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Troppe mansioni lavoro

12/09/19

Incombenze e compiti eccessivi affidati dal datore di lavoro: quali rimedi per il dipendente?

FotoNormalmente, la prima conseguenza del carico eccessivo di incombenze è il mancato rispetto della normativa in materia di orario di lavoro.
Ricordiamo che le disposizioni principali del decreto in materia [1], valide per la generalità dei dipendenti, dispongono che:

> il lavoratore ha diritto ad almeno 11 ore di riposo giornaliero, normalmente consecutive;
> il lavoratore ha diritto a 35 ore di riposo settimanale (24 ore più 11 ore di riposo giornaliero), come media in 14 giorni, normalmente consecutive e di regola coincidenti con la domenica;
> l’orario di lavoro settimanale normale è pari a 40 ore, l’orario massimo non può eccedere le 48 ore (come media in 4 mesi);
> il lavoratore ha diritto a 4 settimane di ferie l’anno;
> il lavoratore, se l’orario eccede le 6 ore, ha diritto a una pausa giornaliera minima di 10 minuti.

L’affidamento di un carico di lavoro eccessivo, come inizialmente osservato, mette a rischio la salute e la sicurezza del lavoratore, ed eventualmente, in base alle mansioni svolte, di chi gli sta intorno o interagisce con lui.
Anche l’organizzazione del lavoro, difatti, è un aspetto fondamentale che deve essere considerato dal datore di lavoro nella valutazione dei rischi e nel Dvr (documento di valutazione dei rischi)
Chi lavora di più è retribuito di più? Il lavoratore ha il diritto di essere retribuito in base alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto. La retribuzione del lavoratore dipendente, nella generalità dei casi, è a tempo, cioè si basa sull’orario di lavoro svolto e sul livello d’inquadramento.
Ci sono però altre forme di retribuzione, come quella a cottimo: in questo caso, il lavoratore viene retribuito in base alla quantità di lavoro prodotto. Normalmente, la retribuzione a cottimo si applica agli operai e costituisce un’integrazione della retribuzione a tempo.

Come sapere se il carico eccessivo di mansioni configura, nel concreto, il reato di sfruttamento?
Bisogna far riferimento ai cosiddetti indici di sfruttamento, nei quali rientrano:

> la reiterata corresponsione di retribuzioni nettamente inferiori rispetto a quelle previste dai contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale, o comunque sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;
> la ripetuta violazione della normativa sull’orario di lavoro, sui periodi di riposo, sul riposo settimanale, sull’aspettativa obbligatoria e sulle ferie;
> l’accertamento di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
> la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti.

Sintesi articolo pubblicato sul sito laleggepertutti.it redatto dal Dott.ssa Noemi Secci



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