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Lo scrittore Roberto Alessandrini si racconta

02/02/22

Tra passato e presente sul blog liberileggendo.it

FotoQuando è scattata la scintilla che ti ha fatto scoprire la lettura e la scrittura?

Ho iniziato all’età di circa 12-13 anni. Già alle medie mi resi conto che mi piaceva scrivere. In me avvertivo un grande senso di libertà e sentivo che potevo esprimere ciò che provavo dentro. Quando in classe dovevamo affrontare la prova di italiano, io in genere, prediligevo la traccia a tema libero. Un giorno ebbi l’opportunità di raccontare i timori e le paure della mia infanzia. Ricordo benissimo la commozione della mia professoressa, che dopo aver letto il tema, decise di darmi un ottimo voto. Era entusiasta ed emozionata. Le mie parole le erano rimaste nel cuore e mi fece capire che avevo talento, incentivandomi a proseguire questo cammino. La passione per la lettura è venuta in seguito, leggendo alcuni libri di Gianni Rodari, che poi è diventato uno dei miei autori preferiti.

La tua famiglia sa che scrivi? Cosa ne pensano? Ti sostengono o no? Gli amici?

Si. Lo sanno e mi sostengono molto. Ricordo che da bambino, i miei genitori mi leggevano tante storie, creando un bellissimo dialogo e confronto. Le loro parole mi hanno donato una cosa importante: la speranza. La famiglia mi ha spronato a partecipare a diversi concorsi nazionali e internazionali, ed è così che ho avuto la possibilità di ricevere importanti riconoscimenti, ma anche di potermi confrontare con le persone. Mettere in discussione gli scritti e la mia personalità. Il loro pensiero è molto positivo in merito. Mi sono molto vicini. In particolar modo, devo ringraziare una mia cara amica, che mi ha fatto conoscere l’editore che oggi pubblica i miei libri.

Parlaci un po’ del tuo libro. Perché dovremmo acquistarlo?

“Per mille conchiglie d’argento” è una raccolta di racconti. Una lettura adatta a piccoli e grandi lettori. Più precisamente, dai sei anni in su. Se desiderate entrare nel mondo della fantasia, intessuto di storie avvincenti, di personaggi simpatici e di incontrare la leggerezza e il mistero che si nascondono nelle preziose verità, vi consiglio di sfogliare queste pagine. Perché ho raccontato delle storie e delle verità nelle quali molti lettori si sono ritrovati. Inoltre questa pubblicazione è nata come strumento di conoscenza e di condivisione per i più piccoli. Da un lato, per insegnargli alcuni aspetti della natura e farli riflettere in merito. Dall’altro, per coltivare una lettura condivisa tra genitori e figli; tra fratelli; tra nonni e nipoti. Un libro per l’infanzia e non solo, perché io ricordo le gioie, le paure e le difficoltà del mio cuore bambino e perché un bimbo ha bisogno di sognare e di imparare a camminare.

Descrivi il libro con due parole e spiega perchè.

Fantasioso e vero. Tramite l’immaginazione credo di aver comunicato aspetti che aiutano ad affrontare alcune reali difficoltà, per riuscire ad andare oltre.

Descrivi il protagonista con tre parole chiavi e spiega perché le hai scelte.

Semplici, puri e coraggiosi. Perché rispecchiano ciò che mi è stato insegnato.

Cosa ti ha spinto a scegliere quel titolo? Come lo hai scelto? Cosa ti ha fatto dire “questo titolo è perfetto”?

E’ il titolo di un racconto che fa parte della raccolta e che abbraccia tutto il senso del libro. Per questo motivo l’ho scelto. Inoltre Dacia Maraini ha voluto conferirgli, in qualità di Presidente di giuria, il Terzo Premio nel Concorso letterario internazionale “Speciale Infanzia 2017”.

Qual è il tuo personaggio preferito? Perché?

Il pescatore del racconto “Per mille conchiglie d’argento”. La gioia che il suo cuore respira, alla fine della storia, è qualcosa che ho provato spesso e che ogni volta vorrei riprovare… anche se non sono mai andato a pescare.

Se ti trovassi all’interno della storia chi vorresti essere?

Il bambino che dialoga con la farfalla.

I fatti narrati nel libro, sono in qualche modo legati alla tua persona, la tua vita o sei andata a braccio? Per esempio hai preso spunto dai luoghi della tua infanzia, situazioni che ti sono successe o hai inventato tutto?

Anche quando scrivo in terza persona, c’è sempre qualcosa di mio, del mio carattere, del mio sentire. Nei luoghi e nelle storie che racconto, ci sono diversi elementi autobiografici. Devo però ammettere che mi piace mettermi nei panni degli altri per capire le loro difficoltà e imparare ad amarle. Diciamo che, in questo libro, tramite alcune metafore, un po’ racconto me stesso e un po’ le storie di chi viene sempre messo in disparte...

Cosa ti aspetti dal tuo futuro? Vorresti far diventare la tua passione un lavoro? Perché si o perché no?

Mi auguro di poter continuare a raccontare storie emozionando i miei lettori, coltivando con loro un profondo dialogo, come ho fatto fino ad oggi. Anche se un giorno, dovesse diventare una cosa più importante, non potrei mai definirlo un lavoro, perché per me è una passione innata.





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