ECONOMIA e FINANZA
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Sicurezza, flessibilità e garanzie – Dopo Industria e Lavoro 4.0, la Società 4.0 è alle porte

23/10/17

Il bello di un concetto nuovo come l’Industria 4.0 non è solo lo scenario che tale prospettiva apre, con i suoi nuovi obiettivi e le enormi opportunità che mette a disposizione, ma soprattutto l’enorme mole di argomenti, problematiche e questioni che ad esso si collegano e da esso traggono nuova forza e nuovi spunti di sviluppo.

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Il bello di un concetto nuovo come l’Industria 4.0 non è solo lo scenario che tale prospettiva apre, con i suoi nuovi obiettivi e le enormi opportunità che mette a disposizione, ma soprattutto l’enorme mole di argomenti, problematiche e questioni che ad esso si collegano e da esso traggono nuova forza e nuovi spunti di sviluppo.

Parlare di Industria 4.0 ha reso ben presto inevitabile parlare di Lavoro 4.0, allargando poi ulteriormente il campo dell’analisi non solo al mercato del lavoro, ma soprattutto agli effetti sociali del lavoro. Tra questi va inclusa, sicuramente, tanto la previdenza sociale, che in questo momento deve necessariamente ripensarsi e ristrutturarsi, quanto la crescita e lo sviluppo socio-economico del contesto di riferimento, per il quale, alla luce dell’evoluzione degli eventi, non è più sufficiente adottare il PIL come indicatore di base.

È proprio sulla valutazione del benessere collettivo che si incentra la discussione, già posta al centro dell’annuale legge di Bilancio. Benessere che trova oggi nuove definizioni e nuovi parametri di riferimento, nello specifico 12 nuovi indicatori delineati da un apposito Comitato costituito in base alla legge 163 del 2016. È così che, nella discussione su in che modo e in che misura la collettività tragga beneficio dall’attività economica e dal contesto in cui è inserita, vengono considerati utili parametri di valutazione l’efficienza della giustizia, la riduzione dell’abbandono scolastico, la crescita dell’occupazione femminile, la lotta alla povertà assoluta e alle disuguaglianze sociali. Queste due ultime problematiche sono quelle che hanno più di tutte una forte presa sull’opinione pubblica, forse perché più facilmente percepibili e immediatamente valutabili.

Ancora una volta, il benessere di una collettività, da cui consegue, vicendevolmente, il benessere dell’economia, non può essere definito esclusivamente da indicatori numerici come il PIL, ma deve riuscire a “mettere a sistema” anche elementi non numerici, quali la percezione dell’equità sociale, la sicurezza del sostegno previdenziale e la garanzia dell’azione giuridica, politica e istituzionale. È qui che, come sostiene anche il Centro Studi Economico Finanziario ESG89, si gioca la vera partita sulla crescita sociale e sullo sviluppo economico della società. Un sistema socio-economico in grado di crescere e svilupparsi positivamente deve riuscire a includere nell’equazione non solo le nuove dinamiche lavorative dell’Industria 4.0 e dei nuovi concetti di sharing e sviluppo condiviso, ma anche le implicazioni sociali che questi nuovi paradigmi impongono, sfruttandoli al meglio e creando le premesse per l’adeguamento della società stessa alle nuove esigenze e ai nuovi ritmi di mercati, lavoratori e istituzioni.

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