ARTE E CULTURA
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Teatro Il Piccolo di Forli "Moderno 2"

11/12/19

Il più importante e longevo polo creativo di Teatro Ragazzi della Romagna apre la nuova rassegna dedicata al Teatro del nostro Tempo

TEATRO IL PICCOLO, FORLÌ . Centro di Produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri
Moderno 2, la nuova rassegna dedicata al Teatro del nostro Tempo.

il TEATRO IL PICCOLO di FORLÌ continua, grazie allo sforzo congiunto dell’Amministrazione Comunale e Accademia Perduta/Romagna Teatri, a confermare e rinnovare il prestigioso titolo di più importante e longevo polo creativo di Teatro Ragazzi di tutta la Romagna.



il TEATRO IL PICCOLO di FORLÌ continua, grazie allo sforzo congiunto dell’Amministrazione Comunale e Accademia Perduta/Romagna Teatri, a confermare e rinnovare il prestigioso titolo di più importante e longevo polo creativo di Teatro Ragazzi di tutta la Romagna.
La Stagione 2019/2020 del Teatro Il Piccolo è ancora votata all’ampia, accurata e qualificata attività di Teatro Ragazzi, esercitata sia sotto l’aspetto produttivo, peculiarità specifica della sala di via Cerchia che grazie al riconoscimento ministeriale di Centro di Produzione Teatrale conferito Accademia Perduta/Romagna Teatri la contraddistingue da altre realtà del territorio, sia sotto quello dell’ospitalità.

Tuttavia, in considerazione del fatto che nuove idee, fermento artistico e culturale, inedite direzioni e nuove prospettive sono la cifra specifica di coerenza della Direzione Artistica di Accademia Perduta/Romagna Teatri, la Stagione del Piccolo presenta quest’anno un’importante novità, inaugurando la rassegna MODERNO 2 – IL TEATRO DEL NOSTRO TEMPO.
Un cartellone “fresco”, innovativo e trasversale a più linguaggi artistici, che prosegue e amplia le traiettorie della Stagione Moderno del Teatro Diego Fabbri a cui si lega, non solo idealmente, con uno spettacolo rappresentato “in trasferta” e con Abbonamenti a prezzi di assoluta concorrenzialità per tutti gli abbonati alle varie rassegne del Teatro Comunale, de Il Piccolo e per tutti gli studenti della città.

Lo straordinario consenso dimostrato per il “Moderno” al Teatro Diego Fabbri che, già dalla scorsa Stagione, vanta centinaia e centinaia di abbonati e continui sold out a ogni rappresentazione, ha portato alla scelta di indagare questa direzione culturale e progettuale anche al Piccolo che, di fatto, in tanti anni, è stata la “casa” e “trampolino” di tante nuove esperienze artistiche, giunte poi ad affermazioni nazionali e internazionali (oltre alla stessa Accademia Perduta, si pensi alla Compagnia dei Barboni di Pippo Delbono, solo per citare un esempio…).

L’inedita rassegna Moderno 2 ospiterà, in apertura, Francesco Tesei, il più bravo e importante Mentalista italiano che, nell’ambito di una tournée in cui è chiamato in alcuni dei più importanti palcoscenici nazionali, torna a Forlì, sua città Natale, con il nuovo spettacolo Human. Seguirà il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, presente in cartellone con due titoli firmati da Marco Martinelli: fedeli d’Amore. Polittico in sette quadri per Dante Alighieri con Ermanna Montanari e Saluti da Brescello con Luigi Dadina e Gianni Parmiani. Poi ancora: Vincenzo Pirrotta con Storia di un oblio, un intenso monologo e una grandissima prova d’attore diretti da Roberto Andò; Ivano Marescotti con il brillante La lingua neolatrina e Ascanio Celestini con uno spettacolo di impegno e memoria sulla tragedia delle Fosse Ardeatine, I 20 anni di Radio Clandestina.

Nella Stagione 2019/20 del Teatro Il Piccolo, diverse sono poi le nuove produzioni e co-produzioni che Accademia Perduta/Romagna Teatri presenta al “suo” pubblico e alla “sua” città: PINOCCHIO, uno spettacolo di Marcello Chiarenza, diretto da Claudio Casadio e interpretato da Mariolina Coppola e Maurizio Casali; OZ, spettacolo ideato da Chiara Lagani e Luigi De Angelis di Fanny & Alexander, co-prodotto con Solares Fondazione delle Arti/Teatro delle Briciole ed E Production; L’USIGNOLO DELL’IMPERATORE, nuova creazione del giovane e talentuoso Pietro Piva e NASO D’ARGENTO con cui il Centro di Produzione forlivese prosegue il sostegno alla giovane formazione Progetto g.g. Questi spettacoli arricchiranno l’ampia programmazione di Teatro per Ragazzi che, come sempre, sarà suddivisa tra le rappresentazioni domenicali della rassegna Favole e le matinée di Teatro Scuola.





