Nei paesi del G7, un cittadino su sei dichiara di aver perso almeno metà del proprio reddito a causa del Coronavirus

• Oltre un terzo (37% nei G7 - in Italia il 46%) delle persone dichiara di aver subito riduzioni del proprio reddito personale. Il 22% degli italiani dichiarano inoltre di aver perso la metà o più del proprio reddito personale • L’8% dei cittadini dei paesi del G7 ha perso interamente il proprio reddito a causa del covid19 • Una persona su 5 (22%) non crede che si tornerà alla normalità prima di luglio/agosto, con un ulteriore 49% di popolazione che crede che l’attesa sarà ancora più lunga
del 20/04/20 -

Nella seconda wave dello studio sull'impatto del coronavirus sulla società e sulla popolazione dei paesi del G7, Kantar, azienda leader in ricerca e insight, ha rilevato che i livelli di approvazione dell’operato del governo sono in calo con livelli di soddisfazione e di insoddisfazione che praticamente si pareggiano (rispettivamente 42% e 44%), evidenziando che l’opinione pubblica nei G7 è equamente divisa su questo tema. In Italia, però la situazione sembra essere più chiara per i cittadini: il 62% sembra soddisfatto del Governo, mentre solo un 30% non lo è.

I risultati della ricerca, che si è svolta tra il 9 e il 13 aprile, evidenziano inoltre:
- Nei paesi del G7, l’approvazione della risposta del governo alla pandemia è scesa di 4 punti percentuali (arrivando al 50% - fortemente/abbastanza approvato). In Italia il 71% (-5 rispetto a Marzo) approva l’operato del Governo. L'approvazione è più bassa negli Stati Uniti (46% -7), Francia (43% -18) e Giappone (30% -5)
- Il 72% (+ 1 rispetto a Marzo) delle persone nel G7 afferma che il proprio reddito personale è stato o sarà influenzato dal Coronavirus. I dati sono più alti in Italia (85%), Canada (77%) e USA (75%)
- Tra coloro che dichiarano che i propri redditi sono già stati colpiti (37% - in Italia il 46%), il 44% dichiara di averne perso la metà o anche di più (in Italia il 48%). Ciò equivale al 16% delle persone nel G7 (in Italia equivale al 22% dei cittadini italiani)
- Nei paesi del G7, solo il 21% pensa che ci sarà un ritorno alla vita normale in aprile, maggio o giugno 2020, mentre il 72% pensa che ci vorrà più tempo.

Lo studio è stato condotto online, per rispettare i protocolli di distanza sociale. Ha indagato l’atteggiamento personale, l’influenza del Covid nel contesto finanziario e domestico, la comprensione e l’accettazione delle indicazioni del governo, l’approvazione delle misure del governo, la fonte di informazioni più attendibile e la percezione dei potenziali interventi di contrasto al virus.

Inoltre:
Rispetto ai risultati della prima wave dello studio condotto nel G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Gran Bretagna e USA) fra il 19 – 21 Marzo; pubblicato il 25 Marzo
Totale dei cittadini che hanno risposto alle domanda ‘Secondo lei quanto ci vorrà perchè [IL SUO PAESE] si riprenda e i cittadini possano ritornare ad una vita normale?’ Con Luglio/Agosto (22%), Sett//Ott (15%), Entro la fine del 2020 (15%), Non prima del 2021 (15%), Mai (3%)

Con il progredire della pandemia, la valutazione dell’operato del governo si divide tra coloro che esprimono soddisfazione e coloro che non approvano la politica di risposta del proprio governo
Nei paesi del G7, il 42% dei cittadini pensa che le misure intraprese dal proprio governo siano state giuste e adeguate, mentre il 44% ritiene che non siano state abbastanza efficaci nel combattere la pandemia. In Italia, il 62% considera adeguate le misure attivate, mentre il 30% ritiene non siano state abbastanza efficaci
In particolare, il 74% dei cittadini giapponesi non crede che il proprio governo sia stato in grado di rispondere adeguatamente.

