ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Rimbalzo congiunturale della produzione lombarda nel 3° trimestre 2020 (+21,2%), -5,2% sull'anno precedente

19/11/20

L’indice manifatturiero di Unioncamere Lombardia torna a crescere rispetto al trimestre precedente (+21,2%) ma è ancora negativo su base annua (-5,2%). La contrazione tendenziale della produzione lombarda interessa ancora la maggior parte dei settori, ma compaiono primi segnali positivi. La pressione maggiore rimane sul comparto artigiano e sul sistema moda

Foto“Nel terzo trimestre, come previsto, la ripresa delle attività ha permesso al settore manifatturiero lombardo un significativo recupero dei livelli produttivi” - dichiara il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. “L’incremento congiunturale dell’indice della produzione per l’industria e per l’artigianato supera il +20% rispetto al trimestre precedente. Questa crescita congiunturale interessa sia la domanda interna che quella estera e anche il fatturato si allinea alle altre variabili: l’aumento rispetto al trimestre precedente è del +20,7% per le aziende industriali e del +23,4% per l’artigianato. Ciò nonostante le previsioni degli imprenditori per il trimestre invernale sono improntate ad un cauto pessimismo e su base tendenziale i dati rimangono ancora negativi.”

Il terzo trimestre 2020 registra un rimbalzo congiunturale consistente della produzione industriale (variazione congiunturale destagionalizzata +21,2%) e un’attenuazione della contrazione tendenziale (la variazione tendenziale è contenuta al -5,2%).
Andamento simile anche per la produzione delle aziende artigiane manifatturiere: +25,2% la variazione congiunturale destagionalizzata e -5,3% la corrispondente variazione tendenziale.

INDUSTRIA: L’indice della produzione industriale si riporta oltre quota 100 (106,3 dato destagionalizzato) ma non raggiunge ancora il livello di fine 2019 (111,1).

ARTIGIANATO: Per le aziende artigiane l’indice della produzione risale a quota 93,8 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), lontano dal livello di riferimento dell’anno base.

LE DINAMICHE SETTORIALI
Rispetto allo stesso trimestre del 2019 nell’industria virano in positivo Minerali non metalliferi (+1,5%) e Legno-mobilio (+1,1%), settori legati al comparto edilizio che potrebbero beneficiare degli incentivi per le ristrutturazioni ed efficientemente energetico. Tiene il comparto Alimentare (-0,4%) con un tasso di utilizzo degli impianti superiore al 75% e domanda estera in crescita del 3,9%. Registrano contrazioni inferiori alla media Gomma-plastica (-3,0%), Chimica (-3,1%) e Meccanica (-3,9%). Quest’ultimo risultato è importante vista la specializzazione produttiva della nostra regione. In più forte contrazione si trovano i settori delle Manifatturiere varie (-6,5%), della Siderurgia (-6,9%), della Carta-stampa (-7,4%) e dei Mezzi di trasporto (-8,6%). Prosegue, invece, la contrazione dei livelli produttivi a due cifre per i settori legati al comparto moda: Abbigliamento -12,5%, Pelli-calzature -14,4% e Tessile -21,2%.
Il fatturato cresce per il Legno-mobilio (+3,2% tendenziale), i Minerali non metalliferi (+2,3%) e le Industrie varie (+0,4%), che sono riusciti anche a smaltire parte delle scorte accumulate. Il Pelli-calzature registra una fortissima contrazione del fatturato (-30,8%) e le scorte sono ancora in eccedenza (+12,5% il saldo esuberanti-scarse). Sul versante della domanda interna sono ancora i Minerali non metalliferi e le Industrie varie (+3,1% tendenziale entrambi) a registrare i maggiori incrementi, ma sono positivi anche il Legno-mobilio (+1,6%) e la Chimica (+1,3%). La domanda estera cresce solo per Minerali non metalliferi (+3,9% tendenziale) oltre agli alimentari (+3,9%), ma è ancora negativa per settori molto esposti sui mercati esteri, quali: Pelli-calzature (-24,8%); Abbigliamento (-10,2%); Siderurgia (-9,9%); Chimica (-7,7%); Meccanica (-2,4%). I Mezzi di trasporto, che presentano la maggior quota di fatturato estero (61,6%), registrano ordini dall’estero pressoché stabili (-0,2%).

Il quadro settoriale dell’artigianato mostra solo i Minerali non metalliferi in significativo recupero dei livelli produttivi (+2,2% tendenziale). Flessioni limitate si registrano per la Gomma-plastica (-1,6%) e gli Alimentari (-1,8%), mentre diminuzioni tendenziali comprese tra il -3% e il -5% caratterizzano la Siderurgia (-3,6%), la Meccanica
(-4,2%) e il Legno-mobilio (-5,2%). Ancora gravi le perdite per Tessile (-7,8%), Carta-stampa (-8,5%), Manifatturiere varie (-9%) e Abbigliamento (-11,7%), fino ad arrivare al crollo registrato dalle Pelli-calzature (-32%).

