EDITORIA
Comunicato Stampa

Mare Forza 7: tempeste della giustizia italiana

15/12/10

La Casa Editrice "Prova d'Autore" pubblica "Mare Forza 7" di Michele Giardina, un libro che ha già ricevuto prestigiosi riconoscimenti e il "Premio Nazionale G.Merli 2010". L'autore indaga e traccia casi di "giustizia ingiusta" che hanno visto protagonisti personaggi noti e meno noti del territorio siciliano ed italiano. Leggere un libro è una passione. Passione gratificata dalla bravura dello scrittore che rivela il suo pensiero,anche attraverso uno scrupoloso studio di quello che vuole riportare. Il lettore apprende, si sorprende o riflette,ma certamente impara ed accoglie input per comprendere. Mare Forza 7 di Michele Giardina, scrittore e gionalista pozzallese,certamente ricopre il compito che compete ad un libro ben scritto.

Mare Forza 7 : tempeste della giustizia italiana

Tutti vorrebbero scrivere, molti lo fanno. Pochi sanno scrivere.
A quest’ultima "oligarchia" appartiene, senza dubbio, Michele Giardina che si conferma scrittore d’avanguardia e fine scrutatore della vita e dei suoi accadimenti, senza trascurare l’aspetto umano ed introspettivo dell’uomo.
Quando legge un libro, il lettore attento ed appassionato si aspetta, oltre che ad essere trascinato all’interno delle pagine, quel “quid” che fa la differenza nel panorama delle migliaia di “ fiumi di parole”. Quel “quid” che agisce nel suo interiore e lo spinge a riflettere e a porsi delle domande. Quando uno scrittore provoca questa reazione, allora è degno di essere chiamato tale.
Mare Forza 7 di Michele Giardina, non è solo un excursus dei “misfatti” della lacunosa giustizia italiana, non si limita al racconto di episodi databili nella storia socio-politica del nostro territorio, ma è anche un’indagine e una riscoperta di quelle che sono e dovrebbero rimanere le priorità dell’uomo contemporaneo per essere ancora definibile civile. Quelle priorità che devono attraversare l’animo di ognuno alla ricerca della personale identità umanistica. Metafore di vita, allegorie di comportamenti ed infine “perle di atavica saggezza” emergono,intra verba, da questo libro.
Il Mare Forza 7 è l’urto incontrollabile e violento della tempesta che travolge tragicamente uomini che, impotenti ed inermi, assistono a sconvolgimenti del proprio status. In poco tempo, un fulmineo batter d’ali ora di un Toddu, ora di una Lia, vedono distrutte carriere costruite a fatica negli anni, dignità offuscate da impalpabili nebbie di accuse poco fondate o costruite ad arte da un sistema giudiziario che pare rimandare la memoria agli oscuri tempi di un’inquisizione che, cambiato il nome, rimane sospesa in bilico sulla testa degli indagati, come spada di Damocle.
L’autore cita un pensiero di Mancaluso,scrittore e politico negli anni di Togliatti,Longo e Berlinguer,: “ L’accusa di voler inquinare le prove deve essere a sua volta provata. Spesso l’accanimento giudiziario di alcune procedure è dovuto al fatto che vogliono, costi quel che costi, avere sempre ragione. Ogni obiezione critica viene letta come un tentativo di delegittimazione” .
E, ancora, da un’indagine e/o processo dal quale si risulta essere innocenti, in cui ogni accusa è stata dimostrata infondata e tutto scivola in un semplice “caso chiuso”, ondulano le vertigini del protagonista: come cancellare l’onta subita- una "lettera scarlatta" ingiusta- che ha comunque stravolto la sua vita e i suoi affetti, come rimuovere quel tormento in cui ha naufragato per mesi o per anni insieme alla famiglia e agli amici ( molti dei quali si sono dispersi nel nulla). Il caso chiuso non risarcisce da un dolore che resta come indelebile cicatrice, non corrisponde con il riscatto dai sospetti e dai dubbi di gente poco incline all’intelligenza. Rinascere dalle ceneri equivale a scalare una ripida montagna, essendo portatori di handicap. Ecco l’aspetto umano che si cela dietro tutti i casi di giustizia ingiusta.
