ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Nasce il Comitato degli imprenditori per il SI

23/05/16

Secondo il presidente Andrea Pieralisi questa è l'ultima spiaggia

FotoL’ultima spiaggia

Nasce in sordina, un po’ come tutte le cose nelle Marche, terra di lavoratori instancabili, di gente concreta, il primo comitato degli imprenditori per il sostegno del SI, alla sfida referendaria fissata per l’ottobre di quest’anno.
Una sfida che sa di ultimatum da parte del Premier Renzi, che evidenzia un malessere che ha fatto sempre parte del DNA della politica italiana, quei “vorrei ma non posso” che è da sempre stato un alibi per molti . Un’azione forte, incisiva che ha spiazzato gli avversari, da qualsiasi parte siano, interni ed esterni al PD.
Forse è questo modo di procedere lontano dalla norma, dalle abitudini, che piace.
Questo atteggiamento attivo, attento al cambiamento comune a chi è giovane, che fa di questo comportamento un valore.
Ci ha provato Berlusconi, ma non ci è riuscito, circondato da pachidermiche strutture contenenti vecchi politici riciclati; Renzi, invece con la sua forza comunicativa di una semplicità disarmante, ha cercato di smarcarsi subito da questa situazione, anche se le resistenze sono tante.
Forse è questo che piace agli imprenditori e che li ha convinti ad uscire dal solito atteggiamento attendista. “Uscire allo scoperto, per non morire”
Andrea Pieralisi vulcanico ed intraprendente presidente del comitato lo voleva chiamare
“l’ultima spiaggia” e forse aveva ragione, questa volenti o nolenti, con tutti i limiti imposti dalla situazione contingente, è veramente l’ultima occasione per cambiare qualcosa in questo paese ingessato dai “buricrati”. Cambiare, forse con una modifica alla costituzione non perfetta, ma si sa la perfezione non è di questo mondo e ancor meno la perfezione attiene alla politica italiana, ma cambiare, per non capitolare ed affondare definitivamente nel pantano della politica vecchia maniera.
Se non cambieremo ora cosa accadrà?
Sicuramente perderemo l’ultimo treno e chissà quando se ne riparlerà, sicuramente i nostri figli non vedranno concretizzarsi il sogno di cambiare qualcosa che ci permetta di vivere in un paese moderno degno del termine “avanzato”.
Renzi, sottovalutato da tutti, con quella sua aria apparentemente sonnecchiosa ha dimostrato una lungimiranza politica non comune, ha messo in castagna politici navigati come Dalema e Bersani, li ha messi nell’angolo e li ha costretti a convergere sulla sua posizione, li ha costretti a condividere il sogno. Probabilmente il SI troverà avversari nello stesso PD, ma questo lui il Premier lo ha già messo in conto.
La resa dei conti ha una dimensione ancora più ampia se si pensa che le opposizioni si sono tutte schierate, a partire dall’ex premier Berlusconi, per il no. Paradossale la posizione dei cinque stelle, che predicano il cambiamento e poi quando questo momento arriva, saltano sul treno della retorica, del no detto a priori.
Se dovessero vincere i SI sarebbe bello vedere come reagirebbero i detrattori del governo, cinque stelle compresi, con quale faccia si presenterebbero all’elettorato, dopo che Renzi li ha messi con le spalle al muro, sfidandoli. Lui ha detto: “se non vinco me ne vado” ma un fine analista comprende subito che questa frase non è per lui, ma per i suoi avversari: se perdete, voglio vedere se avrete il coraggio di andarvene o rimarrete imperterriti attaccati alle poltrone.
Con una mossa il fiorentino li ha messi tutti all’angolo, costringendoli ad una opposizione ovviamente strumentale conseguentemente sterile; non c’è che dire, una mossa da maestro.
Gli imprenditori, non hanno sicuramente fatto queste valutazioni, loro non masticano di politica, di strategie, di equilibri, ma hanno percepito la reale volontà di cambiare, di aprire la finestra di questa stanza in cui l’aria è ormai stantia da decenni.
Non vogliono sentirne di partiti e strategie, vogliono parlare di futuro, di un futuro che i nostri figli possano vivere appieno ed in libertà.
Speriamo che il messaggio passi, speriamo che al di la delle “nostalgie” di alcuni, non passi l’idea del vecchio, della conservazione travestita da storia d’Italia, di Padri fondatori e così via.
“I tempi sono cambiati”. Vero, proprio per questo motivo bisogna cambiare ritmo e adeguarsi ai tempi di una globalizzazione dove quello che è ora non lo sarà tra un’ora.
Il futuro è qui e lo stiamo vivendo, a ciascuno di noi è dato scegliere, tra un paese proteso in avanti o rannicchiato su se stesso.
Che a voi piaccia o meno, ha ragione Pieralisi, questa è veramente “l’ultima spiaggia”.

Domenico Gioia

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