Il dato medio generale nasconde andamenti disomogenei non solo a livello settoriale ma anche tra le stesse imprese: le aziende industriali che segnalano una forte contrazione produttiva scendono al 47% (erano il 71% lo scorso trimestre) mentre quelle che indicano incrementi di produzione superiori al 5% salgono al 28% (erano il 16% lo scorso trimestre). L’andamento per l’artigianato è simile, con la quota di aziende in forte contrazione che scende al 46% e quelle in crescita che passano dal 17% al 31%.

FATTURATO E ORDINATIVI
Il fatturato a prezzi correnti per l’industria riduce le perdite al -4,4% su base tendenziale approssimandosi ai livelli del 2019 (l’indice destagionalizzato si attesta a 124,6). Per le imprese artigiane il fatturato soffre maggiormente (-5,5% tendenziale) ma l’indice di Unioncamere Lombardia (94,8) si avvicina nuovamente al livello dell’anno base (2010=100) dopo aver toccato il livello minimo storico lo scorso trimestre (76,8).
Gli ordinativi dell’industria registrano risultati su base tendenziale simili sia dall’interno (-4,1%) che dall’estero (-4,4%), recuperando rispetto allo scorso trimestre. Per l’artigianato i risultati si differenziano per i due mercati, con una maggior sofferenza per il mercato interno (-8,1%) e minore per l’estero (-5,1%). La quota del fatturato estero sul totale rimane elevata per le imprese industriali (38,9%) ed è ancora poco rilevante per le imprese artigiane (7,4%).

DOMANDA E PRODUZIONE
Le aspettative sulla domanda futura degli imprenditori industriali rimangono complessivamente negative ma mostrano ancora un leggero miglioramento rispetto allo scorso trimestre, più per il mercato interno che per l’estero. L’avvicinarsi della stagione fredda con la possibilità di nuove restrizioni in seguito alla maggior diffusione dei contagi, hanno portato ad un minore ottimismo degli imprenditori lombardi circa le prospettive di recupero della domanda.
Per le aspettative sulla produzione la cautela degli imprenditori è maggiore dopo il forte recupero dello scorso trimestre, e lascia intravvedere un leggero incremento del pessimismo. Sia per domanda che per produzione la quota di imprenditori che prevede livelli stabili è superiore al 50%.
Per l’artigianato le aspettative seguono una dinamica simile, ma in questo caso i saldi sono più negativi.

OCCUPAZIONE
L’occupazione presenta un saldo negativo per l’industria (-0,4%) ancora contenuto dato l’irrigidimento generale del mercato del lavoro dovuto ai provvedimenti nazionali, con il tasso d’uscita all’1,8% e il tasso di ingresso all’1,4% entrambi in crescita. Si fa evidente la ripresa delle attività nel ricorso alla CIG che diminuisce considerevolmente: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione scende dal 71% al 39% e la quota sul monte ore torna al 4,1%.
Saldo occupazionale negativo (-0,3%) anche per l’artigianato - con tassi d’ingresso (1,5%) e uscita (1,8%) in aumento rispetto al trimestre precedente ma ancora in linea con i valori minimi storici. Cala fortemente il ricorso alla CIG con il 32% delle aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione; la quota sul monte ore scende al 4,3%.
Le aspettative sull’occupazione sono ancora in miglioramento, ma in questo caso, la quota di imprenditori che non prevede variazioni di rilievo sale al 79%. Il dato è fortemente influenzato dal blocco dei licenziamenti e dalla possibilità di ricorrere alla CIG, per cui l’impatto effettivo sui livelli occupazionali sta slittando in avanti.
Per l’artigianato le aspettative sull’occupazione mostrano una dinamica simile e, in questo caso, chi non si aspetta variazioni di rilievo è pari all’83%.

I dati presentati derivano dall’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia relativa al terzo trimestre 2020 nell’ambito del progetto Focus Imprese che ha riguardato un campione di più di 2.600 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (più di 1.500 imprese) e artigiane (più di 1.100 imprese).

I documenti di analisi completi e le slide di presentazione dell’Indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia sul settore manifatturiero lombardo/3° trimestre 2020 sono disponibili al seguente link http://www.unioncamerelombardia.it/?/menu-di-sinistra/Dati-statistici-e-analisi-economiche/Indagini-trimestrali-settoriali).

Visualizzazione interattiva dei dati:
http://www.unioncamerelombardia.it/?/menu-di-sinistra/Dati-statistici-e-analisi-economiche/Indagini-trimestrali-settoriali/Andamento-produzione-manifatturiera



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