EDITORIA
Comunicato Stampa

Lo scrittore Michele Sanvico pubblica la più completa ed esaustiva ricerca mai effettuata sulle origini della leggenda della Sibilla Appenninica

17/12/18

Un viaggio straordinario tra preziosi manoscritti, romanzi cavallereschi e antiche fonti letterarie che getterà nuova luce sulla genesi di un mito il cui fascino magico e irresistibile ha attraversato molti secoli

FotoMichele Sanvico, scrittore e narratore divenuto in questi anni il maggiore esperto della misteriosa leggenda concernente la Sibilla Appenninica, pubblicherà nei prossimi giorni una approfondita ricerca sulle vere origini dell'enigmatico mito che da molti secoli abita le vette dei Monti Sibillini.

La Sibilla Appenninica è menzionata per la prima volta all'interno di due opere risalenti al quindicesimo secolo, "Guerrin Meschino" di Andrea da Barberino e "Il Paradiso della Regina Sibilla" di Antoine de la Sale, ma la vera sorgente di questa leggenda, che per molte centinaia di anni ha incantato l'Europa intera, richiamando viaggiatori e visitatori fino alle isolate montagne dell'Appennino umbro-marchigiano, non è stata mai identificata.

Seguendo le tracce lasciate dal racconto leggendario della Sibilla nella letteratura del Medioevo, Michele Sanvico apre una nuova strada che permetterà di svelare il nucleo più genuino dell'antica leggenda. L'autore ha infatti condotto un'esaustiva ricerca su di una vasta raccolta di manoscritti contenenti poemi e romanzi, l'eredità culturale di un antico mondo cavalleresco, e le scoperte sono risultate essere di grandissimo interesse.

«La Sibilla Appenninica ha fatto la sua apparizione nel quindicesimo secolo, emergendo quasi dal nulla», ha dichiarato Michele Sanvico, autore italiano di narrativa e saggistica, «ma questa non è certamente l'intera storia. È possibile infatti rinvenire moltre tracce del suo passaggio nel corso delle precedenti centinaia d'anni, all'interno di più antichi romanzi cavallereschi, alcuni dei quali vergati da quello stesso Andrea da Barberino che fu l'autore di "Guerrin Meschino", e altri ancora facenti parte di una produzione letteraria che ha inizio nel dodicesimo secolo e arriva fino al quindicesimo. Naturalmente», prosegue Michele Sanvico, «il risultato, di massimo interesse, consiste nel fatto che nel corso del Medioevo la Sibilla non appare affatto con le sue sembianze finali, rivelando piuttosto una discendenza da un'illustre stirpe sia letteraria che connessa a secolari tradizioni orali: una linea familiare che è stata sottoposta, attraverso i secoli, a successive trasformazioni fino al momento dell'emersione della figura della Sibilla Appenninica».

Questa approfondita ricerca è stata effettuata da Michele Sanvico sui manoscritti originali risalenti al Medioevo, conservati presso la Bibliothèque Nationale de France, la British Library, la New York Public Library e altre illustri istituzioni sparse nel mondo. All'interno dei singoli articoli saranno offerte per la prima volta all'attenzione dei lettori meravigliose immagini tratte dalle pagine più rilevanti dei citati manoscritti, al fine di rendere viva la sensazione di una immersione piena e straordinaria tra le parole scritte sulla pergamena dagli antichi amanuensi.

Questa esaustiva investigazione, condotta in modo indipendente da Michele Sanvico e che non ha precedenti in questa forma, ha reso possibile il recupero e la citazione di vari lavori scientifici aventi ad oggetto la medesima tematica e oggi quasi del tutto dimenticati, tra i quali una ricerca pubblicata negli anni 1950 da Roger S. Loomis, una delle maggiori autorità nel campo della Materia di Bretagna e del ciclo arturiano: un articolo nel quale l'illustre studioso e professore americano evidenziò una serie di osservazioni e conclusioni che puntano al medesimo percorso oggi individuato con questa nuova ricerca.

«Lo scopo della mia investigazione», ha affermato Michele Sanvico, «è quello di scoprire la vera essenza del mito della Sibilla Appenninica: il nucleo più interno della sua antica leggenda. Voglio cercare di rimuovere tutte le sovrastrutture letterarie che sono andate a sovrapporsi a questo mito nel corso dei secoli, eliminando quegli strati concentrici che ne circondano e ne soffocano il cuore leggendario più autentico. L'obiettivo, assai audace, di tutta questa ricerca è quello di ripulire completamente la figura sibillina, spazzando via i molti elementi narrativi che sono stati aggiunti nel tempo al racconto leggendario, elementi che sono stati presi in prestito da altri e diversi miti».

Il piano di ricerca ipotizzato da Michele Sanvico non si ferma certo qui. La ricerca di prossima pubblicazione costituisce il secondo passo di un lungo viaggio all'interno del mito della Sibilla Appenninica, già iniziato nei mesi scorsi con la pubblicazione di un lavoro intitolato "Sibilla Appenninica: un viaggio nella storia alla ricerca dell'oracolo" e che proseguirà con una ulteriore serie di articoli che si spingeranno fino al nucleo più interno della leggenda.

Il fine ultimo dell'intera investigazione scientifica consiste nel liberare questa leggenda da ogni successivo mascheramento letterario, in modo tale da potere finalmente discernere, all'estremo termine della ricerca, il volto più antico e genuino della Sibilla: la vera natura della Sibilla degli Appennini.

Per ulteriori informazioni, visitate il sito dedicato al mistero del Monte Sibilla (http://www.italianwriter.it/TheApennineSibyl/TheApennineSibyl_SibylsCore.asp) e la pagina Facebook dedicata (https://www.facebook.com/MountSibyl/).



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