ECONOMIA e FINANZA
Articolo

Tempo di pagelle per l’Europa

27/02/15

Se un paio di giorni fa abbiamo parlato di Tsipras e dei suoi problemi nel fornire all’Unione Europea il piano di stabilità per la Grecia (potete trovare tutte le informazioni necessarie nell’articolo “La Grecia ha chiesto un giorno in più“), ieri è passata sotto la lente dell’Unione la nostra nazione.

FotoItalia, Germania e Francia: tutte queste le nazioni sono passate sotto gli occhi vigili dell’Europa, che ha analizzato le cosiddette leggi di stabilità di tutti i paesi.

I risultati da parte dell’Europa

Promosso quasi del tutto a pieni voti il Bel Paese, che riesce così a salvarsi dalla procedura per debito eccessivo. Il via libera alla legge voluta da Renzi è quindi incondizionato; oltre a ciò l’Unione ha anche fatto i suoi complimenti per le “lodevoli riforme” poste in essere dal governo.

L’Italia rimane, però, ancora sotto sorveglianza: causa di ciò il pesante debito derivato dal 2014, oltre ad altri “squilibri eccessivi”.

Il premier Renzi però evita eccessive manifestazioni di giubilio, definendosi però soddisfatto di un risultato non scontato, anche se chiede poi di accelerare sulle riforme. Anche Pier Carlo Padoan apprezza il riconoscimento delle cosiddette riforme strutturali. Secondo la Commissione, infatti, lo sforzo in bilancio dello 0.25% è “sufficiente”.

Anche i nostri cugini francesi se la cavano, anche se per il rotto della cuffia: le contromisure che ha messo in atto la Francia le hanno permesso di ottenere altri due anni per scendere sotto il vincolo del 3%, anche se dovrà pagare il tutto a caro prezzo: la Commissione porrà infatti al paese obiettivi rigidissimi, lo monitorerà ogni due mesi e si annuncia pronta a sanzionare al primo errore. Parigi assicura che manterrà i suoi impegni.

La Germania è anch’essa sotto richiamo: secondo Bruxelles il suo surplus è troppo elevato e gli investimenti sono invece insufficienti, anche se la commissione si dichiara fiduciosa del fatto che la “locomotiva d’Europa” riuscirà a ricorreggere il tiro entro maggio, quando l’intera Europa dovrà presentare un nuovo piano.

Nonostante questi incoraggiamenti, il paese è sceso di un gradino la procedura per squilibri. Ora come ora non è richiesto alcun piano correttivo, proprio in virtù della fiducia dell’Unione verso le future riforme.

L’ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA

Nonostante le buone notizie sopra elencate, l’Italia rimane tra i 5 paesi su 28 ad annoverare eccessivi squilibri economici. Pierre Moscovici, commissario agli affari economici della UE, ha tenuto a sottolineare come l’Italia è nella stessa categoria in cui si trovava nel 2014, per questo motivo è cruciale l’attuazione delle riforme.

L’europa, ha poi chiarito Moscovici, non ha alcun dubbio sul fatto che il governo abbia preso la corretta direzione.

E tu? Pensi che l’Italia sia sulla strada giusta per uscire dalla crisi? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto!



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