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Taccuino di una sbronza - Paolo Roversi

08/05/17

Recensione: Taccuino di una sbronza - Paolo Roversi

FotoVoto: 7,0

Se trovate una frase carina e originale in rete quasi sempre è di Charles Bukowski. Ci sono così tante frasi attribuite a Bukowski, che delle volte mi vien da pensare che solo la metà sono davvero sue. Eppure se leggete qualcosa di lui, le sue frasi son sempre da citare.
Diverso è quando un autore dedica un romanzo a Charles Bukowski. La sfida può essere davvero ardua. In questo caso Paolo Roversi ha fatto un grande lavoro. Per cui non mi resta che complimentarmi con lui.






Di cosa parla?

- 09/03/1994 Carlo Boschi è un tranquillo impiegato di banca con una carriere ben avviata in procinto di sposarsi, si trova a Dublino dove col suo migliore amico festeggia l'addio al celibato.
A seguito di un sbronza Carlo perde i sensi e quando si risveglia dicendo di essere Charles Bukowski.

- 09/03/1994 Charles Bukowski muore presso la sua casa di San Pedro in California.

Il racconto parte appunto da Dublino per poi svolgersi interamente a Milano dove il protagonista continuerà nel suo delirio per tutta la vicenda stravolgendo la propria vita e quella di chi gli sta vicino.
Entreranno nella storia personaggi bizzarri e divertenti, artisti, alcolizzati, squatter, situazioni alla Train Spotting e facendoci rivivere la Milano degli anni 90, la Milano dei centri sociali ma anche la Milano annebbiata dall'immagine di Berlusconi, la televisione e i ben pensanti.


Commento

Paolo Roversi è un autore che ho già avuto il piacere di recensire nel suo lavoro "Solo il tempo di morire" e intervistare.
Il romanzo è sicuramente divertente. Le situazioni sono fortemente comiche come d'altra parte il filo conduttore della storia e cioè il delirio del protagonista che a seguito di un'amnesia si crede un personaggio famoso, appunto Charles Bukowski.
Il romanzo si fa leggere piacevolmente, scritto in maniera semplice e diretta senza però diventare superficiale e noiosa.
Tutto il romanzo rimane ovviamente un bell'omaggio allo scrittore scomparso, al suo carattere nichilista e bohemiene.
Molto divertenti i camuffamenti di personaggi famosi (Berloni-Berlusconi) e le stoccate al popolo italiano e alla sua politica, tanto a destra quanto a sinistra.
Un romanzo insomma che mette il buon umore con qualche spunto riflessione.


Ci faresti un film?

Non credo, ma lo facessi ci metterei Paolo e Luca come protagonisti


Citazione:

"Decise di lasciar perdere con la ricerca della verità: non voleva correre il rischio di beccarsi altre palate; meglio ritornare all'attività che più prediligeva: ubriacarsi e rimorchiare donne al bar"


Giudizio finale:

TRAMA: 7
STILE NARRATIVO: 7
SUSPENCE: 6
EFFETTO SORPRESA: 6,5
PERSONAGGI: 8,0
DIALOGHI: 8,0

Media: 7,0



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