L’attività fisica nei malati oncologici
Attività fisica nei pazienti oncologici.
Una moderata e regolare attività fisica (praticata con le opportune cautele, ove sia possibile, a seconda della specificità del singolo caso) nei malati oncologici che abbiano concluso una chemioterapia avrebbe l’ulteriore effetto positivo di contrastarne i numerosi effetti negativi incidenti sull’intero organismo in particolare per quanto riguarda quelli inerenti all’apparato cardiocircolatorio.
L’approccio terapeutico verso il malato oncologico (escludendo -per ovvi motivi- i casi in cui, in virtù di certificata prognosi infausta, la terapia antitumorale sia meramente palliativa) dovrebbe consistere non solo nella prescrizione di un’adeguata e tempestiva terapia antitumorale, ma, tra le altre cose, anche nel saper, al meglio, consigliare e guidare il paziente nel ridurre, il più possibile, gli effetti dannosi anche a lungo termine -per nulla irrilevanti- di alcune terapie antitumorali (come soprattutto quelli legati alla chemioterapia) dovendo sempre attuarsi un approccio complessivo e ‘davvero’ multidisciplinare verso la sua malattia.
Per gli anzidetti motivi una regolare attività fisica, unitamente ad altre condotte salutari, resta anche in questi casi (come predetto ove possibile e con tutte le cautele a seconda della specificità del singolo caso) una buona ed efficiente pratica da attuarsi, potendo finanche aumentare, e sotto molteplici aspetti, l’efficacia delle terapie antitumorali, ma soprattutto potendo, certamente, ridurne gli effetti negativi finanche quelli a lungo termine.
Stefano Ligorio.
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