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Overfly.me: servizi con droni in tutta Europa

Per poter utilizzare un drone professionale al di fuori dei confini nazionali è necessario ottenere una specifica autorizzazione dal paese dove si intende volare. A differenza della “patente della macchina” infatti, le abilitazioni al volo di droni ottenute nel paese di appartenenza non sono riconosciute all’estero o, nei casi più fortunati, non sono riconosciute in modo automatico.
del 20/04/20 -

Il mondo dei sistemi aeromobili a pilotaggio remoto è cambiato moltissimo da quando Overfly.me è nata, nel (sembra lontanissimo) 2014.

Ed è cambiato anche il mercato del lavoro aereo che, per realtà aziendali come la nostra, si sviluppa stabilmente in ambito nazionale, europeo ed internazionale.

Spesso ci viene richiesto se, con le nostre autorizzazioni e con i nostri droni, ci sia realmente possibile operare al di fuori dei confini nazionali. La risposta è SI, anche se con determinate accortezze e limitazioni, e sulla base di procedure che variano da paese ospitante a paese ospitante.


Ad oggi infatti, per poter utilizzare un drone professionale al di fuori dei confini nazionali è necessario ottenere una specifica autorizzazione dal paese dove si intende volare. A differenza della “patente della macchina” infatti, le abilitazioni al volo di droni ottenute nel paese di appartenenza non sono riconosciute all’estero o, nei casi più fortunati, non sono riconosciute in modo automatico.


Questo significa che, ogni qualvolta si necessita di operare in un paese straniero, ci si deve interfacciare con l’authority aeronautica di quel paese ed intraprendere un percorso di abilitazione / autorizzazione. Che potrà essere semplice, ove i titoli acquisiti in Italia vengano ritenuti validi, o più complesso, nei paesi ove questi titoli non siano riconosciuti.


Una missione ardua? Non necessariamente, se si sa come muoversi… anche se i riscontri dagli equivalenti internazionali del nostro Ente Nazionale per l’Aviazione Civile non sono sempre immediati. Un pò per macchinosità delle procedure ed un pò, a nostro avviso, per un certo nazionalismo degli uffici preposti.


Qualche esempio?

Abbiamo volato in Belgio, dopo 3 mesi dalla richiesta. Abbiamo volato in Francia, dopo 4 mesi dalla richiesta. Abbiamo richiesto di volare in Olanda.. e non ci siamo riusciti. Per fortuna, in altri paesi è stato più semplice.


Ma le cose stanno per cambiare.

Dal Luglio 2020, l’Europa inizierà ad attuare un processo di armonizzazione dei regolamenti che, entro il 2022, imporrà agli stati di gestire l’operato dei SAPR secondo un unico regolamento europeo, che uniformerà formazione, competenze, autorizzazioni e specifiche che dovranno essere garantite da piloti e mezzi.


Regole comuni e chiare, che renderanno più semplice essere autorizzati per operare all’estero, per quanto rimarrà estremamente impegnativa l’operatività on-site, soprattutto se nei centri urbani.


Lavorare con il proprio drone all’estero rimarrà sempre un’attività complessa

Se è vero che dal Luglio 2020 il regolamento unico europeo detterà degli standard rispetto all’impiego del drone, è altrettanto vero che le attività aeree, soprattutto se svolte in aree urbanizzate, rimarrà la necessità di ottenere autorizzazioni (o nulla osta) anche da altri soggetti pubblici, come Prefetture, Film Commission, Enti Parco etc.

Che continueranno ad autorizzare richieste argomentate, rigorose, predisposte in modo ordinato e, sopratutto, presentate con il giusto anticipo.



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