SALUTE e MEDICINA
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Palmitoiletanolamide (PEA): un’azione rapida contro il dolore senza effetti collaterali

Palmitoiletanolamide è una sostanza prodotta dal corpo umano, con proprietà analgesiche ed antinfiammatorie. PEA viene prodotta dalle cellule di quasi tutti gli esseri viventi e agisce nell’organismo come un modulatore biologico in grado di ristabilire il normale funzionamento dei tessuti.

La palmitoiletanolamide nelle forme micronizzata e ultra micronizzata, aiuta a ridurre l'infiammazione di basso grado. Rappresenta un approccio innovativo per limitare la progressione delle patologie croniche associate alla menopausa e il dolore ad esse associato. Con l'obiettivo di aumentare l'aspettativa di salute, obiettivo principe della longevità.

La palmitoiletanolamide (PEA), ammide dell'acido paimitico con l'etanolammina, è una molecola presente in molti alimenti della dieta comune come uova, soia, pomodori, piselli, arachidi etc. (Kilaru et al 2007).
È anche prodotta da molte cellule dell'organismo dei mammiferi ed è particolarmente abbondante nei tessuti cerebrali (Bachur et al 1965). La produzione della PEA e di altre aciletanolammidi (NAE) avviene a partire da precursori fosfolipidici presenti nella membrana plasmatica (Hansen e Diep 2009; Ahn et al 2008; Wang e Ueda 2009).

La PEA viene sintetizzata on demand in seguito a stimoli in grado di evocare una risposta immunitaria. Fa parte dei mediatori lipidici responsabili della risoluzione dell'infiammazione, un programma attivo e coordinato che si esplica già nelle prime ore dopo l'inizio della risposta infiammatoria: "The beginning programs the end" (Serhan e Savill 2005; Buckley et al 2013).

I mediatori antinfiammatori o pro-risolutori contrastano attivamente l'azione dei mediatori pro-infiammatori. A livello cellulare, questo si traduce nella stimolazione della fagocitosi dei leucociti apoptotici, la promozione dell'apoptosi delle cellule danneggiate sino alla neuroprotezione. A livello clinico, l'azione anti-infiammatoria e pro-risolutoria endogena si traduce nella riduzione del dolore (Piomelli e Sasso 2014).

I livelli endogeni della PEA sono alterati nelle condizioni patologiche accompagnate da danno cellulare e da processi infiammatori.

Gli studi clinici dimostrano la capacità della PEA, nelle forme micronizzata e ultramicronizzata, di contrastare la sintomatologia dolorosa e/o le alterazioni elettrofisiologiche presenti in diverse patologiche che coinvolgono il sistema nervoso periferico e/o centrale e che sono sostenute da un'eccessiva attivazione mastocitaria, quasi sempre associata a quella microgliale.

Gli studi hanno anche confermano l'ottima tollerabilità dei prodotti contenenti PEA-m e PEA-um, anche quando somministrati in associazione a farmaci antinfiammatori e analgesici/anticonvulsivanti.

Questi risultati suggeriscono l'uso della PEA nelle forme micronizzata e ultramicronizzata come strumento terapeutico innovativo per il trattamento di tutte le condizioni caratterizzate dalla presenza di processi neuroinfiammatori e stati dolorosi cronici.

I prodotti a base di PEA-m e PEA-um presentano un profilo farmacologico e clinico di particolare interesse per le donne in postmenopausa: soggetti che, più di tutti, necessitano di una farmacologia di modulazione finalizzata alla prevenzione e/o alla normalizzazione delle alterazioni che coinvolgono l'equilibrio tra i sistemi neuronale ed immunitario.





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