Legge sul clima in Francia: verso la soppressione di alcune tratte aeree

L'Assemblea nazionale francese ha votato sabato scorso a favore della soppressione di alcune tratte aeree interne. Una tratta verrà chiusa se lo stesso tragitto si può fare in treno in meno di due ore e mezza.

Il treno come alternativa
Nel quadro della legge sul clima, i deputati hanno votato in prima lettura per abolire alcune rotte aeree nazionali se c'è un'alternativa in treno e in meno di 2h30.

L'obiettivo di questa misura è di ridurre i viaggi in aereo, che sono altamente inquinanti, e di incoraggiare l'uso di treni ad alta velocità. Così, i collegamenti tra gli aeroporti di Parigi e Nantes, Bordeaux o Lione sono interessati.

Saranno fatte eccezioni per i viaggi di collegamento che si riterranno esenti dalle restrizioni attuate.

Mentre la Convenzione sul clima dei cittadini chiedeva l'abolizione delle connessioni domestiche se l'alternativa è inferiore a 4 ore, la soglia di 2,5 ore è stata infine mantenuta. In effetti, una soglia di 4 ore avrebbe portato a disparità tra i territori. Secondo Jean-Baptiste Djebbari, il ministro delegato ai trasporti, una soglia di 4 ore "drenerebbe dei territori che sono spesso senza sbocchi sul mare, come il grande Massiccio Centrale". Sarebbe iniquo in termini di equità territoriale".

Una misura che è in discussione
Tuttavia, nonostante il voto dell'Assemblea Nazionale, i deputati sono ancora molto divisi su questa misura. Infatti, per i deputati ecologisti, la soglia di 2h30 non è sufficiente perché la Francia raggiunga i suoi obiettivi in termini di transizione ecologica. "Se mantenessimo il limite di quattro ore invece di due e mezzo, ridurremmo queste emissioni del 33%, il che aiuterebbe la Francia a raggiungere la sua ambizione climatica e a rispettare i suoi impegni internazionali, senza impedire alla gente di muoversi" spiega un deputato.

Altri deputati ritengono che la soglia di 2,5 ore sia già troppo alta. "Il settore aeronautico deve ovviamente modernizzarsi e diventare più verde. Tuttavia, questo cambiamento non deve avvenire a spese dei milioni di lavoratori che questa industria sostiene, soprattutto perché l'attuale crisi sanitaria non è usuale", ha detto un membro del Partito Socialista.