ARTE E CULTURA
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Regium Lepidi - Il Museo digitale di Reggio Emilia

03/06/15

La tecnologia digitale e il tema della visione.

FotoLa fondazione romana di Regium Lepidi è cronologicamente collocata nel secondo secolo a.C. ma il suo sviluppo più significativo è datato tra il primo e il secondo secolo d.C.

Ai Musei Civici di Reggio Emilia, nei giorni scorsi, è stata presentata una ricostruzione della città romana del primo impero, attraverso applicazioni mediali.

Il percorso digitale offerto ai visitatori del museo, consente di prendere coscienza dei cambiamenti e delle trasformazioni che hanno interessato la città e di capacitarsi degli aspetti di conservazione e di mantenimento dei suoi tratti fondamentali.
“Il progetto implica un approccio interdisciplinare, già utilizzato per analoghi casi di studio, e richiede l'integrazione di diverse specializzazioni, dall'archeologia alla geologia, dalla topografia al telerilevamento”. 1)
Gli strumenti tecnologici a disposizione del visitatore sono vari, dall'Oculus Rift alle piattaforme olografiche, ai software di realtà aumentata.

Mentre provavo le installazioni e i monitor olografici ho ripensato alla mostra di Piero della Francesca, allestita al Palazzo Magnani di Reggio Emilia, a poche centinaia di metri dai Musei Civici e mi è capitato di pensare che si trattasse dello stesso intreccio di cultura e scienza,e che nei software di archeologia digitale appena inaugurati si potesse individuare l'evoluzione del processo di visione prospettica: una forma di mediazione e di trasmissione della conoscenza che da visiva (prospettica) diventasse polisensoriale (immersiva-olografica).
La prospettiva si configura come risultato di applicazione di regole geometriche, codificate da artisti e matematici come Piero della Francesca, Leon Battista Alberti e Luca Pacioli.

Il tema dello sguardo sulla finestra aperta, che è l'essenza della prospettiva, è stato più volte aggirato, negato e rifiutato nel corso del ventesimo secolo.
L'immersione diretta nell'esistenza, come avviene nelle proiezioni olografiche e nella realtà aumentata, consente il superamento della prospettiva brunelleschiana parallelamente alla concettualità dell'arte contemporanea.
La rappresentazione sul piano dei corpi tridimensionali si trasforma in ripetizione digitale che supera la cornice (la finestra di Leon Battista Alberti); questa esperienza modifica anche la percezione del tempo.
La pittura costruisce una dimensione che non appartiene né al passato né al presente; il dipinto è una rievocazione o l'espressione di un'idea.
La fotografia al contrario è generalmente acquisita come documento o registrazione di un evento passato; nella definizione di Roland Barthes è infatti identificata con “ il ritorno del morto”.

L'esperienza dell'immersione diretta, come nel caso della Regium Lepidi digitale, sostituisce l'atto di guardare (al passato) con l'interazione con una realtà (presente) in cui si può intervenire, influenzando l'ambiente.

Se si pensa ad un'azione di marketing o di intrattenimento si è fuori strada.
Non si tratta di un tentativo di legittimazione di una forma di spettacolo parascientifico, ma di una nuova modalità di trasmissione della conoscenza.
Ritenere che contenuti affidabili e precisi siano fruibili soltanto attraverso i canali tradizionali dello studio e dell'apprendimento sarebbe come ostinarsi a volere leggere solo pergamene manoscritte.

La digitalizzazione della cultura, e in questo caso dell'archeologia, i sistemi a infrarosso e penna digitale o l'utilizzo di sistemi di informazione geografica utilizzati al museo di Reggio Emilia, rinnovano la relazione tra le varie discipline del sapere e l'essenza della sua evoluzione.

Paola Nicoli.

1) Comunicato stampa “Regium@Lepidi-Project 2200″



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