ECONOMIA e FINANZA
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Oro usato, lingotti, gettoni e monete: ecco la guida per convertirli in denaro

15/02/11

Come può un privato vendere il proprio oro e convertirlo in denaro?Ecco una breve guida

Se possedete lingottini d’oro ereditati dal nonno, anelli ormai fuori moda o siete stati bravi a vincere i famosi gettoni d’oro dei concorsi a premio di trasmissioni televisive e avete deciso di trasformare il nobile metallo in vil denaro lo potete fare tranquillamente.
Ecco come fare: la legge impone, agli operatori autorizzati, di identificare i privati che vogliono vendere chiedendo loro un documento d’identità ed il codice fiscale e di annotare l’operazione su di un apposito registro vidimato dalla P.S. (“Registro del commercio di beni usati, antichità e preziosi”).
Si procede quindi al controllo degli oggetti preziosi ceduti e viene compilata una pratica, la cui copia varrà come ricevuta per il privato.
Se è possibile stabilire il titolo degli oggetti contenenti il prezioso (come i gettoni delle vincite o lingotti marchiati) allora verrà anche fissato il prezzo d’acquisto, in base alla quotazione che avrà il metallo puro in quel momento, altrimenti bisognerà procedere ad un’analisi per poter quantificare il puro contenuto. Una volta adempiuto a questa pratica il cliente verrà chiamato per fissare l’ammontare esatto dell’operazione.
Il pagamento avviene tramite bonifico bancario. La valuta viene fissata a 10gg dal ricevimento della merce. Questo perché la legge (art. 128) impone di tenere fermo, quanto acquistato da privati, per dieci giorni allo scopo di permettere gli eventuali controlli da parte della Questura.
In molti Banchi dell’oro tutta l’operazione può essere effettuata tramite lo scambio dei documenti tramite fax od e-mail e la spedizione da parte vostra della merce con posta assicurata o, in caso di valori consistenti, tramite apposito corriere che solitamente la società si occupa di inviare.

Si deve porre sempre attenzione su due semplici marchi che, per legge, devono essere presenti su ogni oggetto.
Uno è il “marchio d’identificazione” che ci dice chi è il fabbricante: si tratta di un poligono al cui interno troviamo una stella a cinque punte con un numero ed una sigla di provincia. Il marchio della 8853 S.p.A., ad esempio, è “1748 MI”.
L’altro è il “titolo” che ci dice di che metallo si tratta e in che proporzione è contenuto (i cosiddetti millesimi). Per una più facile identificazione la forma è diversa a seconda del metallo, una losanga per l’oro ed un ovale per l’argento, e conterrà l’indicazione del titolo del metallo (ad es.: Au 750°/°°).



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