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Storie di ripartenza nel settore food: il caso AJI, tra delivery e take away

Il marchio di cucina giapponese e asiatica solo per asporto e consegna a domicilio, ideato da Claudio Liu, interpreta i vincoli e le opportunità di questa epoca. Il progetto di interior di Maurizio Lai disegna il contesto per una originale gestione dello spazio e un innovativo modello di business. Il “White Paper” di Design Tech for Future affida proprio a Maurizio Lai le riflessioni sul futuro della ristorazione.
del 05/06/20 -

Il mondo del food si confronta con inediti scenari, vincoli, sistemi normativi e abitudini di consumo. Nuove opportunità si aprono per chi sa offrire agli ospiti esperienze originali, inventando nuovi processi e format. È il caso di AJI, il marchio di asporto e consegna di cibo asiatico ideato da Claudio Liu, a cui Maurizio Lai ha dato forma, spazio, profondità e dimensione tattile, con un progetto di interior che riflette l’eleganza e l’impeccabile servizio del brand.

L'architetto Maurizio Lai da anni progetta per il settore della ristorazione, sviluppando una ricerca che non si limita al visibile, ma agisce sulla costruzione delle esperienze per dare forma al modello di business dei brand. Per questo è stato selezionato come coordinatore del tavolo di lavoro dedicato alla ristorazione di DesignTech for Future, il “White Paper” promosso dal DesignTech Hub di MIND Milano Innovation District.

AJI: il concept e la formula
Il format di AJI è unico nel suo genere: specialità asiatiche di qualità superiore vengono lavorate in una cucina ad alto tasso tecnologico, consegnate rapidamente, curate e sostenibili. Un solo tavolo, un unico ambiente che si affaccia sulla cucina a vista: il modello di AJI rimane avanguardistico e innovativo anche in questo periodo di distanziamento forzato.

AJI offre non solo servizio di asporto, ma anche di consegna: gestita direttamente dal marchio, con mezzi e personale dedicato, assicura la massima cura di ogni dettaglio, dalla cucina a casa. Per perfezionare la sicurezza del delivery, i box verranno presto dotati di uno speciale film antibatterico.
L'imprenditore Claudio Liu, socio fondatore di AJI e titolare di IYO e IYO AALTO, ha annunciato anche il progetto di realizzare una Dark Kitchen a Milano Est: sarà così possibile raggiungere una clientela maggiore, offrendo gli stessi piatti, prodotti e la cura che contraddistinguono il marchio.

Quello di AJI è un ambiente pensato per restituire alla clientela il senso di velocità e qualità che contraddistingue la proposta gastronomica. Lo spazio è costruito per la gestione dell’attesa: Maurizio Lai disegna il tempo che le persone trascorrono mentre il cibo viene finalizzato, realizzando un livello di esperienza che agisce sulle emozioni e utilizza la materia per restituire al pubblico i valori del marchio.

L'architetto usa la luce per espandere l’ambiente: il soffitto si trasforma in una tela tridimensionale, con corpi pendenti affiancati a un pattern geometrico costruito con luci e riflessi. Superfici satinate in gres ad effetto travertino, elementi di arredo su misura, impreziositi da giochi di luce trasportano il design in un ambiente solitamente affidato ad una progettazione prettamente funzionale. Lo spazio integra, senza discontinuità di linguaggio, l’ampia ed elegante cucina su strada, dove si consuma a vista dei passanti, il rituale di preparazione di piatti raffinati.

Il futuro della ristorazione nel “White Paper" DesignTech for Future

Con le sue riflessioni sul futuro della ristorazione, Maurizio Lai ha contribuito alla definizione di DesignTech for Future, il “White Paper” promosso dal DesignTech Hub di MIND Milano Innovation District: un documento programmatico per la ripartenza, strutturato in 13 tavoli di lavoro tematici, firmato da una task force internazionale composta da progettisti, aziende e professionisti di settore.

Il coordinamento del tavolo dedicato alla ristorazione è stato affidato proprio a Lai che, in collaborazione con Paolo Barichella (Food Lifestyle), ha stilato riflessioni e linee guida per il settore della ristorazione: per affrontare l’emergenza Covid-19 tra design e innovazione.
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“Il fenomeno del food delivery, di cui già negli ultimi anni si è registrata una forte diffusione e il debutto nel mondo dell’alta cucina - come nel caso di AJI - ha di fatto anticipato il mutamento in atto” afferma Lai. “Ghost Kitchen o Cloud Kitchen, dedicate alla distribuzione del cibo esclusivamente all'esterno della struttura, andranno a crescere, mentre per le start-up sarà il momento di lanciare soluzioni innovative o usufruire di spazi come le Virtual Kitchen.”

Lai riflette sulla ripartenza del mondo del food non solo dal punto di vista del business: ambiente, distanze, comfort ed experience saranno elementi sempre più cruciali nella definizione dei nuovi spazi della ristorazione. L’architetto prevede processi di sanificazione attiva per purificare gli ambienti in completa sicurezza, nuove tecnologie per favorire operazioni touchless e liberare spazi. Oltre a una rinnovata organizzazione dei layout per garantire un senso di privacy e comfort.

ph courtesy AJI

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