Shiitake e steatosi epatica

Il grasso epatico rappresenta il 5% del peso dell'organo; si parla di steatosi quando questa percentuale è superata a causa di un accumulo di grasso all'interno delle cellule epatiche.
del 20/06/16 -

Il fegato grasso, conosciuto anche con il nome di steatosiepatica, è una condizione medica caratterizzata da un accumulo di grasso superiore alla quantità fisiologicamente presente in questa ghiandola, ovvero il 5% del peso totale dell’organo.

Una delle cause principali sono le cattive abitudini alimentari: l’elevato consumo di carni raffinate, cibi trattati, alcolici, bevande zuccherate, dolci e alimenti ricchi di conservanti e coloranti sono alla base di questa problematica. In particolare, l’elevato consumo di zuccheri può provocare nell’organismo uno stato di iperglicemia che stimola il pancreas a rilasciare enormi quantità di insulina, ormone ad azione ipoglicemizzante che favorisce l’ingresso del glucosio nella cellula, che a lungo andare può causare l’instaurarsi dell’insulino-resistenza. L’iperglicemia è spesso seguita da uno stato di ipoglicemia, dovuto a una secrezione massiccia di insulina, che provoca il rilascio di ingenti quantità di cortisolo, un glucocorticoide ad azione iperglicemizzante, in grado di ridurre l'affinità dei recettori insulinici con l'insulina stessa, abbassandone la capacità legante con il suo recettore. Altre cause possono essere il consumo di cibi contaminati da pesticidi o altre sostanze tossiche e l’abuso di farmaci.

Come risultato finale si ha l’instaurarsi dell’iperinsulinemia che favorisce la sintesi epatica di FFA, incrementando la glicolisi e promuovendo l’accumulo di trigliceridi anche a causa della ridotta epatica di Apo B-100, proteina necessaria per la dismissione epatica di trigliceridi sotto forma di VLDL.

L’accumulo epatico di acidi grassi è responsabile della saturazione dalla beta-ossidazione mitocondriale,ì fondamentale via metabolica di utilizzo degli acidi grassi. La stessa iperinsulinemia è in grado di operare unì vero e proprio blocco di tale via metabolica (G. Vendemiale, 2007),ì con accumulo di lipidi a livello del fegato che “ingrassa”, uno dei fattore scatenanti dell’obesità.

Il fungo Shiitake ha dimostrato possedere benefici per la salute, tra cui l’abbassamento dei lipidi plasmatici e prevenire l’aumento di peso corporeo. La sua azione si esplica tramite una riduzione dell’accumulo di lipidi a livello epatico; il meccanismo è mediato dall’eritadenina, una purina alchilata con un frammento di zucchero ossidato in grado di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Questo fungo riduce i livelli della lipoproteina LDL, responsabile del deposito di colesterolo a livello dei vasi sanguigni, e aumenta il livello di CYP7A1 mRNA, favorendo una migliore funzionalità epatica (HYUN YANG et al., 2013).

Inoltre, l’estratto acquoso del fungo Shiitake ha dimostrato essere in grado di ridurre i livelli ematici dell’aspartato transaminasi (AST) e dell’alanina transaminasi (ALT) nei topi e ha anche inibito la variazione
morfologica e la proliferazione delle cellule stellate epatiche (HSCs) che svolgono un ruolo centrale nella fibrosi epatica, in maniera dose-dipendente e senza citotossicità. Dai risultati di diversi studi sembra che i polifenoli contenuti nello fungo Shiitake siano dei potenziali candidati responsabili degli effetti nepatoprotettivi (Akamatsu S et al., 2004).

Fonti bibliografiche:
1. G. Vendemiale. Metabolic syndrome and frailty. G Gerontol 2007;55:48-53
2. HYUN YANG, INHO HWANG, SUN KIM, EUI-JU HONG and EUI-BAE Jeung. Lentinus edodes promotes
fat removal in hypercholesterolemic mice. Exp Ther Med. 2013 Dec; 6(6): 1409–1413. Published
online 2013 Oct 8.
3. Akamatsu S, Watanabe A, Tamesada M, Nakamura R, Hayashi S, Kodama D, Kawase M, Yagi K.
Hepatoprotective effect of extracts from Lentinus edodes mycelia on dimethylnitrosamine-induced
liver injury. Biol Pharm Bull. 2004 Dec;27(12):1957-60.



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