ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Proroga mostra "se fosse un angelo di leonardo ..."

13/02/20

Animata da un notevole afflusso di pubblico è stata prorogata fino al 20 aprile 2020 la mostra "Se Fosse un Angelo di Leonardo … L’Arcangelo Gabriele di San Gennaro in Lucchesia e il suo restauro". Attribuito da Carlo Ludovico Ragghianti alla scuola del Verrocchio e da Carlo Pedretti al giovane Leonardo da Vinci, l’Angelo Annunciante è la più grande fra le sculture ascritte al maestro del Rinascimento.

Animata da un notevole afflusso di pubblico è stata prorogata fino al 20 aprile 2020 la mostra "Se Fosse un Angelo di Leonardo … L’Arcangelo Gabriele di San Gennaro in Lucchesia e il suo restauro". Attribuito da Carlo Ludovico Ragghianti alla scuola del Verrocchio e da Carlo Pedretti al giovane Leonardo da Vinci, l’Angelo Annunciante è la più grande fra le sculture ascritte al maestro del Rinascimento.
"Se Fosse un Angelo di Leonardo … L’Arcangelo Gabriele di San Gennaro in Lucchesia e il suo restauro", promossa da MIBACT, Soprintendenza ABAP Lucca e Massa Carrara, Opificio delle Pietre Dure, Arcidiocesi di Lucca e Leo-Lev, è a cura di Ilaria Boncompagni, Oreste Ruggiero e Laura Speranza. Catalogo di Polistampa Edizioni, con introduzione di Mikhail Piotrovsky, Direttore Generale Museo Statale Hermitage, San Pietroburgo.
L’opera, recentemente restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze grazie al finanziamento Leo-Lev, è un ricco patrimonio artistico e culturale che attesta l’attività scultorea della bottega di Andrea del Verrocchio e testimonia ulteriormente il poco conosciuto lavoro di Leonardo da Vinci come scultore.

La scultura policroma in terracotta alta 131 cm e raffigurante l’Arcangelo Gabriele era stata attribuita già nel 1958 alla scuola del Verrocchio dallo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, per poi essere riconosciuta nel 1999 da Carlo Pedretti come opera giovanile di Leonardo da Vinci. Eseguita alla fine del Quattrocento e collocata nella Pieve di San Gennaro a Capannori (Lucca), l’opera subì un grave danno nel 1773 quando, secondo alcuni documenti, cadde in frantumi dopo essere stata colpita da una scala.
Il restauro, finanziato dal Centro Leo-Lev e durato meno di un anno, è stato effettuato dal settore dei Materiali Ceramici, Plastici e Vitrei dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sotto la direzione di Laura Speranza.
L’Opificio ha anche realizzato una copia fedele dell’angelo in terracotta, attraverso la scansione in 3D dell’opera e con l’analisi e il recupero dei pigmenti originari e l’utilizzo della stessa tecnica pittorica, ottenendo una scultura che replica l’opera come se fosse ap-pena uscita dalle mani dell’artista che la produsse.
L’angelo e la sua replica sono esposti al primo piano del complesso Leo-Lev, dove i visitatori possono usufruire di contributi multimediali dedicati alla statua, al suo restauro e alla creazione della copia. Uno speciale filmato illustra il percorso di ritorno dell’angelo da Vinci attraverso la Valdinievole fino alla Pieve romanica di San Gennaro, dove sarà ricol-locato nel prossimo futuro.

“Questo evento rievoca che non sono importanti soltanto gli studi della tecnica pittorica - afferma Mikhail Piotrovsky, Direttore Generale Museo Statale Hermitage, San Pietroburgo - ma c’è altrettanta necessità degli studi degli aspetti filosofici e religiosi nell’opera di Leonardo da Vinci. La scultura in terracotta dell’Angelo Annunciante riflette perfettamente il tema della religione nell’arte”, di cui gli aspetti sono trattati nel catalogo della mostra.

Il Centro Leo-Lev è lieto di annunciare la proroga della mostra "Se Fosse un Angelo di Leonardo …" e di continuare ad onorare la memoria del Prof. Carlo Pedretti, il massimo e-sperto mondiale sull’arte e la vita del genio di Vinci.
Il professore intervistato da Piero Angela per la trasmissione Superquark interamente dedicata a Leonardo da Vinci, confermò la sua attribuzione aggiungendo che Leonardo, al tempo dei suoi studi sulla canalizzazione dell’Arno, potrebbe aver sostato a San Gennaro. Tracce della sua visita sono riportate nella carta di Windsor, redatta durante l’attività di ingegneria idraulica, nella quale sono raffigurate sia la Pieve di San Gennaro che il paesaggio.
La straordinarietà della scoperta, rilevata al grande pubblico dopo un oblio, si accompagna ad un’altra particolarità di rilevanza eccezionale. Se la statua fosse di Leonardo, allora saremmo in presenza di uno dei pochi esempi al mondo di scultura giunta ai giorni nostri, attribuite all’artista.
Sull’autenticità della terracotta il prof. Pedretti ha dichiarato: “Non sono io a dire che la scultura è di Leonardo, è la statua stessa. Il drappeggio del braccio, l’impostazione del corpo che suggerisce il movimento. Poi il particolare anatomico dei piedi. Ma soprattutto sono la capigliatura, tipica leonardesca, e il volto, quello delle sue prime immagini, dei suoi primi dipinti, che torna nelle opere più tarde di Leonardo”.



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