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Comunicato Stampa

Traisci: buon umore vera "hard skill" dei nostri giorni. Parola di psicologo a colloquio su LinkedIn con Filippo Poletti e Monica Bormetti

08/04/21

A New Normal Live l’ideatore dell’ingegneria del buon umore, comico finalista di Italia's Got Talent nel 2012

FotoMILANO, 7 aprile 2021 – «Se non siamo di buon umore, non possiamo essere efficaci sul lavoro. Per questo le aziende devono investire sul benessere psicofisico dei collaboratori». A raccontarlo è Terenzio Traisci, psicologo specializzato nella gestione del buon umore, ex attore comico in tv: l’occasione è l’intervista online rilasciata al talk di LinkedIn, New Normal Live, condotto dal giornalista Filippo Poletti e dalla psicologa Monica Bormetti.

LE AZIENDE INVESTANO SUL BUON UMORE, “HARD SKILL” DEL LAVORO
«Poche aziende investono sul buon umore – racconta il professionista, comico finalista di Italia’s Got Talent nel 2012 –. Spesso viene indicata come una “soft skill”, in realtà è un’“hard skill”: se non siamo di buon umore, non riusciremo a essere efficaci come leader o nel fare calcoli o progetti». Oltre a curare la nostra mente, occorre tenere il corpo in esercizio fisico: «È una componente del lavoro – prosegue lo psicologo romagnolo su LinkedIn –. Se voglio lavorare, devo fare esercizio fisico, da cui dipende il rilascio della serotonina. Personalmente alterno esercizi aerobici con cinque minuti di scale al giorno a esercizi di rinforzo muscolare. Come insegna la ricercatrice Carol Hart, azioni ripetitive come la corsa fanno aumentare il ritmo respiratorio, permettendoci di portare più aria nei polmoni e, dunque, di aumentare la serotonina. Altrettanto importante è la ginnastica muscolare: tenere tonici i muscoli ci consente di abbassare l’infiammazione che richiama il cortisolo, l’ormone dello stress». Non a caso l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito la salute non solo come l’assenza di malattia, ma anche come la capacità di «usare in modo ottimale la nostra mente e il nostro corpo. Quando stai bene, lavori bene», tira le somme Traisci.

FELICEMENTE STRESSATI: SERVE EQUILIBRIO TRA SEROTONINA E CORTISOLO
Tornando alla mente – analizza Traisci –, «una delle condizioni per gestire lo stress sul lavoro è il buon umore, che non vuol dire essere euforici, fuori dalle righe o eccitati. La serotonina è il neurotrasmettitore responsabile del nostro buon umore: è una sorta di maestro d’orchestra che regola le nostre reazioni emotive». Il segreto per affrontare situazioni complesse sul lavoro sta nel trovare il “giusto equilibrio” tra cortisolo e serotonina: «Se c’è troppo cortisolo, siamo stressati in modo negativo. Se c’è serotonina nella giusta quantità con altri neurotrasmettitori come l’ossitocina, possiamo affrontare le difficoltà “felicemente stressati”. La vittoria personale a Italia’s Got Talent nel 2012 fu quella di essere, in prima serata su Canale 5 di fronte a 8 milioni di spettatori, lucido e performante in una condizione di stress».

CONDIVIDERE LE DIFFICOLTÀ PROFESSIONALI CI FA STARE MEGLIO
Ci sono, infine, almeno altri due suggerimenti di Traisci su come far fronte allo stress: da una parte l’unione delle forze e dall’altra l’interpretazione della tensione emotiva come un’opportunità. «Una ricerca dell’università del Wisconsin conclusa nel 2012 – nota il professionista in collegamento da Cervia –, ha dimostrato che quando si condivide una situazione di difficoltà con altri, aumenta l’ossitocina. Non a caso si dice “l’unione fa la forza” e “mal comune mezzo gaudio”: insieme agli altri, infatti, ci si sente più forti e si affronta positivamente lo stress». Esiste, poi, un’altra modalità di combattere la tensione: «Solitamente si pensa che lo stress possa essere affrontato con la fuga o stando fermi – conclude Traisci a “New Normal Live” –. Possiamo canalizzare la tensione in modo diverso, trasformando lo stress in un’opportunità. Se interpretiamo quello che facciamo come una sfida, possiamo affrontarla positivamente. Lo stress, in questo caso, ci porterà ad avere una reazione di sfida e non di minaccia: al posto di andare in “vasocostrizione”, pronti a ricevere l’attacco, andremo in “vasodilatazione”, facendoci aiutare dagli ormoni. Dipende tutto da noi: se pensiamo che non saremo in grado di gestire una sfida, avremo una reazione di minaccia».



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