SPETTACOLO
Comunicato Stampa

Teatro D. Fabbri, Forlì PARENTI SERPENTI con Lello Arena

07/12/21

La regia di Luciano Melchionna sul testo di Carmine Amoroso costruisce  uno spaccato di vita con un crescendo di situazioni di amarissima ironia e di forte critica sociale

FotoTeatro Diego Fabbri, Forlì

PARENTI SERPENTI
di Carmine Amoroso.

Con Lello Arena
e con Giorgia Trasselli
e con (in ordine alfabetico):
Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona.

Regia Luciano Melchionna.

Ideazione scenica Luciano Melchionna.
Scene Roberto Crea.
Costumi Milla.
Musiche Stag.
Disegno luci Salvatore Palladino.

Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, in collaborazione con Bon Voyage Produzioni | Festival Teatrale di Borgio Verezzi 2016.

Conosciuta dal grande pubblico grazie al film di Mario Monicelli, la commedia di Carmine Amoroso, già sceneggiatore del film del 1992, racconta di una famiglia (i genitori, due coppie e due single) che si ritrova ancora una volta per trascorrere il Natale presso la casa degli anziani genitori. Tutto dovrebbe correre via come sempre, ma così non è.

La regia di Luciano Melchionna costruisce  uno spaccato di vita con un crescendo di situazioni di amarissima ironia e di forte critica sociale-

Lo spettacolo si nsviluppa infatti in un crescendo di situazioni via via più dense di intolleranza ed egoismi: il  rapporto tra le generazioni e tra i "parenti" non trova elementi di vero confronto e composizione dei conflitti, ma solo individualismo ed ipocrisia, fino all'estremo.

 Ottima prova degli attori, ad iniziare da Lello Arena e poi da  Giorgia Trasselli,  Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona, nei ruoli che furono di  Psolo Panelli, Pia Velsi (nonna Trieste), Alessandro Haber, Marina Confalone, Eugenio Masciani, Monica Scattini, Tommaso Bianco....

Interessante anche la scelta di coinvolgere, fin dalla introduzione di nonno Saverio (nel film lintero racconto  era narrato dalla prospettiva di un giovane, Mauro, figlio di Lina e Michele, quasi sempre ignorato dai suoi superficiali e poco affettuosi genitori) e poi dai vari personaggi che entrano ed escono di scena attraversando un pubblico di spettatori che, in qualche modo, diventano attori, cioè partecipi.




"Immaginare Lello Arena, con la sua carica comica e umana, nei panni di papà Saverio mi ha fatto immediatamente sorridere, tanto da ipotizzare il suo sguardo come quello di un bambino intento a descrivere ed esplorare le dinamiche ipocrite e meschine che lo circondano nei giorni di santissima festività. È un genitore davvero in demenza senile o è un uomo che non vuole vedere più la realtà e si diverte a trasformarla e a provocare tutti?".

 "Viviamo in un’epoca in cui i valori, primo fra tutti il rispetto, stanno pian piano sparendo e l’egoismo sta prendendo decisamente il sopravvento sulla carità umana e sulla semplice, fondamentale, empatia. Prima o poi saremo tutti dei vecchi bambini bisognosi di cure, perché trasformarci in soprammobili polverosi, inutili e ingombranti?

 E ancora:

 "In quest’epoca in cui tutto e il contrario di tutto sono la stessa cosa ormai, con questa commedia passeremo dalle risate a crepapelle per il tratteggio grottesco e a tratti surreale dei personaggi al più turpe cambiamento di quegli esseri che – chi di noi non ne ha conosciuto almeno uno? – da umani si trasformeranno negli animali più pericolosi e subdoli: i serpenti” ( Luciano Melchionna)

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