Il libro di Michele Giardina colpisce immediatamente il lettore già dalle prime righe : “ La società cammina sulle gambe di persone libere di sbagliare, perdonare, farsi perdonare. Non esiste il migliore. Ma l’uomo “ .“ Gli attori più intraprendenti, prima o poi riescono ad emergere “. “ Le ideologie sono contenitori vuoti. Da riempire con atti umani. L’appartenenza si conquista sul campo. Agendo senza pregiudizi “.
Chi non si rivede alle prese di piccoli abusi da parte delle forze dell’ordine, oggetti a subire sanzioni o verbali non necessari ? Cosa determina questo comportamento ? Un’osservazione coraggiosa e condivisibile :” l’uomo stupido è per la sua stessa natura privo di libertà. Privo della capacità di scegliere. Di discernere. Inoltre, senza possibilità di distinguere, non accumula esperienza”.
“Chiunque può sbagliare; ma nessuno, se non è uno sciocco, persevera nell'errore. Così citava Cicerone.Ed ancora risentiamo Oscar Wilde: ”L'esperienza è il nome che diamo ai nostri errori”.
Giardina traccia delle storie di giustizia legate a delitti passionali, riportando anche il cambiamento nel corso degli anni, dell’interpretazione delle pene legate a tali reati e conclude col dare la sua personale definizione dell’amore che, recita il suo migliore ruolo quando nella coppia esistono fattori più completi dell’attrazione e dell’infatuazione, come stima e interessi comuni, fedeltà ed attaccamento. Lascia il lettore a riflettere su un altro aspetto dell’amore: quello patologico che non collima con la normalità del rapporto di coppia.
Pausania nel “Simposio” di Platone sosteneva: “ E’ ignobile quell’amante volgare che s’innamora piuttosto del corpo che dell’anima; e del resto non può essere nemmeno costante, giacché è innamorato di qualcosa che costante non è “.
Nell’allegorico dialogo tra l’arbusto profumato e la Lia, l’autore ci regala la saggezza di un uomo che ha vissuto e vive la vita, studiato i classici del pensiero, il fondamento cristiano e filosofico del libero arbitrio e la certezza che il “ passato non può essere dimenticato ma corretto( Cicerone)”, la semplice accettazione di vivere la vita come un dono incommensurabile “ la vita scorre tra maree alte e basse, tempeste e temporali”.
Questo dialogo è un inno alla vita da vivere nella sua essenza, dimenticando “il superfluo. Lo spreco. Lo sciupio. Un’offesa a Dio.” "Spesso, guardando la quantità degli oggetti messi in vendita, Socrate diceva a se stesso: di quante cose posso fare a meno!"
L’autore ci esorta a ricondurre nella nostra anima cristiana un Dio dimenticato: “ Abbiamo perso il senso della pietà, dell’umanità, della benevolenza, della solidarietà, della fratellanza. Della giustizia. Siamo in un tunnel. Guai per tutti”.
Sull’esempio di Giorgio La Pira, cittadino nostrano santificato, conclude :” Pozzallo è il paese natale di Giorgio La Pira. Uomini come lui non nascono per caso. La città deve esserne onorata. Deve soprattutto riscoprire la vocazione per recitare il ruolo che le compete nel Mediterraneo e nel mondo “.
Non mancano nel libro spunti di liricità con descrizioni accurate: “ le case sottostanti, sotto i riflessi del sole al tramonto,sembrano anziane coppie teneramente sedute una accantoall’altra”.
L’intercalare in vernacolo siciliano dona al libro un prezioso arricchimento, un colore tipicamente siculo che a noi, isolani del Mediterraneo e di origine doc della sicilianità, piace trovare nell’immediatezza del linguaggio giardiniano.
Un libro, dunque, che si legge “ tutto d’un fiato “ e che, persino, sul finale rispetta le aspettative dell’attento lettore.

A noi dell’Associazione Culturale Incontri Mediterranei – Helios piace riportare, a tal proposito, un pensiero ciceroniano :”Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima”, che vuole essere un incitamento alla lettura di buoni libri, quale Mare Forza 7 è.

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Danila Iabichella (Responsabile Stampa Helios Med Onlus)
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