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Comunicato Stampa

Roma, al Mipaaf il convegno “Consorzi e Made in: come veicolare l’eccellenza”

11/12/19

Semplificazione delle prassi e comunicazione, Origin Italia sta con il Made in Italy Nel lavoro quotidiano delle realtà consortili, che sarebbero circa 1.000 solo in Italia, la priorità è trovare soluzioni per semplificare l’operatività. La Ministra Bellanova punta sulla comunicazione della qualità come risposta ai dazi americani

FotoEsportatori importanti ma anche molto copiati: solo nell’agroalimentare ogni anno vengono esportati prodotti per 42 miliardi di euro e allo stesso tempo vengono copiati prodotti per 100 miliardi di euro, utilizzando fraudolentemente il marchio Made in Italy o facendo riferimenti illeciti al nostro Paese. E’ su tale premessa che la Sen. Teresa Bellanova, Ministra delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha costruito il suo intervento al convegno “Consorzi e Made in: come veicolare l’eccellenza”, tenutosi proprio al Mipaaf nell’ambito del progetto #iostocolmadeinitaly, la campagna ideata e creata dal massmediologo Klaus Davi che propone al centro dell’agenda politica il Made in Italy, con lo scopo di dar vita ad una legge che tuteli l'eccellenza italiana.

“Con le imitazioni perdiamo tanta ricchezza – ha spiegato la Ministra - che invece potrebbe essere investita nelle nostre imprese. Dobbiamo intervenire sulla normativa, sugli strumenti, sulla logica dei dazi dannosa per il nostro Paese ma soprattutto sulla comunicazione. Ai dazi americani infatti intendiamo rispondere con una grande campagna di comunicazione, negli USA e nei Paesi dove si possono permettere il costo del Made in Italy, per parlargli della bontà del medesimo. Con i dazi le nostre imprese stanno pagando un prezzo ingiusto per colpe che non hanno – ha insistito – e con questo progetto di comunicazione voglio parlare ai cittadini americani, spiegando loro che l’aumento dei dazi non fa solo un danno economico ai Paesi che ne vengono coinvolti, ma anche ai cittadini stessi, perché li priva di prodotti di eccellenza per dare spazio al junk food. Investire in comunicazione – ha concluso – vuol dire investire nella trasparenza dell’etichettatura e nella tracciabilità obbligatoria; non siamo noi che dobbiamo inseguire i prezzi bassi per stare sul mercato ma dobbiamo rivendicare le motivazioni per cui i nostri prodotti costano di più, ovvero il non sfruttamento della forza lavoro e l’utilizzo di materie prime di qualità”.

La condivisione delle proposte della Ministra Bellanova ed il trovare un’intesa per semplificare la vita operativa quotidiana dei consorzi favorendo così lo sviluppo dei prodotti e delle denominazioni che hanno necessità di crescere, è in sintesi anche il pensiero di Cesare Baldrighi, Presidente di OriGIn Italia, espresso durante il predetto convegno che egli stesso ha colto come occasione per“ribadire alle Istituzioni la necessità di avere un Ministero che ci accompagni dal punto di vista delle norme nonché per interloquire ed organizzarci. Nel contesto attuale, caratterizzato da rapidi mutamenti degli scenari di riferimento è importante riuscire ad operare velocemente – ha spiegato Baldrighi – e per questo motivo a livello consortile si rende necessario snellire le prassi e rendere le cose più facili a livello operativo, a quelle denominazioni di origine e rispettivi consorzi obbligati a sottostare alle normative esistenti. Come associazione che riunisce una parte importante delle denominazioni italiane, sia pur di diverso peso economico e con diverse organizzazioni interne dovute alla grande eterogeneità dei prodotti rappresentati, ritengo sia fondamentale trovare una soluzione in tale direzione, facendoci ognuno carico delle proprie responsabilità. Sia per difendere i più piccoli che vogliono crescere, sia per aiutare le realtà più strutturate con ambizioni internazionali a raggiungere i propri obiettivi di sviluppo. E’ una strada che possiamo e dobbiamo percorrere, perché come è vero che i rapporti con le istituzioni portano a galla gli stessi argomenti tanto per i grandi quanto per i piccoli consorzi, allo stesso modo è vero che il nostro lavoro cammina sulle gambe delle aziende. Snellire le prassi vuol dire anche venire incontro al mondo produttivo”.

Nel medesimo contesto si è altresì tenuta la presentazione della prima Banca Dati dei Consorzi Italiani- realizzata dall’Agenzia di comunicazione di impresa di Klaus Davi - che si propone come strumento a cui ispirarsi per tutelare gli interessi delle aziende italiane all’interno del prossimo Parlamento Europeo e non solo. La Banca Dati fotografa lo status quo del mondo consortile italiano: le realtà esistenti ad oggi sono circa 1.000, distribuite in tutte e 20 le Regioni e di queste ad essere specializzate nel settore agroalimentare – che comprende vini DOC e DOCG e prodotti alimentari DOP ed IGP – sono ben il 23%, così a sua volta ripartito: vino (31,23%), frutta e verdura (19,65%), formaggi e latticini (13,33%), salumi (10,18%) e olio (6,67%); la voce “altro” è al 18,95%.

I lavori del Convegno sono stati aperti da Filippo Gallinella, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, il quale ha fatto riferimento al “semaforo” sui prodotti agroalimentari che ha tenuto banco nei dibattiti di questi giorni: “non esistono cibi nocivi ma comportamenti sbagliati. Se vogliamo lavorare per la tutela del Made in Italy dobbiamo far capire che la Dieta Mediterranea è quella giusta e che i cibi sani vanno coltivati con una giusta educazione. Spaventare un consumatore con un bollino rosso su un prodotto di alta qualità è sbagliato – ha aggiunto – è chiaro che si deve mangiare nelle giuste dosi, tutto diventa nocivo se assunto oltre misura. L’assurdo è che prodotti artificiali di cui non si conosce nemmeno l’origine degli ingredienti abbiano ottenuto il pallino verde: il Parlamento si è già espresso in merito e continueremo a farci sentire, anche a Bruxelles”.
“Oggi torniamo a parlare del ‘Made in’ – continua l’on. Gallinelli - e lo facciamo attraverso la testimonianza di consorzi di tutela di alcuni dei più importanti prodotti del nostro immaginario agroalimentare. Ma il made in non è solo food. Per tale motivo abbiamo bisogno di maggiori regole, sia a tutela delle aziende nazionali oneste, sia dei consumatori che sono sempre più attenti alla qualità del prodotto e all’ambiente. La forza del nostro Paese è proprio nell’alta qualità che caratterizza le numerose realtà presenti sul territorio”.

Tra gli intervenuti anche Giulio De Rita ricercatore del CENSIS, che ha presentato la Ricerca CENSIS sul percepito delle Eccellenze italiane, Massimo Gargano Direttore Generale ANBI, Marco Mergati INDICAM, Centromarca per la lotta alla Contraffazione, Anna Flavia Pascarelli Dirigente Ufficio Agroalimentare ICE Agenzia seguite da un confronto con alcuni dei Presidenti di Consorzi Dop, DOC e Igp e GDO presenti.


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