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Progetti che vivono di notte

14/10/14

Il termine Landmark indica un'icona territoriale, un elemento che racconta di una zona, della sua storia e della sua identità. A tale ruolo aspirano grandi edifici e infrastrutture, nuovi o rinnovati, simbolo comunque della grande trasformazione in atto nelle città d'Europa. Soluzioni d'impatto e possibilità tecniche che rendono la luce modificabile regalano a paesaggi e pietre miliari, dopo il tramonto, una seconda veste.

Il termine Landmark indica un'icona territoriale, un elemento che racconta di una zona, della sua storia e della sua identità. A tale ruolo aspirano grandi edifici e infrastrutture, nuovi o rinnovati, simbolo comunque della grande trasformazione in atto nelle città d'Europa. Soluzioni d'impatto e possibilità tecniche che rendono la luce modificabile regalano a paesaggi e pietre miliari, dopo il tramonto, una seconda veste.


REGGIO EMILIA: CALATRAVA FIRMA LE NUOVE PORTE DELLA CITTÀ

Tre ponti, una stazione ferroviaria e un nuovo casello autostradale. Tutti progetti firmati da uno dei più noti e celebrati architetti del mondo, lo spagnolo Santiago Calatrava. I lavori per la costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità sono stati per Reggio Emilia l'occasione per un investimento sulla viabilità che è diventato anche un importante investimento d'immagine.

Percorrendo la principale arteria autostradale italiana, l'autostrada del Sole, non si può non notare il grande arco che sostiene il ponte disegnato dall'architetto spagnolo. Tecnicamente si tratta di un ponte lungo circa 221 metri, con pilone centrale ad arco alto 50 metri. Il ponte è composto da due spalle laterali, l'impalcato, un pilone ad arco a sezione ottagonale variabile e 50 coppie di stralli. Tutti gli elementi sono in acciaio, ad eccezione delle spalle in cemento armato, e sono dipinti di bianco. Di notte l'effetto scenografico è moltiplicato da un impianto luci, che, come in altri progetti di Calatrava, è inserito nella struttura. La carreggiata stradale è illuminata da una serie continua di apparecchi stagni inseriti nei parapetti laterali, mentre proiettori (Bario Disano) inseriti nello spartitraffico illuminano il grande arco con gli stralli.

L'impianto comprende anche una serie di altre luci scenografiche che vengono accese solo in particolari occasioni. Il progetto complessivo per questa area prevede la realizzazione di altre due grandi opere. La stazione ferroviaria Mediopadana, unica fermata dell'Alta Velocità nel tratto Milano-Bologna e il nuovo casello autostradale. La stazione avrà una copertura lunga più di 400 metri, larga 50 metri. Calatrava ha disegnato 13 portali di acciaio, diversi tra loro, che si alternano generando una forma ondulatoria, con un'altezza media di 20 metri. La forma del casello, invece, sarà quella di un arco rovesciato formato da due piloni inclinati e 52 stralli.

BARCELLONA: UN GRANDE ALBERGO DENTRO UN BOSCO

Un edificio di dieci piani avvolto in una rete d'acciaio su cui sono appoggiate 6500 "foglie elettroniche", ognuna delle quali è formata da una cella fotovoltaica, un microprocessore e tre Led. È il progetto dell'architetto Enric Ruiz Geli per l'Hotel Prestige Forest a Barcellona, la cui inaugurazione è prevista per il 2009. Di giorno le foglie artificiali assorbono la luce solare che rilasciano la notte. Si avrà così un'illuminazione determinata dal mutare delle stagioni, come avviene per i colori del bosco. Un progetto che esprime valori tipici della ricerca architettonica degli ultimi anni, ossia soluzioni tecnologiche sostenibili e alla ricerca di un rapporto diretto con la natura. L'elemento chiave è però la luce.

PARIGI: C'È CHI VUOLE CAMBIARE LA TOUR EIFFEL. Intervista all'Architetto David Serero

Si può pensare di rifare il look a una delle costruzioni più famose del mondo? C'è chi pensa di sì. Lo studio di David Serero, giovane e quotato architetto francese, ha osato tanto proponendo per il 120° compleanno della torre, che cadrà nel 2009, un ampliamento del terzo piano con una struttura in kevlar, che creerebbe una terrazza con vista spettacolare sulla Ville Lumière.

Se la struttura fosse applicata la torre somiglierebbe, come qualcuno ha detto, a "un gigantesco fungo", con un effetto ancora più evidente in notturna. Un progetto shock che è stato anche al centro di un piccolo giallo sul web. La notizia di una sua vittoria a un concorso ha fatto subito il giro di blog e web magazine. Immediata la smentita ufficiale della Societé d'Exploitation de la Tour Eiffel (SETE), che gestisce la struttura: non è prevista alcuna modifica alla torre. L'interesse per il progetto tuttavia rimane. Abbiamo rivolto qualche domanda all'architetto Serero.

ARCHILIGHT Le nuove tecnologie possono cambiare il volto di un luogo? Cambiare l'aspetto di un edificio (come nel caso del vostro progetto per la Torre Eiffel) può essere un modo per generare nuovi punti di riferimento sul territorio?

SERERO Non sono interessato tanto a cercare nuovi segni sul territorio, quanto a riflettere sul futuro dell'ambiente costruito. Cosa sarebbe possibile fare oggi con la stessa capacità di innovazione che aveva Gustave Eiffel? È una domanda affascinante. Penso che l'architettura avrà un ruolo più importante nei prossimi anni.

ARCHILIGHT Quali sono i pro e i contro di un intervento così deciso su un edificio famoso, e quali ostacoli incontrano proposte di questo genere?

SERERO L'aspetto interssante di un progetto come questo è il fatto che possa temporaneamente modificare un edificio ormai divenuto un'icona. La torre Eiffel è così conosciuta che non la guardiamo più. È ovvia. Il nostro progetto di modifica temporanea della sua silhouette obbliga la gente a guardare di nuovo la torre, a riconsiderare il modo in cui è stata fatta e la rivoluzione che ha determinato nel design strutturale.

ARCHILIGHT L'illuminazione può incrementare la spettacolarità di questo progetto? A che tipo di luce avete pensato?

SERERO Non abbiamo pensato alla luce come a una componente aggiuntiva, ma come alla materia stessa dell'architettura. Personalmente sono molto particolarmente interessato a come la luce possa sfumare i confini dei volumi. L'illuminazione della torre Eiffel è esemplare per il modo in cui crea un rapporto non ben definito tra il profilo della torre e la sua struttura interna.

VIENNA: LE TORRI CHE DI NOTTE CAMBIANO FORMA

Due grandi torri di uffici che, nella notte, appaiono e scompaiono, cambiano forma, sembrano torcersi e girare su se stesse. È lo spettacolo offerto da un progetto di luce realizzato con una griglia di Led, controllati dal computer, sulle torri dell'Uniqua, il più importante gruppo assicurativo austriaco. Le torri alte 75 metri, ultimate nel 2004, sono situate all'inizio del celebre Ringstrasse di Vienna e sono immediatamente diventate un nuovo landmark per la capitale austriaca. Lo studio austriaco Licht Kunst Licht al quale è stato affidata la creazione di un piano della luce per gli edifici ha studiato un particolare impianto costituito da 2800 moduli a Led (Mipix di Barco) lunghi 1,3 metri, in totale 182mila led RGB, che consente di animare gli edifici con creazioni sempre diverse. La luce diventa quindi l'elemento con il quale un grande complesso di uffici di notte si trasforma in uno scenografico schermo per creazioni artistiche.



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