SPETTACOLO
Comunicato Stampa

RIGOLETTO di Verdi al Teatro A. Galli di Rimini

23/12/19

"il capodanno più lungo del mondo" 1, 3 e 4 gennaio 2020. Regia di Paolo Panizza. Direttore d’orchestra e maestro concertatore M° Massimo Taddia. Orchestra della Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna. Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli, preparato dal M° Matteo Salvemini

FotoRIGOLETTO di Verdi al Teatro A. Galli di Rimini per "il capodanno più lungo del mondo" 1, 3 e 4 gennaio 2020
Regia di Paolo Panizza.
Direttore d’orchestra e maestro concertatore M° Massimo Taddia. Orchestra della Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna.
Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli, preparato dal M° Matteo Salvemini

Nell'ambito del "Capodanno più lungo del mondo", torna il tradizionale appuntamento con l'Opera e il Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli che, per inaugurare il 2020, presenta un nuovo allestimento di Rigoletto.
1, 3 e 4 gennaio 2020.


RIGOLETTO
melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave,
tratto dal dramma storico “Il re si diverte” (Le roi s’amuse)
di Victor Hugo..
Musica di Giuseppe Verdi


Regia di Paolo Panizza.
Direttore d’orchestra e maestro concertatore M° Massimo Taddia.
Orchestra della Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna.
Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli, preparato dal M° Matteo Salvemini

Produzione Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli APS,
in collaborazione con Kansai Nikikai Public Interest Corporated Association di Osaka
e Oles-Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento.

Con il patrocinio e il contributo del Comune di Rimini.

Mercoledì 1 gennaio 2020 ore 17, venerdì 3 e sabato 4 ore 20 - Teatro Galli.

il CAST:

Il Duca di Mantova è interpretato dal tenore Carmine Riccio,
Rigoletto, buffone di Corte, è il baritono Andrea Zese,
Gilda, figlia di Rigoletto è interpretata dal soprano Giulia Della Peruta nelle recite dell’1 e del 4 e dal soprano Ayako Suo nella recita del 3 gennaio.
Il sicario Sparafucile, è interpretato dal basso Paolo Battaglia,
Maddalena, sorella di Sparafucile è il contralto Antonella Colaianni.
Giovanna, custode di Gilda, è il mezzosoprano Elisa Luzi che presta la voce anche alla Contessa di Ceprano.
Il Conte di Monterone è il baritono Gaetano Triscari,
Il cavaliere Marullo è il baritono Giuseppe Esposito,
il cortigiano Matteo Borsa è il tenore Roberto Carli,
il conte di Ceprano è interpretato dal basso Luca Gallo,
il soprano Ilenia Tosatto è un paggio della Duchessa e Riccardo Lasi, basso, interpreta un usciere di corte.

Cavalieri, dame, paggi, alabardieri sono interpretati dal Coro Lirico Città di Rimini Amintore –Galli.
L’opera è sottotitolata.

Rappresentata per la prima volta a Venezia presso il Teatro La Fenice l’11 marzo 1851, Rigoletto è la prima delle opere della “trilogia popolare” di Verdi (Rigoletto, La Traviata, il Trovatore) cosi definita perché di grande successo e diffusione.
Fra i tre capolavori della ‘trilogia’, ha per protagonista il carattere più complesso e sfaccettato, il buffone Rigoletto, capace di passare dallo scherno indegno nei confronti di un padre cui hanno violentato la figlia (Monterone) all’amore paterno e ossessivo nei confronti della figlia propria. Fa il buffone alla corte di un libertino Duca di Mantova, godendo probabilmente di vantaggi, ma odia quell’ambiente dissoluto e “dannato”.
Nasconde, infatti, alla figlia il proprio lavoro, per vergogna e per proteggerla. A nulla purtroppo servirà, perché il destino, tanto caro a Verdi, diventerà il vero protagonista di questa vicenda e stritolerà Rigoletto con l’avverarsi della maledizione scagliata contro di lui da Monterone, il padre deriso. Un destino che è una sorta di karma ante litteram; un destino che, se sfidato, può essere ancora più atroce e la vendetta di Rigoletto si ritorcerà infatti tutta contro di lui.

