ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

SHIPWRECK CRIME, la Mostra personale di Italo Rondinella

13/07/20

Doppio evento di finissage 15 luglio 2020, ore 18 Ateneo Veneto, Sala Tommaseo - Campo San Fantin 1897, Venezia 16 luglio 2020, ore 19 Magazzini del Sale / magazzino 5 - Dorsoduro 262, Venezia

FotoIn occasione dell'ultima settimana di apertura della mostra Shipwreck Crime del fotografo Italo Rondinella, aperta all’interno degli antichi Magazzini del Sale di Venezia dal 30 maggio scorso, con il supporto di Ateneo Veneto e della Reale Società Canottieri Bucintoro 1882, l’autore è lieto di invitare il pubblico a un doppio evento di finissage.

Mercoledì 15 luglio alle ore 18, presso la Sala Tommaseo dell’Ateneo Veneto (Campo San Fantin 1897, Venezia), la Prof.ssa Caterina Carpinato, Vice Presidente dell’Ateneo, dialogherà con l’autore Italo Rondinella sulle tematiche del progetto in mostra. La conversazione verterà altresì sull’esperienza vissuta dell’autore durante i recenti mesi di confinamento a Venezia e nella laguna.
Verranno proiettati due video reportage, realizzati da Rondinella per la TV Pubblica Svizzera: “La laguna di Venezia ai tempi del Covid19” e “Venezia riparte”.
Parteciperà al dibattito, su questi temi, l’architetto Leo Shubert, Console Onorario di Svizzera a Venezia.
Per questo evento - data la limitata disponibilità di posti a sedere, anche in ragione delle prescritte regole di distanziamento - sarà necessario prenotare scrivendo una mail a info@ateneoveneto.org.

Giovedì 16 luglio alle ore 19, presso il magazzino 5 dei Magazzini del Sale (Dorsoduro 262, Venezia, sede della mostra), Italo Rondinella intervisterà Mohammad Hosseini, sul viaggio che dall’Afganistan, attraverso Iran, Turchia, Grecia e molte altre tappe lo ha portato a Venezia a lavorare come imprenditore di successo nel settore della ristorazione.
Introdurrà l’intervista Francesco Casellati, Presidente della Reale Società Canottieri Bucintoro 1882.

La mostra Shipwreck Crime consta di una serie di oggetti personali appartenuti alle centinaia di persone che – nella speranza di raggiungere il territorio europeo – hanno tentato di attraversare il breve tratto di mare che separa la costa turca dall’isola greca di Lesbo. Molti di loro non ce l’hanno fatta.

44 oggetti – abiti, scarpe, biberon, salvagenti e molto altro – sono stati fotografati dall’autore così come rinvenuti sulla riva e successivamente raccolti per formare, insieme alle immagini, il corpus di questa mostra che ha lo scopo di restituire dignità alle storie anonime di coloro a cui sono appartenuti.

Il progetto è stato realizzato a più di due anni di distanza da quando il flusso migratorio dalla Turchia all’Europa ha conosciuto il suo picco più alto. In quel tratto di costa turca tra Babakale e Ayvalık si alternano a singhiozzo spiagge frequentate da vacanzieri a tratti vuoti, dove sono stati trovati gli oggetti dei naufraghi. Al fine di rappresentare queste due realtà parallele, l’autore ha incluso negli spazi di mostra il sonoro della spiaggia frequentata dai bagnanti, appositamente registrato dal vivo.

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