ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Mostra "Van Gogh. Tra il grano e il cielo"

03/11/17

7 ottobre 2017 - 8 aprile 2018, Vicenza, Basilica Palladiana

FotoDal 7 ottobre fino all’8 aprile 2018 la Basilica Palladiana di Vincenza ospita la Mostra "Van Gogh. Tra il grano e il cielo".

“E' come entrare nel laboratorio dell’anima di Van Gogh”. (Marco Goldin, curatore della mostra).

Dal 7 ottobre fino all’8 aprile 2018 la Basilica Palladiana di Vincenza ospita la Mostra "Van Gogh. Tra il grano e il cielo", curata da Marco Goldin.

129 opere del pittore olandese, 43 dipinti e 86 disegni, dall’autunno del 1880 nelle miniere del Borinage, in Belgio, fino all’autunno del 1885 a conclusione del fondamentale periodo di Nuenen.

Nel grande plastico di circa 20 metri quadrati, presente alla mostra, si può ammirare la ricostruzione della casa di cura per malattie mentali di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy, dove Van Gogh scelse di ricoverarsi dal maggio 1889 al maggio 1890.

Con un allestimento innovativo, che unirà la bellezza di così tante opere alla ricostruzione della sua vita,
Marco Goldin coniuga, in modo emozionante, i capolavori della pittura e del disegno con la proiezione della vita, resa in un vero e proprio film della durata di circa un'ora.
Un filmato creato per la circostanza, proiettato a ciclo continuo in una sala al termine del percorso della mostra stessa, nella Basilica Palladiana.

“E' come entrare nel laboratorio dell’anima di Van Gogh”.
(Marco Goldin, curatore della mostra).


Facendosi aiutare dalle fondamentali lettere che Vincent inviava, in modo particolare al fratello Théo, ma non solo, come fogli di un diario, viene costruito il vero e proprio filo conduttore della mostra, perché attraverso le parole si possa penetrare fino in fondo nel mistero struggente della bellezza di un cammino artistico improntato sul tema della visione che dà su un esterno da sé, che sempre di più diventerà, fino a morirne, l’interno di sé.

"L'affettività è fondamentale nel cammino di vita": un messaggio che si coglie con la prima lettera all’inizio del percorso visivo, riconfermato a chiusura della mostra, con la proiezione del film che conduce lo spettatore nei luoghi vissuti e amati dal pittore.

L’ anima rappresenta il progetto .che pur essendo diverso per ciascuno di noi ,darà sempre una pianta perfetta nella sua bellezza, attraverso l’amore.
“Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione”( Van Gogh).

«La vita di un uomo consiste negli affetti che maggiormente lo sorreggono» (San Tommaso).

L'affetto non è, quindi, sinonimo semplicemente di «sentimento», ma definisce il legame provocato dal fascino della bontà, della verità e dell'amore.


Vincent Van Gogh, da una lettera al fratello Theo, Luglio 1880:

"C'è fannullone e fannullone. C'è chi è fannullone per pigrizia o per mollezza di carattere, per la bassezza della sua natura, e tu puoi prendermi per uno di quelli. Poi c'è l'altro tipo di fannullone, il fannullone per forza, che è roso intimamente da un grande desiderio di azione, che non fa nulla perché è nell'impossibilità di fare qualcosa, perché gli manca ciò che gli è necessario per produrre, perché è come in una prigione, chiuso in qualche cosa, perché la fatalità delle circostanze lo ha ridotto a tal punto; non sempre uno sa quello che potrebbe fare, ma lo sente d'istinto: eppure sono buono a qualcosa, sento in me una ragione d'essere! So che potrei essere un uomo completamente diverso! A cosa potrei essere utile, a cosa potrei servire? C'è qualcosa in me, che è dunque? Questo è un tipo tutto diverso di fannullone, se vuoi puoi considerarmi tale. Un uccello chiuso in gabbia in primavera sa perfettamente che c'è qualcosa per cui egli è adatto, sa benissimo che c'è qualcosa da fare, ma che non può fare: che cosa è? Non se lo ricorda bene, ha delle idee vaghe e dice a se stesso: "gli altri fanno il nido e i loro piccoli e allevano la covata", e batte la testa contro le sbarre della gabbia. E la gabbia rimane chiusa e lui è pazzo di dolore. "Ecco un fannullone" dice un altro uccello che passa di là, "quello è come uno che vive di rendita". Intanto il prigioniero continua a vivere e non muore, nulla traspare di quello che prova, sta bene e il raggio di sole riesce a rallegrarlo. Ma arriva il tempo della migrazione. Accessi di malinconia – ma i ragazzi che lo curano nella sua gabbia si dicono che ha tutto ciò che può desiderare – ma lui sta a guardare fuori il cielo turgido carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità. "Io sono in gabbia, sono in prigione, e non mi manca dunque niente imbecilli? Ho tutto ciò che mi serve! Ah, di grazia, la libertà, essere un uccello come tutti gli altri!". Quel tipo di fannullone è come quell'uccello fannullone. E gli uomini si trovano spesso nell'impossibilità di fare qualcosa, prigionieri di non so quale gabbia orribile, orribile, spaventosamente orribile... Non si sa sempre riconoscere che cosa è che ti rinchiude, che ti mura vivo, che sembra sotterrarti, eppure si sentono non so quali sbarre, quali muri. Tutto ciò è fantasia, immaginazione? Non credo, e poi uno si chiede "Mio Dio, durerà molto, durerà sempre, durerà per l'eternità?". Sai tu ciò che fa sparire questa prigione? È un affetto profondo, serio. Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione per potere sovrano, per grazia potente. Ma chi non riesce ad avere questo rimane chiuso nella morte. Ma dove rinasce la simpatia, lì rinasce anche la vita.“

7 ottobre 2017 - 8 aprile 2018, VICENZA, Basilica Palladiana

La monografica sul pittore copre tutto l'arco della sua produzione, dal 1880 al 1890 e presenta tra l'altro fondamentali esempi relativi al disegno, ambito imprescindibile per Van Gogh.

Negli spazi della mostra viene proiettato anche il film documentario su Van Gogh* realizzato da Marco Goldin e da Linea d'Ombra.


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Maura Capanni (Corrispondente settore cultura)
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