ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Ne “La memoria della materia” spicca l’opera ultima di Carmela De Lucia

26/11/18

La mostra pittorica si è tenuta al Centro D’Arte San Vidal di Venezia dal 3 al 15 novembre

FotoSi è tenuta dal 3 al 15 novembre “La memoria della materia” al Centro D’Arte “San Vidal” di Venezia. Una mostra collettiva formata da ventuno artisti contemporanei con le loro opere innovative pittoriche a confronto, alla presenza di esperti e critici d’arte. Fra queste opere spicca “La venere e il pagliaccio”, espressione pittorica di recentissima realizzazione della artista napoletana Carmela De Lucia, già attivamente partecipe in mostre, gallerie e concorsi che le hanno dato non poche soddisfazioni e tanti riconoscimenti. “Come Baudelaire attraverso la figura di un pagliaccio chiede alla Dea della bellezza di raggiungere l’arte” dichiara la autrice dell’opera, “cosi in maniera inversa la pittrice chiede sotto le spoglie di una Venere tutta umana di sentire e raggiungere l’Arte che nel quadro viene rappresentata da un buffone simbolo di illusione.”

Le opere sono state esaminate dal prof. Siro Perin, celebre esperto e critico d’arte, collaboratore di centri culturali, nonché organizzatore di svariati eventi artistici presso Centri d’arte, comuni e gallerie non solo nella città veneta, ma in tutta Italia, presentando numerose mostre collettive e personali di noti artisti nazionali e internazionali.

Non è mancata la sua oculata recensione nei confronti del quadro della De Lucia, pubblicata anche su importante testate nazionali a seguito della chiusura della mostra: “La venere e il pagliaccio, un quadro che può essere interpretato come un enigma. Una donna distesa ci rivolge le spalle e ha di fronte a sé un pagliaccio stante su di un basamento. Un vero monumento alle maschere, a chi ha la capacità di ingannare con un sorriso e di far sorridere, nascondendo dietro al trucco l’inganno o, più semplicemente, l’autenticità senza filtri. La donna, che incarna bellezza, sensualità e maternità, ci rivolge le spalle perché non è più la protagonista anzi, guarda al fantoccio simbolo oramai di un’epoca, divinizzato ed eretto ad eroe di una società già ampiamente ingannata con bugie e falsità.”

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