ARTE E CULTURA
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Nel giardino del Golem al Museo Manè- Katz di Haifa

07/01/20

Da Sabato 14.09.19 a Sabato 28.03.20. Curatori: Michal BenJakob e Dafna Falk.

FotoNel giardino del Golem al Museo Manè- Katz di Haifa.

Da Sabato 14.09.19 a Sabato, 28.03.20
Curatori: Michal BenJakob e Dafna Falk.





La storia del Golem - un alimento base del folklore ebraico - descrive un essere fatto di argilla e portato alla vita usando incantesimi segreti. Questo atto si trova a cavallo del confine tra il divino e il peccatore, tra saggezza e stregoneria. La leggenda sulla creatura creata dall'uomo esprime un desiderio di potere, controllo e convenienza. Questi desideri continuano ad animare il cuore dell'uomo fino ai giorni nostri. In effetti, i "golem" nella nostra vita si sono moltiplicati: l'argilla è diventata silicone e le formule segrete sono diventate codici di programmazione. Il Golem ora assume la forma di un computer, uno smartphone o un robot.

Il Golem è sempre esistito fianco a fianco con l'umanità. Respira senza ossigeno, pensa senza mente ed esiste senza anima. Oggi i golem di computer sono così tanti che non possiamo immaginarci senza di loro: organizzano le nostre vite, immagazzinano informazioni e si assicurano che nulla sia dimenticato, che ci piaccia o no. Sono così completamente integrati nella nostra esistenza che qualcosa di essenziale nel nostro stesso essere sembra essere cambiato irreversibilmente.

Questa mostra invita gli spettatori a vagare nel giardino del Golem - come un'immagine speculare dell'umanità, vista attraverso lo specchio. L'immagine è distorta, fatta di frammenti creati da una mente che cerca di controllare la vita dell'uomo e di elevarsi al di sopra dei suoi limiti fisici e spirituali. Le opere in mostra traggono ispirazione dal mondo digitalizzato e computerizzato. Gli artisti partecipanti, sia emergenti che affermati, creano le loro opere utilizzando gli elementi della digitalizzazione. Ogni sala mostra un palcoscenico del viaggio umano attraverso il giardino del Golem-Computer, che riflette diversi punti di vista nella relazione dell'uomo con la sua creazione.

Il primo spazio - il punto di partenza della mostra - rappresenta la comprensione del mondo attorno a lui da parte del Golem-Computer. La sua immagine del mondo interno è una sorta di imitazione del mondo reale, che indica il modo in cui i meccanismi digitali del Golem arrivano a dominare la percezione umana. Le due stanze laterali affrontano i bisogni materiali e spirituali dell'uomo, espressi controllando e soggiogando il Golem-Computer. Lo spazio a destra esprime la necessità di calore fisico, mentre la stanza di sinistra presenta la ricerca filosofica e spirituale dell'uomo per il significato. L'ultima stanza rappresenta il salto di qualità che si verifica quando il digitale si fonde con l'essere umano e il genere umano getta le catene del mondo fisico. Mentre il computer si fonde con l'uomo, perde la sua stranezza.

Questa fusione intrappola l'umanità per sempre nel giardino del Golem, tra le immagini virtuali dall'altra parte dello specchio? O la rinuncia alla lotta di potere tra la realtà fisica e quella virtuale potrebbe portare alla nascita di un'umanità più libera? I visitatori della mostra sono invitati ad osservare le opere tenendo presente questa domanda: dove finisce il Golem-Computer e inizia l'essere umano?



Artisti partecipanti:
Mor Afgin, Romy Arden, Carmi Dror, Sharon Fadida, Yael Frank, Uri Gershuni, Inbar Hagai, Noy Haimovitz, Dina Kelberman, Yoel Peled, Daniela Takeva, Ted Whitaker, Aya Zamir.

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Responsabile account:
Maura Capanni (Corrispondente settore cultura)
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