Recruiting 4.0 – La grande rivoluzione del lavoro

Fino a vent’anni anni fa, il mezzo principale per la ricerca del lavoro era il curriculum vitae stampato e consegnato a mano presso tutte le aziende. Poi è arrivato internet con i social media e i siti aggregatori di annunci.
del 13/12/17 -

LA SVOLTA DIGITALE NEL SETTORE HR: È ANCORA NECESSARIA LA FIGURA DEL RECRUITER?

EVOLUZIONE DEL LAVORO

Fino a vent’anni anni fa, il mezzo principale per la ricerca del lavoro era il curriculum vitae stampato e consegnato a mano presso tutte le aziende. Poi è arrivato internet con i social media e i siti aggregatori di annunci.

Per le agenzie per il lavoro diventa dunque cruciale comprendere a pieno le sfide e le opportunità legate all’evoluzione tecnologica.

PageGroup, leader mondiale nella ricerca e selezione di personale, in occasione dei suoi vent’anni in Italia, ha analizzato attraverso 7 trend l’evoluzione della pratica di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, coniando a tal proposito una nuova espressione, ossia “recruiting 4.0”.

La differenza con il precedente concetto di recruiting non riesiede tanto nella presenza dello strumento tecnologico, quanto nelle modalità di utilizzo, utili a ridurre i tempi di incontro tra domanda ed offerta e a fornire maggiori informazioni in entrambi i sensi (candidato/azienda).

I 7 TREND DEL CAMBIAMENTO

1. Informazioni in tempo reale

“Anche nel mondo del lavoro – spiega PageGroup – cambia il concetto della fiducia che non è più una prerogativa dell’azienda nei confronti del dipendente: la Generation Z ha aspettative molto elevate nei confronti dell’azienda e, di conseguenza, del CEO che la rappresenta. La reputazione delle azeinde sarà quindi sempre più un punto cardine nel mercato del lavoro digitalizzato, per attrarre e trattenere i talenti.”

Un esempio lampante è Glassdoor, una piattaforma di annunci di origine statunitense, in cui il candidato può “chiacchierare” con i dipendenti e i manager che attualmente lavorano in una determinata azienda per scoprirne i punti di forza ed eventuali debolezze, ma anche leggere recensioni anonime sul clima di lavoro, il tempo di percorrenza per raggiungere il luogo di lavoro e la descrizione degli spazi.

2. L’algoritmo per competenze e valori e “il lavoro che trova il candidato”

Già oggi, grazie ai big data, si stanno affermando sistemi evoluti in grado di elaborare informazioni infinite e complesse relative alle aziende e ai comportamenti degli utenti. Il recruiting sarà una questione di matching tra il candidato più in linea con la ricerca sulla base di algoritmi e le parole chiave che renderanno possibile valutare l’aderenza ai valori aziendali. Entrare in contatto con professionisti specializzati, altrimenti introvabili sui siti che frequentano, in base ai loro reali interessi e azioni, è la nuova sfida che si pone davanti alle società di ricerca e selezione.

«Un esempio è in questo caso il Cv Catcher, progetto pilota avviato proprio da Page Group in Francia: il candidato carica online il proprio cv, la tecnologia avvia una ricerca semantica e per parola chiave (compresi i sinonimi), identificando tutte le posizioni che si accordano con il profilo descritto. Ogni volta che un nuovo impiego corrisponde all’identikit del cv, il candidato riceve una notifica», scrive Page Group.

3. La dematerializzazione degli uffici

Il lavoro sarà sempre più indipendente da un luogo fisico oltre che autonomo per ciò che riguarda tempo e spazio. L’ufficio come vissuto oggi non esisterà più a favore di spazi lavorativi in affitto o “on demand”,a seconda dell’esigenza.

4. La delocalizzazione dei talenti

Le nuove assunzioni si focalizzeranno solo su competenze, specializzazione e caratteristiche personali coerenti al ruolo. La postazione fissa entrerà in disuso per lasciare spazio alla collaborazione di talenti da tutto il mondo.

5. La realtà aumentata

La digitalizzazione introdurrà nel mercato del lavoro la sperimentazione della realtà aumentata in maniera sempre più coinvolgente. La possibilità per l’azienda di condividere con il candidato delle esperienze interattive in grado di valorizzare i servizi grazie a un coinvolgimento sensoriale completo e ad una esperienza capace di divertire, informare e dettagliare le caratteristiche del brand.

6. Il cv non sarà più il primo contatto

Non si chiederà più il cv in prima istanza, ma solo dati di contatto sufficienti per coinvolgere il candidato. Solo successivamente, grazie al Crm proprietario, si richiederà l’eventuale invio del cv.

7. Il ruolo dell’head hunter/recruiter

Sarà sicuramente più facile avvalersi delle nuove tecnologie per organizzare delle shortlist di candidati, ma la valutazione finale dovrà essere fatta comunque da esperti in grado di valutare tutto ciò che un algoritmo non è in grado di analizzare. La comprensione dei bisogni e delle caratteristiche della personalità - ancora essenziali per un’efficace corrispondenza di una persona a un ruolo - deve essere fatta necessariamente in un meeting avvalendosi di specifiche competenze e specializzazione, altra parola chiave per la sopravvivenza del settore.

È ANCORA NECESSARIA LA FIGURA DEL RECRUITER ?

“Il recruiting -osserva Tomaso Mainini, manager director di PageGroup- è un servizio professionale che si basa fortemente sulle relazioni costruite nel tempo. Fino a quando non verrà ideata una tecnologia in grado di cambiare e adattarsi a seconda di ciò che accade, o di interagire empaticamente con l’essere umano, la professione del recruiter avrà senso di esistere".



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