ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Pier Paolo Pasolini e Terry O'Neill a Volterra

21/04/15

Pier Paolo Pasolini e Terry O'Neill a confronto con Rosso Fiorentino Pinacoteca Civica, Volterra Dal 3 aprile al 31 dicembre 2015

FotoIl paragone tra la deposizione di Rosso Fiorentino e l'episodio La ricotta di Pier Paolo Pasolini, a quarant'anni dalla sua morte, è il centro della mostra di fotografia, cinema e pittura allestita alla Pinacoteca di Volterra.

Si segue un percorso, anche storico e biografico sulla produzione cinematografica di Pasolini.

Sono esposte numerose fotografie provenienti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino ed è ciclicamente riproposta la sua riproduzione della deposizione di Rosso Fiorentino nell'episodio La ricotta.

Parlare di citazione è inappropriato: si assiste a una forma di evoluzione del linguaggio da Rosso Fiorentino a Pasolini; un’ estensione realizzata attraverso scatole cinesi.

Ne La Ricotta si trova la rappresentazione (recita) della deposizione di Rosso Fiorentino, all'interno di un episodio cinematografico che ne riproduce un altro.
Un doppio film e una doppia deposizione, dunque una doppia simulazione.

Il paragone allora è tra la rappresentazione della deposizione di Rosso Fiorentino (diretta) e il doppio passaggio di Pasolini.

I filtri che Pasolini sceglie di adottare (rimarcare la simulazione e l'aspetto ordinario e a tratti ridicolo degli attori – santi), allontanano la reazione emotiva dal dipinto ricostruito, e la focalizzano sulla condizione più concreta e fisica dell'affamato.
Tutto torna ad essere evangelico; il linguaggio è cambiato ma la scena sacra è sempre nell'uomo crocifisso che muore.

Il confronto diretto è anche un'opportunità per rileggere la pala di Rosso Fiorentino nel suo aspetto più solenne e devozionale.

Come ultima considerazione pittorica sulla commedia umana che Pasolini racconta ne La ricotta si può avanzare un confronto tra la figura del giornalista deferente e ossequioso con l'immagine di Ottavio Farnese nel Ritratto di Paolo III e nipoti di Tiziano Vecellio.

A completamento della mostra è stata organizzata un'altra piccola rassegna di Fotografie di Terry O’Neill, con ritratti dei protagonisti del mondo spettacolo dei decenni passati.

Molte fotografie appartengono allo stesso periodo storico delle opere di Pasolini, ma offrono uno spaccato differente.

Un genere opposto di immagini di scena; si tratta generalmente di raffigurazioni agiografiche e celebrative, molto lontane dall'iconografia popolare delle precedenti.

Questo universo fatto di idealità e di asprezza, e di immagini tanto differenti tra loro, è compreso in una classificazione più ampia definita nel titolo: icone.

In generale nelle immagini sacre e negli oggetti di venerazione si sommano simbolismo e tradizione; i santi e i personaggi storici sono contrassegnati da attributi specifici e circostanziali che li definiscono.

La comprensibilità dei simboli e degli attributi di identificazione è legata alla cultura di un preciso periodo storico e ad uno specifico ambito culturale, nei secoli si perde dunque la chiave di lettura di molti simboli che nel tempo diventano oscuri e incomprensibili.

Ogni tipo di immagine sacra è dunque affidata al già noto, e questo caso non fa eccezione: la vita leggendaria degli effigiati è conosciuta e l'immagine è funzionale alla sua diffusione.

La rappresentazione dell'aspetto “quotidiano” delle star (essendo passati di moda i ritratti equestri) contribuisce ad aumentarne l'empatia e dunque la devozione.

Le immagini confermano e rafforzano le impressioni già trasmesse dai media.

Clint Eastwood, ritratto nella sua roulotte in un momento di pausa dalle riprese chiarisce il procedimento. L'effigiato ha i piedi appoggiati su una sedia, tiene un giornale tra le mani e sotto di lui molti altri quotidiani sono sparsi a terra. Eastwood legge e non si cura del fotografo.

Tutto corrisponde al già noto. Il disordine descrive un personaggio rude, vagamente incurante delle convenzioni e sbrigativo, la lettura del giornale lo definisce attento all'informazione quotidiana e dunque interessato alla cultura, all'economia, al sociale.
Un uomo in perfetta interconnessione con i suoi personaggi: legge il giornale e non si occupa di chi lo guarda.

Mick Jagger in pelliccia, allo stesso modo accentua alcune caratteristiche femminili, labbra carnose, viso incorniciato dalla pelliccia, atteggiamento seduttivo.

Ciascuno dunque è legato alla propria leggenda, ma se la significazione è vincolata al momento storico, queste icone non saranno lette per sempre allo stesso modo.

Nel momento in cui si dovranno cercare notizie di questi personaggi su Wikipedia, la devozione per i loro ritratti ufficiali si trasformerà in semplice documentazione di costume.

Una lettura non tanto diversa da quella che coinvolge oggi (volendo azzardare un paragone generoso) Il Sarto di Moroni o La Fruttivendola di Vincenzo Campi.

Paola Nicoli.



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