Primavera 'traditrice': torna il freddo e s’impennano i virus respiratori

Temperature dimezzate in meno di una settimana, con una primavera “traditrice” che prima si è travestita da estate e poi ha ripreso i panni dell’inverno. In entrambi i casi il prezzo da pagare sono i virus respiratori, che in questa coda post-influenza mettono a letto “circa 400 mila italiani alla settimana”, stima il virologo dell’universitàvirus respiratori degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco.
del 18/04/11 -

Temperature dimezzate in meno di una settimana, con una primavera “traditrice” che prima si è travestita da estate e poi ha ripreso i panni dell’inverno. In entrambi i casi il prezzo da pagare sono i virus respiratori, che in questa coda post-influenza mettono a letto “circa 400 mila italiani alla settimana”, stima il virologo dell’universitàvirus respiratori degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco. A invadere naso, gola e bronchi è un “zoo” popolato dai soliti “rinovirus, coronavirus e adenovirus“, elenca l’esperto.
Se ormai la vera influenza è sparita da un mese, “circola una grande quota di bronchiti e altre infezioni respiratorie comunque prolungate nel tempo, che persistono anche per 7-8 giorni”, avverte Pregliasco. E “non manca nemmeno qualche forma batterica – precisa – soprattutto da streptococco“.
Più della febbre, i compagni di questa strana primavera sono “naso chiuso o che cola, mal di testa continuo, mal di gola e appunto sintomi bronchiali”. Mai come quest’anno si può dire che “non ci sono più le mezze stagioni”, continua il virologo. E “mentre l’influenza ‘doc’ si avvantaggia di condizioni meteo con temperature rigide per molto tempo – spiega Pregliasco – i virus ‘cugini’ primaverili lavorano alla grande in corrispondenza degli sbalzi termini”. Non solo quando da 30 gradi si passa a 10 come è accaduto in questi giorni, ma anche quando avviene il contrario. “In tutti e due i casi si blocca il meccanismo di difesa delle vie respiratorie, la cosiddetta criniera mucociliare” che fodera le mucose e fa da filtro.
Bimbi, anziani, giovani adulti: “Nessuno è risparmiato, queste forme colpiscono in modo trasversale”, puntualizza l’esperto. “L’approccio farmacologico è per forza di cose sintomatico, ma se dopo una settimana i sintomi restano, allora si può sospettare una forma batterica” da antibiotico. “In alcuni casi, infine, si tratta di nuovi allergici” che hanno appena sviluppato ipersensibilità ai pollini già in circolo. La prevenzione? “Mai come ad aprile il consiglio è di vestirsi ‘a cipolla’”, per togliere e mettere strati all’occorrenza.



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