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Quella insostenibile ricerca della meteo estrema a tutti i costi

Il tempo non ha bisogno di spinte o raccomandazioni, non si può personalizzare, ma soprattutto non urla. Ecco allora una buona occasione per imparare a distinguere tra meteo e fantameteo.
del 06/10/17 -

Tempo piatto, senza cambiamenti, senza stimoli, sempre uguale giorno dopo giorno? Nessun problema, se i fenomeni meteorologici non arrivano ce li inventiamo.

Questo è il ragionamento, da alcuni addirittura posto in buona fede, ma dai più utilizzato per far leva sui grandi ascolti, che ha trasformato una scienza in un fenomeno da baraccone. Il metodo è stato ormai collaudato da anni di editoria meteo pseudo-professionale, quella che in sostanza va avanti a spese di chi invece, racconta il tempo per quello che è, magari noioso, ma onesto e soprattutto reale.

E allora se leggerete cose del tipo: “Anticipo di inverno”, significa che arriverà un refolo di aria fresca con calo delle temperature di qualche grado”. Oppure: “Diluvio in arrivo”, “Maltempo estremo” indicano il probabile passaggio di una normale perturbazione atlantica. Non mancheranno anche gli evergreen del tipo: “Sarà l’inverno più gelido del secolo”, “Gelo epocale”, oppure se in estate: “Caldo estremo”, “Italia nel forno”,”Mostro temporalesco, uragano, ciclone distruttivo”.

Ma si cari amici e lettori, ormai l’avete capito, la meteo vera non è mai – e sottolineo MAI – quella urlata, bensì quella che ci passa dinnanzi in punta di piedi. E’ quella che magari ti porta un tipo di tempo apparentemente fermo e amorfo, ma che dietro le quinte nasce da manovre colossali che neanche immaginiamo, le quali corrono e si articolano da una parte all’altra dell’emisfero.

La meteo non ha bisogno di spinte e raccomandazioni, fa tutto da sola. La meteo non si può personalizzare, non fa quello che vorremmo facesse. La meteo è già meravigliosa di suo e quando il tempo vi annoierà sarà l’occasione buona per approfondire quello che c’è dietro, perchè i processi che la regolano – ve lo assicuro – non saranno mai noiosi, anzi varranno certamente una laurea, proprio quella che qui in Italia ancora non c’è…

Luca Angelini



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