Secondo un'indagine Kroll Ontrack il 50% delle aziende che perde le email impiega mezza giornata per recuperale

La perdita di email rappresenta un problema non solo in termini di perdita di contenuti importanti ma anche di tempo impiegato a recuperarle: circa il 50% delle aziende che ha perso email e documenti, impiega infatti almeno mezza giornata di lavoro per recuperali. È quanto emerge da un’ indagine realizzata da Kroll Ontrack, azienda leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics, su un campione di 326 individui: il 57% composto da personale IT, il 17% da ingegneri, il 14% da forza vendita, il 4% dalla funzione marketing e il restante 8% appartenente ad altre categorie. Dalla ricerca emergono dati interessanti soprattutto in merito al tempo che viene impiegato per recuperare i dati persi e quanto è grave un’interruzione del lavoro: circa il 59% delle aziende ha impiegato mezza giornata; circa il 14% degli intervistati ha impiegato molti giorni; circa il 5% non è mai riuscito a recuperare le email perse.
del 10/10/12 -

– Lo scorso anno circa la metà delle aziende ha perso dati dalle due applicazioni di gestione email e contenuti aziendali più usate al mondo, Microsoft® Exchange Server e Microsoft® Office SharePoint® Server, e il 59% ha impiegato almeno una mezza giornata lavorativa per recuperarli. Ciò è quanto emerge da una recente analisi condotta da Kroll Ontrack, azienda leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics, su un campione di 326 individui tra manager IT, ingegneri e forza vendita proveniente da aziende multinazionali.

Nell’ultimo anno il 42% delle aziende ha perso almeno una volta i dati da Exchange o SharePoint, mentre il 25% ha subito più perdite. Il grado di gravità della perdita dei dati è stato differente: il 20% delle aziende l’ha classificata a un livello uno, ossia una grave interruzione, analogamente al blocco di un sistema; il 16% ha dichiarato che la sua perdita era di livello due o interruzione rilevante, mentre il 37% l’ha classificata a un livello tre di interruzione occasionale e il 18% a un livello quattro di interruzione minima.

“Per molte aziende, a prescindere dalla dimensione, la posta elettronica significa tutto dalle comunicazioni interne fino a importanti scambi di email con i clienti relativi a fatturazioni e pagamenti”, afferma Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack in Italia. “L’email – e l’infrastruttura Exchange – è coinvolta in ogni livello della vita aziendale. La perdita di queste informazioni sottrae risorse all’azienda perché genera un elevato numero di richieste per il recupero e il ripristino dei dati e di conseguenza un carico di lavoro aggiuntivo per gli amministratori IT”.

Alla domanda circa il tempo impiegato per recuperare i dati a seguito delle più recenti perdite in Exchange e SharePoint, il 59% delle aziende ha risposto di aver impiegato almeno una mezza giornata e il 14% parecchi giorni, mentre il 5% ha dichiarato di non esserci mai riuscita. Per ripristinare i dati, il 26% ha affermato di aver utilizzato un backup esistente seguito da un 21% che ha dichiarato di essersi avvalso di competenze all’interno dell’azienda; il 18% invece è riuscito a ricrearli e il 14% ha utilizzato un software per il recupero dati. Il 60% degli intervistati ha risposto che la perdita dei dati ha comportato un impatto finanziario di 50,000 dollari o più, mentre il 3% ha subito una perdita superiore a 1 milione di dollari.

“Sulla base dei risultati di questa indagine, risulta chiaro che gli episodi di perdita di dati da queste importanti applicazioni aziendali rappresenta una sfida continua per l’IT”, aggiunge Salin. “Anche un singolo caso di perdita dati e di recupero può essere estremamente dispendioso per l’azienda. Esistono però strumenti che sono in grado di ripristinare in modo granulare messaggi, allegati e persino note e contatti, eliminando la necessità di un server di recovery. Tali strumenti possono far risparmiare alle aziende nella fase di recupero più del 50% del tempo rispetto all’impiego dei tradizionali metodi”.

Lo studio ha coinvolto 326 individui: il 57% era composto da personale IT, il 17% da ingegneri, il 14% era rappresentato da forza vendita, il 4% dalla funzione marketing e il restante 8% è stato identificato come appartenente ad altre categorie.

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