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Spiegare il giorno dei morti ai bambini

La morte è un tema spesso doloroso e difficile da accettare, anche da adulti. Spiegare la morte ai bambini non è un compito semplice e non c’è una regola su come e quando farlo. Il giorno dei morti è un’occasione per dare maggior valore a questa ricorrenza e per far comprendere ai bambini che la morte è una fase naturale della vita.
del 22/10/18 -

Il giorno dei morti si celebra il 2 Novembre in quasi tutto il mondo, e questa può essere un’occasione per spiegare ai bambini la morte in maniera comprensibile e leggera.

Spiegate ai bambini che in molti paesi del mondo i defunti vengono celebrati con festeggiamenti e feste di origine pagana, per allontanare la paura, per esorcizzare le superstizioni e celebrare le persone amate con allegria, proprio come avrebbero voluto loro.

Trascorrete la notte di Halloween con loro raccontando leggende e storie di paura, divertitevi con loro cucinando dolci dall’aspetto disgustoso ma in realtà deliziosi, mascheratevi insieme e scegliete un tema per decorare la vostra casa. Non dimenticate però di dedicare una parola e un pensiero ai vostri defunti, per avvicinare le due dimensioni di gioia e tristezza legati a questa celebrazione.

Le origini del Giorno dei morti

I Celti credevano che in questa magica notte tutte le leggi fisiche che regolano lo spazio e il tempo venissero sospese, rendendo possibile la fusione del mondo reale e dell’aldilà. Si pensava che i morti tornassero per conquistare un corpo e rivivere. Per difendersi dall’eventualità di essere posseduti, i contadini dei villaggi spegnevano i fuochi nei camini e si mascheravano da mostri gironzolando tra le case per spaventare vivi e morti. La festa di Halloween sbarcò negli USA intorno al 1840, grazie agli emigranti irlandesi che fuggivano dalla carestia di patate che aveva colpito la loro patria.

Il Cristianesimo tentò di eliminare tutte le antiche festività pagane dando loro una connotazione diversa (integrandole o demonizzandole). Papa Bonifacio IV istituì la festa di Tutti i Santi, durante la quale venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre due secoli le due festività procedettero affiancate, sino a che Papa Gregorio III ne fece coincidere le date, cancellando di fatto l’antica usanza celtica.

Il giorno dei morti nel mondo

Messico
Il giorno dei morti in Messico ha origine nelle culture indigene. Rituali di celebrazione dei morti risalgono forse a 3000 anni fa. Nell’era pre-ispanica era d’uso comune conservare i teschi ed esporli durante i rituali che simboleggiavano la morte e la rinascita.
In molte regioni del Messico il 1° novembre onora bambini e neonati (Dia de los Innocentes), mentre i morti adulti sono celebrati il 2 novembre (Dia de los Muertos).
Durante questi giorni le famiglie visitano le tombe, le puliscono e le decorano con offerte di fiori e cibo.
Le usanze variano di città in città: c’è chi banchetta sulle tombe dei propri cari, chi invece si maschera e danza con costumi colorati e maschere a forma di teschio o di diavolo. Alcuni aprono le porte ai visitatori per scambiare candele con cibo in segno di rispetto per i morti recenti.
Altri innalzano altari elaborati o festeggiano in modo simile all’Halloween statunitense.

Stati Uniti
Persone mascherate onorano i morti portando un’urna dove mettere biglietti con preghiere per i defunti. In altre comunità si innalzano altari per celebrare le vittime delle guerre, o si accompagnano i bambini mascherati a bussare alle porte per il “Dolcetto o Scherzetto”.

Filippine
Le tradizioni del giorno dei morti sono state importate nelle Filippine durante l’era coloniale spagnola. Le tombe sono pulite e ripitturate, vengono accese candele e offerti fiori. Intere famiglie campeggiano nei cimiteri e alcune trascorrono una notte o due presso la tomba dei parenti. Giochi di carte, canzoni e danze sono attività comuni nei cimiteri.

Il giorno dei morti in Italia

Secondo la cultura tradizionale di molte località italiane, le anime dei defunti tornano dall’aldilà per vagare nelle vie dei borghi.

È consuetudine visitare i cimiteri e portare in dono fiori sulle tombe dei propri cari. In molte località italiane è diffusa l’usanza di preparare i dolci dei morti.

In Sicilia durante la notte di Ognissanti la credenza vuole che i defunti della famiglia lascino dei regali per i bambini insieme alla frutta di Martorana e altri dolci caratteristici. Si crede che a celebrare la messa dei morti siano le anime dei preti che ingannarono i fedeli, non celebrando, per avidità di guadagno, le messe per cui avevano ricevuto le elemosine. Le messe sono invece ascoltate da quei morti che, per pigrizia o negligenza, non parteciparono alle messe in vita: i siciliani le chiamano appunto misse scurdate.

In Friuli i morti vanno in pellegrinaggio nei santuari e nelle chiese lontane dai centri abitati, sempre di notte: i racconti parlano di defunti che escono dai cimiteri vestiti di bianco e con scarpe di seta, avvolti nel lenzuolo funebre. Chi dovesse entrare durante una di queste visite, morirebbe al canto del gallo.

In molte località è forte il tema del ritorno dei morti nei giorni successivi al decesso. In Molise, dopo che il cadavere è stato portato al cimitero, i parenti abbandonano la casa per un giorno e una notte per permettere al morto di tornare a rifocillarsi.

In Calabria in autunno i morti tornano per un mese intero. Così le famiglie mettono ogni sera sul tavolo un piatto di cibo, una bottiglia di vino, una brocca d’acqua. In qualche paese si lascia addirittura un mazzo di carte da gioco, affinché i defunti possano rivivere i passatempi della vita.

In Sardegna i morti fanno ritorno nelle case soprattutto nella notte del primo agosto: i familiari lasciano apparecchiata la tavola per il pasto notturno dei loro defunti.

Più diffusa in tutta Italia è invece la credenza che i morti tornino nella notte tra l’1 e il 2 di novembre. In alcune aree del Veneto si tramanda che i morti tornino per riposare: nelle campagne intorno a Vicenza, la mattina del due novembre le donne si alzano più presto del solito e si allontanano dalla casa dopo aver rifatto i letti, perché le povere anime del purgatorio possano trovarvi riposo.

In Piemonte le famiglie si recano in visita al cimitero, abbandonando le case perché le anime dei trapassati possano rifocillarsi. La sera di Ognissanti è usanza radunarsi a recitare il rosario e cenare con le castagne. Finita la cena, la tavola non viene sparecchiata: rimane imbandita col resto avanzato. Verranno i trapassati a cibarsene.

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