ARTE E CULTURA
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Schembari - Occhipinti : ricercati dalla poesia

07/12/10

Si delinea il profilo di due poeti contemporanei di notevole spessore nel pamorama letterario ibleo, durante il sabato letterario del 4 Dicembre 2010 presso il palazzo della Cultura a Modica. Una poetica di forte imopegno umano, sociale e civico quella dei due autori che continuano a ricevere riscontri e premiazioni per il loro impegno.

SCHEMBARI - OCCHIPINTI : RICERCATI DALLA POESIA

Così vengono definiti Emanuele Schembari e Giovanni Occhipinti, poeti iblei contemporanei, dal prof. Domenico Pisana durante il sabato letterario del 4 dicembre 2010, tenutosi a Modica presso il Palazzo della Cultura, parafrasando una poesia di Pablo Neruda : “ Accadde in quell’età...La poesia venne a cercarmi, no so da dove sia uscita da inverno o fiume, Non so come né quando, no, non erano voci, non erano parole né silenzio, ma da una strada mi chiamava... “. Certamente entrambi sono autori di notevole spessore, con numerose pubblicazioni non solo di poesie, ma anche di saggi, racconti, critica letteraria ed articoli giornalistici. Testimoni entrambi di esperienze poetiche diverse, danno voce alla cultura del e nel nostro territorio. Pisana, con l’abilità di un critico attento, nel descrivere le loro peculiarità coglie l’essenza del loro stile letterario. In Schembari, così, sottolinea la pragmatica di uno scrittore all’avanguardia che con veemenza irrompe anche sui fatti della storia, con la forza di un linguaggio che vuole essere certamente non un fattore distruttivo o denigrante di denuncia sociale, ma uno stimolo incitatore per un cambiamento. In Occhipinti, invece, ne traccia subito uno stile colto che diventa il linguaggio dei contrari : finito ed infinito, limite ed illimitato, mutabile ed immutabile. Parola metafisica, dunque. E nel concetto del poeta stesso la parola va cercata, perché si è persa la “lingua remota” della terra.
A darne un profilo maggiormente delineato è stata la Dr. Elisa Mandarà, autrice e critica letteraria. Emanuele Schembari da sempre si è distinto stilisticamente per l’uso di toni coinvolgenti, toni che danno “animus” a tutte le attività in cui lo stesso si è dedicato, proposto, che ha denunciato. Il suo nucleo tematico è decisamente insito in un rapporto viscerale e sanguigno della sua visione civica, così appare chiaro leggendo tra le righe ed interpretando il suo pensiero che la “rabbia” linguistica altro non è che una reazione, quasi di causa ed effetto, contro la perdita di valori della società, di insofferenza di un uomo che cerca e non trova i giusti riscontri (“ Poligono circoscritto “). Nelle ultime raccolte si avverte una poesia di toni differenti, riempita di vita attraverso delle metafore. Schembari mostra qualità poco comune: una finezza introspettiva che rileva tutta la sua capacità narrativa quando si spoglia di quella “rabbia” e si orienta verso la verità impalpabile ed indefinibile della psiche umana. Tutti possono descrivere qualunque aspetto della vita e del modus vivendi, del rei cotidianae, ma sono davvero in pochi quelli che penetrano ed affondano l’animo umano e danno parole all’inesprimibile, al contorto e complesso processo di elucubrazione del sentire ed agire degli uomini, in un miscuglio di istinto e razionalità. E sui versi di Emanuele Schembari “ e la speranza rimarrà un poligono circoscritto “citati dal regista teatrale Gianni Battaglia, l’Associazione Culturale Incontri Mediterranei – Helios vuole lasciare un’immagine significativa del pensiero del poeta.
Giovanni Occhipinti è un autore, definito dalla Mandarà di “scrittura multiversa”, dove la poesia assume poli opposti di espressività, resi coesi e compatti dal suo linguaggio stilistico. Tra i suoi nuclei tematici c’è, certamente, quello della problematica esistenziale del microcosmo umano. Dal ’73 in poi, la sua opera letteraria pare segnata da una circolarità, quasi seguisse una tecnica architettonica per disegnare un’organizzazione del ciclo cosmico della vita, partendo dall’attualità trasfigurata in una dualità di intenti e valori. In “ Dalla placenta del mare “ si assiste ad una ricerca di Dio tramite un approccio metafisico, sospeso tra preghiera e poesia. Il suo è uno stile dall’evidente impatto emotivo, dal lessico moderno, una poesia prosaica che passa dal logos alla musicalità. Esorcizza la cultura di massa, auspica a un recupero, anche parziale, del passato. Contro la brutalità del mondo appariamo al poeta “orfani dei nostri padri “, un input il suo che vuole ricondurci alla riflessione e alla ricerca di noi stessi. Poesia, dunque, intesa come valore conoscitivo. Giovanni Occhipinti il 5 dicembre 2010 ha ricevuto la Targa d’Argento, consegnata da Lorenzo Migliore, esponente politico ragusano, durante la terza rassegna ArtIncontro promossa dall’Associazione Culturale “Officina 90” di Ragusa.



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