Social Network: tutti i problemi derivanti da un cattivo utilizzo

Diversi studi stanno mostrando dati allarmanti in rapporto ad un cattivo utilizzo dei vari social network, che creano dipendenza, problemi sul lavoro e minano la nostra sicurezza online.
del 15/04/14 -

Non è la prima volta che i social network si trovano sul bancone degli imputati a causa degli effetti controproducenti che provocano in molti utilizzatori, soprattutto nelle fasce dei più giovani.

Dati alla mano, l’Italia continua ad essere uno dei paesi maggiormente influenzati dall’utilizzo delle nuove tecnologie, con un una percentuale di users del solo Facebook di oltre il 50% della popolazione.

A preoccupare sono piuttosto il numero di ore trascorse a “spiare” la vita degli altri, come risulta da uno studio condotto da IMR Ricerche: il 38% di intervistati ammette di esagerare con l’utilizzo dei nuovi media, ed un 6% addirittura sostiene di essere letteralmente dipendente.

Le ragioni di un tale fenomeno sono forse in parte spiegate dall’Università del Nord Carolina, che studiando le reazioni degli utenti nell’utilizzo di Facebook ha individuato il rilascio di una piccola scarica di dopamina nel corpo per ogni “consenso” che proviene dalla comunità virtuale.

In sostanza è come se si provasse “un mini orgasmo” nel ricevere i famosi “mi piace” su un proprio status, una foto piuttosto che un commento postato sul social.

Questo fenomeno in crescita inizia a coinvolgere non solo le fasce dei più giovani ma anche quella degli adulti, che spesso per ragioni lavorative si trovano costantemente connessi in rete grazie a smartphone e tablet.

I dati mostrano che la presenza sui social, per quanto sia più massiccia nelle ore serali, non è comunque assente durante il corso della giornata. “Controllare il proprio profilo” è divenuta una sorta di emergenza e non sono pochi quelli che oltre al controllo si lascino scappare più di qualche interazione nonostante si trovino in ufficio.

In America, le varie interazioni sui social sono diventate ormai una prova indiziaria, durate controversie in tribunale per cause di licenziamento o sospensione sul lavoro, della scarsa professionalità degli impiegati.

A queste problematiche bisogna aggiungere un altro dato in crescita: quello della frode e dei casi di furti di identità, che avvengono sempre più spesso tramite le varie informazioni veicolate sui social network.

Quella del cosiddetto “hacking sotterraneo” è un’economia in crescita che si nutre delle distrazioni degli utenti e del cattivo utilizzo dei vari canali di comunicazione. I livelli di sicurezza online sono messi sempre più a dura prova a causa del continuo aumeno di transizioni ed acquisti fatti online.

Senza rendercene conto a volte i nostri profili sono monitorati da appositi spyware o trojan istallati suoi nostri dispositivi, pronti a copiare password o dati sensibili scambiati con noncuranza tramite social network e posta elettronica.

Un motivo in più per limitare allora l’utilizzo di Facebook e compagni, che da pratici strumenti di comunicazione e interazione sociale, possono divenire “nemici” tanto nel lavoro quanto per la nostra sicurezza.



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