Spiega Claudia Corbell, Presidente del Coro Lirico A. Galli:
“La collaborazione del Coro Amintore Galli con due interessanti realtà artistiche: Kansai Nikikai Public Interest Corporated Association di Osaka e Oles-Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento, da cui ha avuto origine questa nuova coproduzione, ha l’obiettivo primario di allargare i reciproci orizzonti artistici.
Uno scambio culturale trasversale può favorire per ciascuno dei soggetti coinvolti un arricchimento non indifferente, sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista organizzativo. Gli allestimenti operistici, come tutti ben sanno, hanno costi molto elevati e l’unione di più realtà artistiche permette una ottimizzazione delle risorse finalizzata a mantenere alto lo standard proposto al pubblico.
Rigoletto dopo Rimini verrà allestito in Giappone, a Osaka.
Non da ultimo, le collaborazioni permettono a ciascuno di ampliare il proprio raggio di visibilità. In questi ultimi anni, grazie alle coproduzioni, il Coro si è esibito in importanti kermesse liriche e su importanti palcoscenici del mondo, ultima prestigiosa performance quella del Cultural Palace di Amman in Giordania in Occasione dell’Opera Festival, con ‘Il Barbiere di Siviglia” di Rossini”.




NOTE DI REGIA di Paolo Panizza.

Rigoletto è la prima delle opere della cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi. Popolare perché di grande successo e diffusione, ma popolare anche per le origini non nobili dei protagonisti: il buffone Rigoletto, la mantenuta Violetta di Traviata e il Manrico Trovatore, figlio di una zingara. L’opera entra nell’introspezione, nei sentimenti di personaggi più vicini a noi, alla gente. Meno intrighi di corte e più intrighi dell’anima.
Rigoletto, tra i tre capolavori, ha per protagonista il carattere più complesso e sfaccettato, capace di passare dallo scherno indegno nei confronti di un padre cui hanno violentato la figlia, all’amore paterno e ossessivo nei confronti della figlia propria. Fa il buffone alla corte di un dissoluto Duca di Mantova, godendo probabilmente di vantaggi, ma odia quell’ambiente dissoluto e “dannato”. Nasconde infatti alla figlia il proprio lavoro, per vergogna e protezione. A nulla purtroppo servirà perché il Destino, tanto caro a Verdi, diventerà il vero protagonista di questa vicenda e stritolerà Rigoletto con l’avverarsi della Maledizione contro di lui scagliata da quel padre deriso. Un Destino che è una sorta di karma ante litteram - tu manchi di rispetto al dolore di un padre ferito/adesso senti anche tu cosa si prova -; un Destino che, se sfidato, può essere ancora più atroce e la vendetta di Rigoletto si ritorcerà infatti tutta contro di lui. La Maledizione, sembra dirci Verdi, siamo noi stessi e le azioni troppo spesso inconsulte che intraprendiamo.
Ho cercato di dare allo spettacolo un taglio molto cinematografico, con piani diversi anche nella scena, pensata e costruita proprio con l’intento di raccontare nel modo migliore possibile quest’avvincente storia, come mio solito nel rispetto della musica e del libretto. Il contesto del Capodanno riminese, a cui sono legatissimo, non mi sembra peraltro il più adatto per letture sperimentali, ma pur nella linea della “tradizione” popolare e di costume mi sono preso alcune libertà. Ad esempio, preferisco vedere la difformità di Rigoletto più nella sua morale che nel fisico e per questo gli faccio usare e poi dismettere una gobba solo nel primo quadro, come arnese del proprio mestiere, restituendogli poi un’umanità più vicina a noi e non dettata dall’obsoleto concetto di brutto fisico/brutto morale; la casa dove Rigoletto tiene rinchiusa la figlia Gilda preferisco vederla come una “gabbia dorata” per il suo unico amore, una sorta di giardino incantato violato poi dal Duca/lupo. Lupo che sul finale del primo atto faccio ritornare perché anch’esso per un momento torna umano... e lo dice Verdi all’inizio del secondo atto con le parole del Duca stesso: “Ella mi fu rapita! E quando, o ciel... ne’ brevi istanti, prima che il mio presagio interno sull’orma corsa ancora mi spingesse! Schiuso era l’uscio!... la magion deserta! E dove ora sarà quell’angiol caro?... colei che poté prima in questo core destar la fiamma di costanti affetti?... colei sì pura, al cui modesto accento quasi tratto a virtù talor mi credo!... “. Egli non sa ancora che Gilda si trova ora proprio nel suo palazzo... E quando si vedranno per Gilda sarà forse una lieta sorpresa, ma assai breve perché il lupo, come si sa, perde solo il pelo...



Info Biglietteria:
gestita dal Coro Lirico Galli in Piazza Cavour 31 tutti i giorni con orario continuato dalle ore 11 alle ore 19
tel. 348-3678827 (attivo dal 10 dicembre per sole informazioni; prenotazioni telefoniche dal'11 dicembre)


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