SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Leucemia Mieloide Cronica, a Cosenza un evento innovativo per raccontare la malattia. Negli ultimi anni nella Provincia forte aumento del numero dei tumori

10/07/17

Sabato 8 luglio Cosenza ospita “Le parole che abbiamo in comune”, incontro rivolto agli ematologi e ai pazienti con Leucemia Mieloide Cronica, promosso da Novartis in collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di Ematologia dell’Ospedale di Cosenza, tappa di un ciclo di eventi che hanno l’obiettivo di sviluppare il dialogo tra medici e pazienti, facendo emergere i loro vissuti emozionali

Fino a qualche anno fa la provincia di Cosenza era considerata un’isola felice rispetto all’epidemiologia dei tumori. Oggi non è più così: accanto all’annosa questione della migrazione sanitaria fuori Regione che sfiora il 37%, di recente si è assistito a un incremento di tumori, in particolare polmone, colon, stomaco, leucemie, che viene collegato ai fattori di rischio ambientali, e che allinea i tassi di incidenza di questo territorio alle aree industrializzate del Nord Italia. Per il 2016 le nuove diagnosi di tumore stimate nella provincia ammontano a circa 10.400 mentre sono circa 81.000 i cittadini che attualmente convivono con una diagnosi di tumore (dati AIRTUM 2016).
In questo scenario la buona notizia riguarda i progressi verso l’istituzione del Registro Tumori della Regione Calabria che, dopo Catanzaro e Crotone, ha ricevuto nelle scorse settimane il via libera a Cosenza, segnale importante per l’ulteriore sviluppo della Rete oncologica calabrese.
Sostenere i pazienti della provincia di Cosenza affetti da Leucemia Mieloide Cronica è l’obiettivo dell’evento “Le parole che abbiamo in comune”, in programma sabato 8 luglio a Cosenza, presso l’Italiana Hotels Cosenza, Via Panebianco 452, a partire dalle ore 9.30 fino alle 12.30.
L’iniziativa è promossa da Novartis in collaborazione con l’Unità Complessa di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza ed è la terza tappa di un ciclo di incontri in programma in tutta Italia.
Grazie a un format innovativo, in ogni incontro gli specialisti ematologi e i pazienti con Leucemia Mieloide Cronica si confrontano sulle parole chiave che caratterizzano le fasi del percorso di cura, condividendo i significati e le emozioni evocate da queste “parole comuni”. Un modo per abbattere le barriere tra medici e pazienti e costruire un rapporto di fiducia.
La Leucemia Mieloide Cronica è stata, tra le malattie del sangue, tra le prime a beneficiare della rivoluzione legata all’avvento delle terapie mirate che dall’inizio degli anni 2000 hanno aumentato la sopravvivenza e avvicinano sempre più la speranza della guarigione.
«Se negli anni Settanta la Leucemia Mieloide Cronica era a tutti gli effetti una patologia con breve aspettativa di vita, oggi le cose sono completamente cambiate – dichiara Massimo Gentile, Primario Facente Funzioni dell’UOC di Ematologia dell’Ospedale di Cosenza – al punto che un recente studio svedese su oltre 2.000 pazienti ha dimostrato come un paziente affetto da LMC oggi abbia un’aspettativa di vita uguale a quella di persone della stessa età senza questa malattia. Lo scenario quindi si è completamente rivoluzionato: da malattia mortale a malattia cronica che non altera la sopravvivenza. Tutto questo grazie agli inibitori delle tirosin-chinasi, che possono portare i pazienti alla remissione molecolare profonda e metterli in condizione addirittura di poter sospendere il farmaco, e nel caso in cui la malattia dovesse ripresentarsi permettere di ottenere una nuova risposta profonda».
Il Centro di Ematologia dell’Ospedale di Cosenza è la struttura di riferimento per l’ematologia dell’adulto per tutto il territorio cosentino e per alcuni Comuni limitrofi come Crotone e Vibo Valentia.
«Il nostro Centro è costituito da un reparto degenza di 16 posti letto per lo più frequentato da pazienti con leucemia acuta, da un day hospital/day service che accoglie linfomi e mielomi e dagli ambulatori dove afferiscono i pazienti con Leucemia Mieloide Cronica per le visite di controllo. L’attività clinica è svolta da un’équipe di 8 ematologi. Sono molte centinaia i pazienti seguiti, più di 80 quelli con Leucemia Mieloide Cronica di cui vediamo almeno 7/8 nuove diagnosi ogni anno», afferma Gentile. «Iniziative come “Le parole che abbiamo in comune” sono sempre benvenute dai pazienti e dai medici. Difatti il loro scopo è quello di ridurre le distanze tra curato e curante, di diffondere le conoscenze sulla patologia, sulle terapie più attuali, sulla gestione degli effetti collaterali dovuti ai nuovi farmaci e sulla possibilità di interrompere il trattamento».
La struttura, oltre a seguire l’attività clinica, si avvale di un laboratorio di diagnostica di II° livello che permette la diagnosi ed il monitoraggio della LMC, attraverso la determinazione del BCR/ABL. Tale laboratorio è dotato di personale altamente competente rappresentato da 5 biologhe e un tecnico laboratorista. La struttura si occupa anche di condurre studi di ricerca clinica e sperimentale, e partecipa a protocolli terapeutici nazionali e internazionali.
Oggi la Leucemia Mieloide Cronica può essere trattata anche con gli inibitori della tirosin-chinasi di prima, seconda e terza generazione, e in tal senso l’Unità Operativa Complessa di Ematologia dell’Ospedale di Cosenza ha maturato una grande esperienza, grazie ai quali è possibile raggiungere una risposta molecolare sempre più profonda che può mettere in condizione il paziente di poter sospendere la terapia.
L’iniziativa “Le parole che abbiamo in comune”, che l’Unità Operativa Complessa di Ematologia di Cosenza ospiterà domani, arriva sulla scia di altri progetti e incontri tra gli specialisti e i pazienti con Leucemia Mieloide Cronica, ed è quindi l’evoluzione naturale di un discorso già avviato con i pazienti sulla qualità della vita, sulla possibilità di sospendere la terapia e, in particolare, sul rapporto medico-paziente che viene coltivato perché alla base del lavoro di squadra e nell’interesse dello stesso paziente. Il dialogo e la vicinanza medico-paziente è fondamentale, secondo i clinici calabresi, per la gestione globale del paziente con LMC, per renderlo compliante, facilitarne l’esperienza con la malattia e le terapie e per soddisfare dubbi e bisogni.

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