ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Mostra Fotografica MASSIMILIANO GATTI: CONFINI INVISIBILI

07/01/13

La mostra propone cinque serie diverse di fotografie di Massimiliano Gatti, realizzate durante i suoi soggiorni in Medio Oriente, al seguito di missioni archeologiche. In tutte si percepisce una forte volontà a far riflettere sulla vera situazione attuale in queste terre, prevaricando le nostre conoscenze limitate e parziali.

RBcontemporary presenta dall’8 febbraio al 29 marzo 2013 in Foro Buonaparte 46 a Milano, CONFINI INVISIBILI, la personale del fotografo Massimiliano Gatti.

La serie Limes – limite, confine – è un’interpretazione personale dello spazio reale. Una rielaborazione del concetto di soglia, defunzionalizzata per diventare cornice ma conservando il suo limitare l’immagine nell’immagine. La finestra, divenuta inquadratura, circoscrive e rende nuovo il paesaggio. Si crea una nuova totalità, delimitando, ma anche mostrando si ha un raddoppiamento dell’immagine.
In contrapposizione con questo svelare si trova la serie L’invisibile dentro. Qui le finestre si fanno soggetto, barriere che separano l’esterno dall’interno. Si legge qui una chiara metafora della nostra possibilità di conoscere le reali vicende siriane. Si può percepire ma non vedere chiaramente. Per Gatti quella di raccontare la situazione Medio Orientale è un’urgenza, ma sa farlo con un approccio discreto e uno sguardo delicato. Spinge a riflettere senza imporsi.

La luce del deserto chiara e splendente irrompe nelle fotografie della serie Rovine dove resti imponenti e solenni di un passato glorioso catturano gli occhi e la mente tanto da essere alla base dell’estetica del Sublime. Forme classiche perfette, provate dal tempo e dall’uomo, testimoniano una prosperità e armonia in netto contrasto con la contemporaneità frammentaria e violenta. La fotografia è strumento per far memoria del passato che possa essere nutrimento per il presente. Fotografie perfette, solari, silenziose, non c’è presenza umana eppure il paesaggio ne è pervaso. Non ci sono testimonianze dirette della controversa situazione attuale ma sono vissute, impregnano la realtà raffigurata.
Immagini leggere e colorate sono anche quelle della serie Terra Promessa dove piccoli oggetti personali, che accompagnano Gatti nella sua vita di viaggiatore, sono posati su mappe colorate del Medio Oriente. La terribilità delle immagini si svela però da una più acuta osservazione dove si può riconoscere che i confini disegnati non rispecchiano quelli reali. Non c’è una rappresentazione obiettiva del mondo.

E infine la serie The Dark Side, presentata qui per la prima volta, dove Gatti scandaglia in profondità l’animo umano fotografando disegni e tracce lasciate sui muri di case proibite ai margini delle città. Luoghi in cui, nascosti agli occhi della pudicizia sociale, vengono sfogate pulsioni viscerali, desideri repressi. Le immagini, stampate in negativo, registrano figure bestiali, annotazioni istantanee, oscure, senza porre un giudizio. Testimoniando solo una traccia di presenza umana.

Per Gatti farsi testimone della realtà Medio Orientale è un’esigenza, un gesto etico che evidenzia, nel suo splendido stile rispettoso, la sua intensa e affettuosa tensione conoscitiva verso il mondo siriano e arabo.
Un nuovo modo di raccontare il Medio Oriente in punta di piedi nella sabbia.

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