ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Pavanello Serramenti e Palazzo Lampedusa: da Rovigo a Palermo, per finire a New York con David Bowie

12/03/16

Un palazzo storico di Palermo, anzi un palazzo unico, in cui è nato il 23 dicembre 1896 e vi ha vissuto a lungo l’autore de Il Gattopardo, è stato al centro di un’affascinante storia da raccontare: quella del suo recupero e della sua ritrovata bellezza.

FotoPalazzo Lampedusa a Palermo è un patrimonio che trascende l’ambito architettonico e oltrepassa anche i confini nazionali. Sono pochi infatti gli edifici che possono essere considerati protagonisti di uno dei più importanti romanzi della letteratura del Novecento, come Il Gattopardo. E se nell’opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa non vi è lieto fine, la travagliata storia di Palazzo Lampedusa si è conclusa nel modo più bello, con un restauro e un ripristino che hanno fatto rinascere lo stabile seicentesco, restituendogli tutto il fascino che aveva perso durante un lungo periodo di abbandono.

Un ruolo fondamentale in questo emozionante recupero l’hanno svolto proprio le accurate descrizioni lasciate dallo scrittore, dalle quali sono partiti gli architetti per riportare il Palazzo al suo antico splendore. L’architetto Alice Franzitta lo ha spiegato con una metafora illuminante: “Le sue frasi sono state il vangelo per la ricostruzione. Abbiamo trascritto l’intera pagina del suo libro I racconti con la descrizione all’ingresso, ma ci sono molte frasi anche nelle altre stanze”. Di grande utilità sono state anche le fotografie aeree scattate sopra il Palazzo prima che i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale – che portarono lo scrittore a sviluppare quella nostalgia per il passato che risalta nel suo capolavoro – e ulteriori demolizioni avvenute successivamente, lo riducessero a rudere, tanto che il suo destino sembrava quello di lasciare spazio a un palazzo multipiano in cemento armato. La sfida ha richiesto quindi un buona dose di coraggio, ma in soli cinque anni quest’angolo di Palermo è cambiato radicalmente, grazie a capitali esclusivamente privati che sono riusciti a mettere a disposizione i dieci milioni che servivano per completare i lavori a regola d’arte. Lavori che hanno valorizzato il risultato finale con accorgimenti di equilibrata modernità, come spiega sempre l’architetto Franzitta: “Abbiamo voluto che il ripristino rivelasse la sua contemporaneità attraverso dettagli come la balaustra in vetro serigrafato anziché in pietra, i tagli contemporanei nelle volte, la geometria delle colonne, la stilizzazione degli archi e alcuni infissi collocati al pianoterra con una forte inclinazione rispetto al prospetto”.

A questo punto il lettore potrebbe chiedersi cosa c’entri David Bowie. Be’, il collegamento tra Palazzo Lampedusa e il Duca Bianco da poco scomparso a New York c’è eccome, in quanto la rockstar aveva inserito Il Gattopardo nella lista dei cento libri che amava di più. Un esteta del suo calibro avrebbe sicuramente apprezzato il fascino riacquistato dall’edificio. E anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa, se lo vedesse oggi, sicuramente proverebbe piacere nel constatare che sia tornato a essere “casa” come lui amava chiamarlo (“…casa voglio chiamarla e non Palazzo…”).

Per rendere il loro intervento ancora più proficuo, gli attuali proprietari hanno espresso la volontà di consentire che Palazzo Lampedusa sia visitabile a orari stabiliti, in modo che tutti possano sentire la Storia che si respira nel luogo. Un’anteprima è stata trasmessa lo scorso 13 febbraio durante il magazine televisivo Linea Verde Orizzonti: http://bit.ly/1TuW3PN

Per Pavanello è un grande onore che i propri serramenti siano stati scelti per recitare una parte di primo piano in un’operazione di tale portata culturale e architettonica. Il loro inserimento si distingue, oltre per i pregi intrinseci nella qualità costruttiva che caratterizza i prodotti dell’azienda di Rovigo, per una perfetta armonia con gli intonaci e i colori originali che sono stati presi a esempio dai curatori del progetto. La medesima coerenza stilistica si nota nelle diverse soluzioni ad arco, per le quali sono state prese come rigoroso riferimento le forme barocche dell’epoca, riconoscibili anche nei traversi.

Per ulteriori informazioni scrivere a info@pavanelloserramenti.it o telefonare allo 0425/474515.


Federico Nanut
Ufficio Stampa L’Ippogrifo®
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