Moderno 2, la nuovissima rassegna proposta da Il Piccolo dedicata al Teatro del nostro Tempo

La grande, inaspettata novità che riguarda la nuova Stagione del Teatro Il Piccolo sarà la rassegna MODERNO 2, composta da sei spettacoli, trasversali a più linguaggi artistici, tra drammaturgie originali o di radice letteraria, a volte leggere e brillanti a volte impegnate, per confrontarsi con prospettive “altre” dei sentimenti e dei “tratti” del tempo che viviamo. Il cartellone espande dunque, fin dal nome, le traiettorie della Stagione Moderno del Teatro Diego Fabbri a cui è legata da uno spettacolo rappresentato “in trasferta” e con Abbonamenti a prezzi particolarmente convenienti per tutti gli abbonati alle varie rassegne del Teatro Comunale, de Il Piccolo e per tutti gli studenti della città.

L’inaugurazione di Moderno 2 è affidata a Human, ultima creazione del Mentalista più bravo in Italia, il forlivese FRANCESCO TESEI. Human propone uno sguardo sul mentalismo come modo per tornare a stupirsi delle magie dei rapporti umani. Attraverso la relazione con il pubblico, Human diventerà un’esperienza unica di condivisione e di co-creazione di ogni singola replica, in una suggestiva esplorazione di inconscio, ragione e di tutto ciò che vive a cavallo tra i due recuperando quegli aspetti strettamente umani che ci rendono ciò che siamo e che si stanno perdendo in questo mondo altamente tecnologico sempre più distratto, paradossalmente “disconnesso” e illusorio (venerdì 17 gennaio ore 21 e, in aggiunta e “Fuori Abbonamento”, sabato 18 gennaio ore 21).

Il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro presenterà poi lo spettacolo fedeli d’Amore, interpretato da ERMANNA MONTANARI che ne è anche ideatrice insieme a MARCO MARTINELLI. Nella nebbia di un'alba ravennate del 1321, Dante Alighieri, profugo, è sul letto di morte, e la sua carne che si spegne è aggredita da visioni e lampi: il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia sé stessa, l’apparizione di Antonia - sua figlia - e l’intima certezza di una fine che non è una fine. In una scena generata da un’alchimia vocale, sonora, visiva e drammaturgica capace di fondere psiche e mondo, si evoca Dante nell’abbracciare una sola salvezza: Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera ed eleva (martedì 28 gennaio ore 21 al Teatro Diego Fabbri).

Storia di un oblio con VINCENZO PIRROTTA è un monologo teso, feroce, una prosa pudica e vera, fritto della co-produzione di Accademia Perduta e Società per Attori. Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Questo scarno fatto di cronaca è raccontato da Laurent Mauvignier in un lungo racconto, una sola frase che ricostruisce la mezz’ora in cui è insensatamente raccolta la tragica fine di un uomo. Teso quasi allo spasimo nel resoconto minuzioso di una morte assurda, il flusso di parole raduna impercettibilmente tutti i temi cari a Mauvignier. E torna così il suo sguardo purissimo su un universo di “umili” che la scrittura rigorosissima accoglie senza una briciola di retorica, senza un’ombra di furbizia. A dare voce al testo un attore di rara sensibilità e potenza come Vincenzo Pirrotta, guidato dalla regia di un maestro del teatro e del cinema, Roberto Andò (mercoledì 26 febbraio ore 21).

La lingua neolatrina è il brillante monologo cucito su misura per le qualità “matt-attoriali” di IVANO MARESCOTTI dalla penna di Maurizio Garuti. L’argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno. Da “un attimino” a “piuttosto che”, da “mi fa morire” a “non me ne può fregare di meno”, da “lato B” a “tirarsela”, da “in qualche modo” a “quant’altro”, da “fare sesso” a “fare un passo indietro”, da “mi piace” a “non ci posso credere”, da “strage sfiorata” a “fake news”, ecc. ecc. Un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari (venerdì 27 marzo ore 21).

Il palcoscenico del Piccolo ospiterà poi lo spettacolo Saluti da Brescello, scritto e diretto da MARCO MARTINELLI, prodotto dal Teatro delle Albe/Ravenna Teatro e interpretato da LUIGI DADINA e GIANNI PARMIANI. Sulla scena le statue di Peppone e Don Camillo, come quelle che si fronteggiano in Piazza Matteotti a Brescello, in provincia di Reggio Emilia. Sono lì dal 2001, opera dello scultore Andrea Zangani: Don Camillo sorridente con la mano alzata in segno di saluto; Peppone con fazzoletto al collo e con la mano destra, che tiene il cappello, alzata in segno di saluto. In Piazza si fronteggiano; sulla scena sono voltate verso gli spettatori e pare stiano salutando loro. Saluti da Brescello parla di un’Italia che sta cambiando, di una regione che si credeva avere tutti gli “anticorpi”, ma che non è risultata immune dalla corruzione. Le statue di Peppone e Don Camillo raccontano, in un onirico dialogo notturno, la vicenda realmente accaduta a Donato Ungaro, vigile a Brescello e licenziato senza giusta causa per le sue denunce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel paese (sabato 4 aprile ore 21).

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Maura Capanni (Corrispondente settore cultura)
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