legale.
Il punto, sostiene il sindacato, è che i funzionari della Camera di Commercio avrebbero deciso di assegnare a un ente privato esterno la gestione dei servizi che erano supportati da un’azienda praticamente di proprietà della stessa Camera.
Il disagio per gli utenti è quindi la conseguenza di queste scelte incomprensibili del management della Camera di Commercio e quello di Technapoli che destinerebbero al fallimento sicuro il Parco Tecnologico e al licenziamento dei suoi dipendenti.
La domanda legittima è perché allora una simile determinazione che provocherebbe uno sperpero di denaro pubblico e un rilevante danno sociale con la perdita di posti di lavoro?



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