ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Nel primo trimestre 2019 diminuiscono le richieste di mutui e surroghe (-7,9%) ma l’importo medio cresce ancora e si attesta a 129.299 euro

09/04/19

Dopo lo stallo che aveva caratterizzato l’intero 2018, nel primo trimestre dell’anno in corso le richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) hanno fatto registrare una diminuzione del -7,9% rispetto allo stesso periodo del 2018 in virtù del progressivo ridimensionamento dei mutui di sostituzione, che non riescono a compensare il trend dei nuovi mutui.

FotoDopo lo stallo che aveva caratterizzato l’intero 2018, nel primo trimestre dell’anno in corso le richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) hanno fatto registrare una diminuzione del -7,9% rispetto allo stesso periodo del 2018 in virtù del progressivo ridimensionamento dei mutui di sostituzione, che non riescono a compensare il trend dei nuovi mutui.
Nel mese di marzo appena concluso la contrazione delle interrogazioni registrate su EURISC - il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie - è ancor più marcato e risulta pari a -9,2% nel confronto con lo stesso mese dell’anno scorso.

L’IMPORTO MEDIO DEI MUTUI RICHIESTI
Alla flessione del numero di richieste si contrappone, però, la costante crescita dell’importo medio richiesto, che nel mese di marzo si è attestato a 130.032 Euro, al di sopra del valore rilevato nel corrispondente mese del 2018 (+3,0%). Il valore aggregato relativo ai primi tre mesi del 2019, invece, risulta pari a 129.299 Euro (+2,6%), il più elevato dal 2013 ad oggi.
Anche in questo caso la dinamica in atto è riconducibile alla minore incidenza delle surroghe, che per natura si caratterizzano per un importo più contenuto.

LA DISTRIBUZIONE PER CLASSI DI IMPORTO DEI MUTUI RICHIESTI
Andando ad analizzare la distribuzione per fasce di importo, nel I trimestre dell’anno le richieste hanno visto una concentrazione prevalente nella classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,3% del totale, ma va sottolineato come oltre il 45% del totale presenti importi al di sotto dei 100.000 €.

LA DISTRIBUZIONE DELLE RICHIESTE PER CLASSE DI DURATA
Per quanto riguarda invece la distribuzione per classe di durata, nel I trimestre si registra uno slittamento delle richieste verso le duration comprese tra i 26 e i 30 anni (+2,6 punti percentuali) a cui corrisponde una parallela contrazione della classe compresa tra i 6 e 10 anni (-2,6 punti percentuali rispetto al 2018).
Nel complesso, quasi 3 richieste su 4 prevedono piani di rimborsi superiori ai 15 anni mentre quelle di durata inferiore ai 5 anni, dove tipicamente si concentrano i mutui di sostituzione, spiegano solamente lo 0,6% del totale, in ulteriore seppur lieve riduzione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.

LA DISTRIBUZIONE DELLE DOMANDE PER FASCE DI ETÀ
Lo studio di CRIF conferma, infine, come i richiedenti d’età compresa tra i 35 e i 44 anni a rimanere maggioritari, con una quota del 33,9% sul totale. Si osserva, però, un aumento delle richieste da parte delle fasce di età più giovane di popolazione, con quella compresa tra i 25 e i 34 anni che cresce di +1,0 punti percentuali rispetto al I trimestre 2018.

“Il I trimestre dell’anno si è chiuso con una contrazione del numero di richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane a cui si associa, però, una crescita dell’importo medio rispetto al corrispondente periodo del 2018. In entrambi i casi la dinamica in atto è riconducibile anche al progressivo ridursi del bacino di consumatori per i quali l’operazione di rottamazione dei vecchi mutui risulta ancora economicamente conveniente - commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.
“Altro fenomeno da evidenziare in questa fase è la crescente richiesta dei così detti ‘mutui green’ per l’acquisto di abitazioni ad elevata prestazione energetica o per ristrutturazioni che implicano un upgrade di classe energetica. Questo rappresenta una interessante opportunità per gli istituti di credito, che potranno avere un ruolo proattivo nel supportare e indirizzare la clientela retail verso la scelta green. Si tratta, in effetti, di un percorso articolato in cui il consumatore deve riuscire a valutare la effettiva convenienza derivante dalla realizzazione di interventi di efficientamento energetico” – conclude Capecchi.



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