GASTRONOMIA
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Pierpaolo Serratì, chef pizzaiolo: dal Salento alle Bermuda ci racconta la sua vita

16/11/20

Pierpaolo Serratì chef pizzaiolo salentino, fin da piccolo inizia a cimentarsi davanti al banco delle pizze insieme al padre. Figlio d'arte da due generazioni, oggi un grande pizzaiolo italiano.

Foto1. Pierpaolo, quanti anni avevi quando hai messo le mani in pasta?

Ero davvero molto piccolo, quando per la prima volta, ho messo le mani in quella polvere magica, chiamata farina, che amalgamata con l’acqua diveniva qualcosa di straordianario. Cominciò così un gioco, trasformandosi oggi nella mia principale professione.
Sono figlio d’arte da tre generazioni, mio nonno Angelo Serratì e mio padre Salvatore, il quale nel 1982 fondò a Squinzano (Le) il ristorante pizzeria ‘’ Il Caminetto’’.
Fu da subito amore a prima vista, avevo 8 anni ed aiutavo mio padre a mettere l’origano e la mozzarella sulle pizze e qualche anno dopo ero già in grado di stendere letteralmente le pizze. L’attività è sempre stata gestita a conduzione famigliare da mio padre da mio fratello Angelo e dalla mia cara mamma che ora ci aiuta e ci protegge da lassù.
E cosi a 18 anni mi son diplomato all’alberghiero con la qualifica di chef.

2. Hai fatto sempre questo mestiere?

Sì, ho fatto sempre questo mestiere, ho certato sempre di migliorarmi e di guardare nel mondo quello che stava accadendo nel mio settore. Ho cercato sempre nuovi tipi di impasto e nuovi tipi di ricette creandomi successivamente un mio vero e proprio concept di fare la pizza. Infatti tra le varie specialità una cosa che ho imparato e mi piace spesso fare è quello del freestyle, delle stupefacenti acrobazie inventate da me per intrattenere i clienti.
Ma sinceramente lo faccio anche per me, amo giocare e fare acrobazie con le pizze.



3. In quali posti hai lavorato?

La mia prima esperienza lavorativa l’ho fatta fuori casa, all’età di 17 anni, mentre i miei coetanei andavano in vacanza con le loro famiglie, io mi trasferì per fare la stagione estiva a Cortina D’Ampezzo, lavorando per il Passetto, un famoso ristorante di quella zona. Poi negli anni successivi ho cominciato a girare un po’ da Zurigo a Londra alle Isole Cayman, uscendo così fuori dall’Italia, cosa che tra l’atro mi ha dato una grande formazione. Ed ancora una bellissima esperienza è stata quella fatta alle Isole Bermuda dove nel 2017 sono stato premiato con il prestigioso titolo di ‘’ best Pizza 2017’’.

SERRATI’ NEL 2017 VICE IL PREMIO AWARD ‘’ BEST PIZZA 2017’’ ALLE ISOLE BERMUDA

4. Napoletana o tradizionale?

Io credo che un buon pizzaiolo debba saper fare diversi tipi di impasto e diversi tipi di tecniche visto che ogni giorno ci ritroviamo una clientela sempre più esigente ed attenta alle evoluzioni. Quindi è giusto adattarsi al gusto di tutti ma, senza mai perdere la propria identità. L’impasto napoletano, romano, mediterraneo sono tutti dei buonissimi impasti, anche se oggi l’innovazione ci ha portato nuove tecniche e nuove evoluzioni come l’utilizzo della Biga. Soprattutto fatte con idratazione molto alte che ci permettono un’altissima digeribilità della pizza.


5. Quale è stata la tua esperienza lavorativa più esaltante?

La mia esperienza lavorativa più esaltante, è stata sicuramente quella alle Bermuda dove ho lavorato per due anni come pizzaiolo presso il ristorante Portofino, affiancato da grandi chef e professionisti provenienti da tutto il mondo. E’ stata per me una grande esperienza che mi ha permesso di conoscere tantissime etnie nel mondo del food e moltissime tradizioni culinarie di tutto il mondo. Ho appreso un grande bagaglio culturale portandomelo sempre dietro.


6. Che rapporti hai con la tua famiglia?

Con la mia famiglia ho un rapporto bellissimo, sia umano che lavorativo e ci capita spesso di confrontarci su quelle che sono le evoluzioni nel nostro mestiere. Tra l’altro siamo molto uniti visto che, da tantissimi anni condividiamo la stessa passione, quella per la buona ristorazione.

7. Cosa ti aspetti dalla vita?
Dalla vita mi aspetto sempre di migliorare e di dare il meglio di me stesso. Per me la ricerca è un punto fondamentale.

8. Cosa consiglieresti ai giovanissimi che si affacciano a questo mestiere?

Ai giovani che vogliono approcciarsi a questo mestiere dico solo che con lo studio e la determinazione si possono ottenere grandi risultati. Bisogna fare molta pratica ma bisogna anche studiare molto e cercare di apprendere dai maestri che sicuramente hanno una marcia in più. E poi mi sento di consigliare di lavorare soprattutto all’estero perché è li che si può crescere sia professionalmente che nella vita.


Quali sono i tuoi contatti social?

Mi trovate su instragram e su facebook come pierpaoloserrati

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