ECONOMIA e FINANZA
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Pratiche commerciali scorrette: denunciale ad un’associazione per i consumatori

28/06/18

Molti consumatori si sono rivolti a Utenticonsumatori.it per denunciare le pratiche commerciali scorrette poste in essere da varie finanziarie e istituiti di credito.

FotoLe associazioni dei consumatori e degli utenti nascono per difendere i diritti del consumatore e offrono consulenza e assistenza legale o fiscale a tutti i cittadini in vari campi quello delle telecomunicazioni, energia, sanità, tasse, finanza, ambiente, trasporti e assicurazioni.

UtentiConsumatori.it è un’associazione a difesa del consumatore senza fini di lucro che persegue esclusivamente obiettivi di solidarietà sociale e che tutela i consumatori in maniera Gratuita.

Molti consumatori si sono rivolti a Utenticonsumatori.it per denunciare le pratiche commerciali scorrette poste in essere da varie finanziarie e istituiti di credito.

Quali sono le pratiche commerciali scorrette?

Per “pratica commerciale” si intende qualsiasi azione, omissione, condotta, dichiarazione o comunicazione commerciale, compresa la pubblicità diffusa con ogni mezzo e il marketing, che un professionista pone in essere in relazione alla promozione, alla vendita o alla fornitura di beni o servizi ai consumatori.

La pratica commerciale è scorretta quando, in contrasto con il principio della diligenza professionale, falsa o può falsare le scelte economiche del consumatore.

Il Codice del consumo distingue le pratiche commerciali ingannevoli da quelle aggressive:

Le pratiche commerciali ingannevoli (articoli 21-23 del Codice del consumo) sono idonee a indurre in errore il consumatore sul prezzo, la disponibilità sul mercato del prodotto, le sue caratteristiche, i rischi connessi al suo impiego, e ne condizionano il processo decisionale.
Le pratiche commerciali aggressive (articoli 24-26 del Codice del consumo) si hanno quando l’impresa agisce con molestie, minacce fisiche o verbali coercizione o altre forme di indebito condizionamento per indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso.
L’Autorità considera illecite anche le pratiche che inducono il consumatore a trascurare le normali regole di prudenza o vigilanza relativamente all’uso di prodotti pericolosi per la salute e la sicurezza o che possano, anche indirettamente, minacciare la sicurezza di bambini o adolescenti.

Pratiche commerciali scorrette nei finanziamenti
Nonostante le multe per milioni di euro dell'Antitrust alle società che si occupano di finanziamenti, le pratiche scorrette non sono state eliminate del tutto. Ecco le più diffuse.

Per concedere un prestito, ti obbligano a sottoscrivere anche una polizza: Le società erogatrici dei finanziamenti condizionano la concessione, a favore dei consumatori di prestiti personali, alla sottoscrizione da parte degli stessi di polizze assicurative prive di connessione con il finanziamento, realizzando in tal modo una “pratica legante” tra i prodotti bancari e assicurativi, in violazione degli artt. 24 e 25, comma 1, lett. Tali condotte sarebbero idonee a limitare considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione ai prodotti di finanziamento in questione.
Ostacolano l’estinzione anticipata adducendo che hanno bisogno di tempo per calcolare il debito residuo, ma in realtà è una scusa per continuare ad incassare gli interessi del prestito. una raccomandata a ridosso dell’ultima rata che si intende pagare, chiedendo che il venga fatto a partire da quella rata. Se entro un mese dalla richiesta del conteggio del saldo non arriva la risposta della società, bisogna inviare una lettera di reclamo alla società o rivolgersi all’Arbitro bancario che risolverà entro 60 giorni.
Aumentano gli interessi: ti propongono di ridiscutere il prestito a tassi più vantaggiosi ma in realtà gli interessi si rivelano più alti di quanto promesso perché includono spese mensili che aumentano i costi. Segnala l’episodio all’Antitrust (per info 800166661) e avvia una procedura di conciliazione tramite un’associazione dei consumatori.
Nascondono le commissioni: a volte sono gli intermediari che ti propongono il finanziamento caricano sul cliente, senza avvisarlo, i costi di intermediazione. Se esistono, queste voci di spesa vanno evidenziate per iscritto nel contratto. Altrimenti non devono essere pagate.
Tutte queste condotte sono contrarie alla diligenza professionale, idonee a falsare il comportamento del consumatore violando in particolare l’art. 20 del Codice del Consumo, che pone un vero e proprio divieto contro l’utilizzo di tali pratiche scorrette.



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