ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Le pubblicità extra settore sul poker? In Francia spopolano, in Italia un fallimento

19/11/13

Le grandi società investono sul settore del poker in Francia mentre in Italia snobbano un mercato che invece è estremamente targetizzato e funzionale per il marketing e la comunicazione.

La Renault pare stia comprando molte pagine pubblicitarie sulle riviste di poker, la Nivea ha sviluppato una campagna pubblicitaria online. Sono solo due dei marchi che, nella vicina Francia, hanno compreso le potenzialità del gioco del poker live e online per promuovere i loro prodotti. Cosa che, in Italia, non ha mai preso piede riducendo a pochissimi esempi quelle aziende di settore che hanno saputo tirare fuori qualche valore daglli sponsor cosidetti 'extra settore'.
Eppure i numeri ci sarebbero. I poker players sono 2 milioni tra giocatori live e online? Ma a poker c'hanno giocato almeno tutti una volta nella vita in Italia. Comunque conoscono le regole base. Certo c'è anche da considerare un'immagine un pò offuscata dal solito antico retaggio della bisca e del fumo e di quelli che si rovinano giocando. Eppure i giocatori sono facilmente 'targettizzabili', sia sul web tra social network e siti di gaming o di informazione di settore e dal vivo nelle location in cui si giocano i grandi eventi.

GLI ESEMPI ITALIANI - L'unico grande investimento forse fu l'Infostrada Challenge di Nova Gorica organizzato da POKERItalia24 con tutti i team delle poker room italiane. Una visibilità televisiva che aveva attratto questo main sponsor che poi, però, non ripeté più l'investimento.
Sisal riuscì a costruire un pacchetto per le edicole con una compagnia telefonica. L'idea era quella di una chiavetta internet in grado appunto di far giocare i players online dappertutto.
Poi CHivas Regal che si era accostato alla figura di Luca Pagano e PokerStars cercando appunto di sfruttare l'immagine forte del poker.
Si sono avvicinate le grandi compagnie di pagamento online come Neteller e PayPal ma queste aziende vanno già considerate della filiera visto che fanno parte del processo di gioco dalla ricarica del conto alla riscossione delle vincite.
Per il resto nessuna compagnia di autovetture, né marche di abbigliamento se non quelle esclusivamente dedicate all'hold'em. Nessun brand di gioielli, meno che mai prodotti come la Nivea in Francia o di altro tipo.

LE RAGIONI DEL FALLIMENTO - Forse è mancato il giusto appeal per questi sponsor come un grande evento o un giusto mix tra visibilità e target da colpire. L'Infostrada challenge aveva ottime caratteristiche essendo un evento televisivo. Ma se neanche un canale come POKERItalia24 è riuscito ad attrarre centinaia di migliaia di euro di pubblicità extra settore qualche domanda dobbiamo porcela. Possibile che si tratti solo di errori commerciali? Eppure il poker dal 2008 in poi ha avuto una visibilità pazzesca. Ha investito tanto su tanti media nazionali, su tante major. Il feedback della pubblicità generalista è stato bassissimo, però.

LA FRANCIA FALLISCE NEL POKER MA VINCE NEGLI SPONSOR - Le room chiudono tartassate dall'erario francese ma le pubblicità sui media di settore vanno che è un piacere. Oltre a Nivea e Renault ecco spuntare fuori Orangina (in Italia nessuna bevanda si è avvicinata), Carslberg mentre il marchio di abbigliamento JAQK si apre uno sho sui Campi Elisi.
Tuttavia Nivea ha messo al centro del suo messaggio pubblicitario proprop la filosofia del poker mentre altre pubblicità sfruttano solo l'immagine riflessa di questa disciplina e lasciano intendere che la pubblicità poteva essere sostituito con qualche altro prodotto.

I DATI CHE SPINGONO ALLE PROMO - L'Arjel, l'authority francese di gaming online, ha fissato nella fascia maschile dai 18 ai 34 anni i players che giocano abitualmente a poker. Un target perfetto e definito che, con ottimi numeri di diffusione, può rappresentare un colpo sicuro per chi ha soldi da investire in comunicazione.
Anche in Italia abbiamo questi dati. Ma chissà perché, pur avendo un mercato molto più performante di quello francese, siamo indietro su questo aspetto molto grave.



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