Alla domanda riguardo la fiducia nel proprio governo di prendere le giuste decisioni per il futuro, il 54% (-5) delle persone afferma di fidarsi, rispetto al 40% (+5) che non lo fa. Il 6% non sa cosa rispondere. Sembra che la fiducia si stia erodendo: anche in Italia, che registra un 61% (nella prima wave avevamo però il 67% di cittadini che riponeva fiducia nel Governo per il futuro)

Le persone continuano a considerare più rilevante la salute pubblica rispetto all'economia, nonostante gli impatti economici personali siano stati evidenti in tutto il G7, evidenziando che i Governi sembrano mediamente troppo focalizzati sugli aspetti economici. Oltre un terzo dei cittadini del G7 (36%, +7) pensa ancora che il proprio governo stia dando troppa attenzione all'economia del paese e non stia facendo ancora abbastanza per garantire la salute delle persone. Il 19% (nessun cambiamento rispetto a Marzo) ritiene che invece si stia ponendo troppa enfasi sull’aspetto sanitario e non abbastanza su quello economico. Un terzo (33%, -4) ritiene che ci sia un giusto equilibrio e il 13% (-2) non lo sa.
In Italia però i numeri sono un po’ diversi (pressochè invertiti): il 18% pensa che il Governo sia troppo focalizzato sugli aspetti economici, il 31% (+8 punti) troppo focalizzato sugli aspetti sanitari, con un 41% (-4) che considera ci sia un giusto equilibrio fra i due aspetti nelle politiche del governo.

Il 48% dei cittadini del G7 (il 38% in Italia) ritiene che il sostegno fornito dal governo per fronteggiare la perdita economica sia molto o comunque abbastanza buono. Il 46% tuttavia (il 58% in Italia), lo ritiene scarso o del tutto inefficace. Le valutazioni sono state più positive in Canada (77%) e nel Regno Unito (70%).

Allo stesso modo, il 45% degli intervistati nel G7 (ed il 65% in Germania ma solo il 32% in Italia) valuta le azioni del governo per tutelare le aziende chiuse o in perdita come molto o abbastanza buone, contro un 47% che le considera insufficienti.

Sguardo al futuro

- Una persona su 4 nei paesi del G7 (26%) pensa che quando il dilagarsi della pandemia sarà finito, il modo di vivere delle persone sarà del tutto diverso. Questo dato è molto alto soprattutto in Italia (34%) e negli USA (29%)
- Quasi 4 persone su 10 (38%) pensano che la propria economia nazionale, una volta conclusa l’emergenza, sarà completamente diversa. Coloro che ne sono più convinti sono gli italiani, al 55%
- Una persona su 4 (24%) pensa che il proprio sistema di previdenza e tutela sociale sarà completamente nuovo/diverso quando la pandemia finirà. Anche qui, i dati più alti riguardano l’Italia (30%) e gli USA (29%)

Commentando i risultati della ricerca su oltre 7000 cittadini, Michelle Harrison, CEO CEO di Kantar - Public Division, ha dichiarato “Misurare l'impatto economico che il COVID-19 ha avuto sia livello personale sia in termini di (impatto) influenza/contesto economico, e comprendere i livelli di sostegno e approvazione dell’operato dei governi tra i cittadini, è fondamentale affinché i governi stessi possano essere in grado di rispondere e pianificare il futuro, cosicché le società possano riprendersi in modo sostenibile. Mentre la pandemia continua e le azioni dei governanti vengono messe alla prova, questo studio fornisce un punto di vista unico sull’evoluzione dell’opinione pubblica nei diversi Paesi: i cittadini del G7 considerano ancora prioritaria la salute e la tutela del sistema sanitario, prima ancora della tutela del sistema economico, nonostante l’impatto reale del Covid sulle proprie finanze personali si stia già facendo sentire. La situazione Italiana è un po’ diversa, anche a seguito della chiusura totale. I programmi di Social Response and Recovery di Kantar supportano i governi di tutto il mondo per comprendere l'impatto della pandemia, sviluppare nuove politiche di risposta e pianificare una ripresa resiliente ".

Altre evidenze:

Fiducia nei media
• La tv rimane come la fonte di notizie considerata più affidabile per quanto riguarda il virus in
Giappone (46%, stabile), Italia (35%, -2), Francia (34%, +1), Germania (33%, +2 ).
• In Gran Bretagna, governo e politici (28%, +4), notiziari TV (28%, stabile) sono considerati ugualmente come la fonte più affidabile di informazioni utili e il 30% (+3) delle persone in Canada pensa che governo e politici siano i più affidabili.
Negli Stati Uniti, il sistema di assistenza sanitaria è considerato il più affidabile al 31% (nessun cambiamento rispetto a Marzo)

Come si sta vivendo la pandemia nei diversi segmenti di popolazione
• I cittadini più giovani (età compresa tra 16 e 34 anni) sono quelli che probabilmente hanno subito il maggior l’impatto del Covid19 sulle proprie finanze. Lo dichiarano il 45% di coloro che hanno tra 16 e 34 anni, rispetto al 35% di età compresa tra 55 e 64 anni e al 21% di età pari o superiore a 65 anni.
• Le persone anziane ritengono con maggior probabilità che i propri governi siano riusciti a trovare un equilibrio tra tutela dell’economia e della salute. Il 40% dei 65+ e il 42% di età compresa tra i 55-64 anni la pensa così, rispetto al 24% di coloro che hanno tra i 16-34 anni.
• 2 cittadini su 5 di età compresa tra 16 e 34 anni pensano che il governo del proprio paese stia ponendo troppa enfasi sulla protezione dell'economia e non abbastanza sulla garanzia della salute, rispetto al 23% che ritiene che l'economia debba essere maggiormente tutelata.

Cambiamento dei comportamenti a livello individuale
• Vi è un aumento delle persone all’interno del G7 che considerano buono il modo in cui i cittadini si stanno comportando per fronteggiare il Covid, passando dal 52% al 60%
• L'84% (-1) delle persone nel G7 pensa che chiedere alle persone di rimanere nelle proprie case il più possibile sia efficace per ridurre la diffusione del Coronavirus
• Il 64% (+9) evita le visite a parenti, amici, anziani e persone vulnerabili. Il dato più alto è in Italia (82%) e più basso in Giappone (42%)

Cooperazione internazionale?
• Alla domanda sulla cooperazione globale tra paesi per contrastare l’epidemia, il 51% (-4) la considera molto o abbastanza buona. Il dato più alto è in GB (63%, +1) e Canada (59%, -12) e negli Stati Uniti (59%, -6)
• Ai cittadini dei paesi europei del G7 (Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna) è stato chiesto di valutare la cooperazione tra i paesi europei. Il 51% la ritiene buona o abbastanza buona (-2), ma per l’Italia il dato scende al 30% (-1)
• Il 52% dei cittadini europei del G7 (il 45% degli Italiani) confida nel lavoro dell’Unione Europea, ritenendola in grado di prendere le giuste decisioni per il futuro e per contrastare l’epidemia.
• Il 43% dei cittadini europei (il 56% degli Italiani) ritiene che l'Unione Europea sarà più debole alla fine dell'epidemia, rispetto al 19% che afferma che sarà più forte (il 14% in Italia), al 27% (il 21% in Italia) che pensa che il suo potere rimarrà invariato e l'11% che ha risposto non lo sa (9% in Italia).

Informazioni metodologiche
Un totale di 7.006 interviste sono state condotte online tra adulti (16+) residenti nelle nazioni del G7 in Canada (1.000), Francia (1.000), Germania (1.000), Italia (1.001), Giappone (1.003), Gran Bretagna (1.001) e gli Stati Uniti (1.001) tra il 9 e il 13 aprile 2020.
Il campione è rappresentativo della popolazione italiana per età, sesso e livello di istruzione di ciascun paese. I dati sono stati ponderati sulla popolazione. Le interviste sono state condotte online utilizzando il panel online di Kantar.

Qualsiasi uso di questa ricerca deve citare Kantar come fonte

Kantar è il leader mondiale nell’insight, consulenza e data management. Grazie alla varietà dell’expertise disponibile nel gruppo, Kantar può comprendere, meglio di chiunque altro, cosa gli individui pensino, provino, acquistino, condividano, votino, vedano. Unendo queste competenze con l’utilizzo delle tecnologie più avanzate, il network di Kantar, che vanta più di 30.000 professionisti, supporta le organizzazioni leader nel mondo nel loro processo di crescita.
Kantar - Understand People, Inspire Growth.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Marketing Journal
Responsabile account:
Mariella Belloni (Vicecaporedattore)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 324000