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Turismo post-Covid: le destinazioni italiane si reinventano con esperienze su misura

Due sono i fattori che sono e saranno sempre di più alla base delle preferenze dei turisti al momento per scegliere le destinazioni: benessere fisico e psicologico, e personalizzazione. Le traduzioni di queste tendenze sono le well being destinations, le boutique destinations, le destinazioni green e le destinazioni creative per rigenerarsi e rivitalizzarsi. Cresce la voglia di esperienze su misura per vivere e sentire il territorio e il desiderio di sostenibilità. Sul lato investimenti, emerge il bisogno di puntare su infrastrutture e connessione.
del 30/06/20 -

Dal turismo di massa e di nicchia, a quello esperenziale e motivazionale. Negli ultimi anni, e in particolar modo negli ultimi mesi, il mondo del turismo ha subito una rivoluzione.

Cosa accadrà da oggi al 2025? Quali tipologie di destinazioni turistiche richiederà il mercato? A queste domande ha voluto rispondere la conferenza digitale organizzata il 29 giugno, all’interno della rassegna ‘Tempo di Rinascita - Scenari, idee, progettualità’, ideata dall’agenzia di comunicazione DOC-COM per riflettere a più voci sul mondo che sta cambiando.

“Nel post-Covid, il settore del turismo sta vivendo un grande cambiamento – sottolinea Josep Ejarque, Amministratore Unico FTourism & Marketing, tracciando una panoramica dell’evoluzione della domanda – Fino agli anni Duemila la domanda era prevalentemente territoriale: si andava in vacanza in una località per visitarla e godere del riposo e delle occasioni di divertimento e le uniche due tipologie di destinazioni turistiche erano le destinazioni di massa e le destinazioni di nicchia. Oggi assistiamo alla crescita della domanda di turismo motivazionale, un trend presente già prima della pandemia, che subirà un ulteriore incremento nei mesi e negli anni a venire. Si può parlare di una tendenza all’uberizzazione del turismo, in cui innovazione tecnologica e sharing economy hanno un ruolo importante. Il turismo diventa quindi esperienziale e ha come parole d’ordine “vivere, sentire”. Anche le motivazioni e gli interessi dei turisti cambiano: si assiste oggi a una voglia di fuga dall’agglomerazione, alla ricerca di luoghi ed esperienze che rispecchino i valori personali e a un maggiore individualismo. Anche le destinazioni si modificano in maniera verticale e si trasformano in boutiques destinations, well being destinations, destinazioni green e destinazioni orange. Di particolare interesse per l’Italia sono le well being destinations, che rispecchiano un modo olistico di viaggiare che integra salute fisica e mentale, che ricerca la longevità, l’elevazione della coscienza, della spiritualità e la connessione con la comunità, la natura o il divino. In questa tipologia di destinazioni prevalgono la voglia di ricaricarsi, rilassarsi, riconnettersi e rivitalizzarsi. Le destinazioni green riprendono varie forme di turismo direttamente connesse alle risorse rurali, in cui la cultura rurale rappresenta la componente più importante insieme alla sostenibilità. La voglia di fare esperienze diverse è al centro della proposta delle destinazioni orange, che si fondano sul cosiddetto turismo creativo, fornendo un legame con le popolazione locale. Infine ci sono le boutique destinations, che rispondono in maniera accurata alle richieste di un determinato segmento della domanda”.

Marco Berchi, giornalista de La Stampa e La Repubblica ha fatto il punto sul tema più caldo del settore, quello dell’esperienza: “Vorrei provare a dare una definizione di esperienza, che è ‘vivere ciò che ci fa crescere’. In questa breve frase c’è tutto il senso della ricerca a cui assistiamo in questi mesi. L’esperienza, soprattutto nel turismo, non è mordi e fuggi, ma è cercare di capire il senso delle località che visitiamo e viviamo.
La richiesta di esperienze, forse in modo inconsapevole, va nella direzione di vivere più intensamente e capire più intensamente, aggiungendo un supplemento di umanità. La vacanza è certamente un momento di evasione, divertimento, gioia e riposo ma non è fuga e alienazione, temi che invece ritroviamo a volte nelle nostre metropoli e sui nostri posti di lavoro. Il turismo diventa così un momento di verità più profonda, in cui essere pienamente se stessi. Dopo bel viaggio, infatti, si torna a casa più consapevoli e più interessati alle nostre radici”.

La sostenibilità sarà ancora una volta il tema cardine su cui ruoteranno le esperienze turistiche, anche in occasioni di grandi eventi. Renzo Bortolot, Presidente della Magnifica Comunità del Cadore, ha raccontato come il territorio cadorino si sta preparando alle Olimpiadi del 2026 che vedranno Cortina in prima linea: “Un’istituzione con 700 anni di storia come la nostra che raggruppa 22 Comuni non può non puntare sulla sostenibilità: abbiamo dato vita perciò al Green Deal Cadore 2030, un piano in cui abbiamo fatto rete per la promozione territoriale mettendo insieme il tessuto culturale, le imprese e il terzo settore. Nel prossimo decennio vivremo infatti una serie di appuntamenti che saranno una grande attrattiva per il nostro territorio, come i Mondiali di Sci, i Mondiali di Canoa e infine le Olimpiadi. Il nostro obiettivo è accogliere questi grandi eventi mantenendo la nostra identità e portando i visitatori a vivere esperienze locali, culturali e sostenibili”.

Dalla Sardegna arriva l’esperienza di come si costruisce una well being destination, raccontata dal sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci: “Nella nostra isola il turismo è sempre stato trainato dalla ‘destinazione Sardegna’ ma oggi vogliamo promuovere e raccontare il nostro territorio come “isola nell’isola”, una destinazione del benessere in cui rigenerarsi ed entrare in contatto con le bellezze naturali, che possono garantire alla nostra comunità un nuovo avvenire dopo il ridimensionamento delle miniere del Sulcis. Abbiamo quindi studiato come presentarci per far emergere l’immagine di destinazione sicura e abbiamo lavorato molto sugli spazi pubblici, elaborando una segnaletica che potesse dare l’idea di un luogo sano e sicuro. Anche il coordinamento delle strutture ricettive è stato oggetto di lavoro e oggi grazie a canali di comunicazione diretta siamo in grado di dare supporto ai nostri operatori sul territorio, mentre per i turisti è stata realizzata una web app che 2-3 volte al giorno comunica numero presenze nelle spiagge. E anche se la stagione quest’anno è partita in ritardo siamo pronti ad accogliere i visitatori con un prodotto turistico che è un’isola in cui si possa sperimentare la giusta connessione e allo stesso tempo la disconnessione dal mondo reale, per assaporare un’esperienza fuori dal classico stereotipo della vacanza in Sardegna”.

Dal turismo di massa alle boutiques destinations: l’esperienza di Matera è un esempio calzante per raccontare il cambiamento della proposta turistica in una città. Ne ha parlato nel suo intervento Gino Marchionna di Matera Collection: “Nel post pandemia abbiamo la possibilità di ripartire dall’anno 0, lavorando sui dati che riusciamo a raccogliere per creare esperienze sempre più su misura. Per noi è importante conoscere non solo i numeri di arrivi e partenze, ma anche elementi come il prezzo medio per turista, e soprattutto la capacità di carico della città, in modo da prendere le migliori decisioni sia sugli investimenti pubblici, sia sulle attività private.
Le persone vengono a Matera per vivere la città e offrire loro sistemazioni che siano diverse – come i 7 caratteristici boutiques hotel del nostro gruppo, che possono contare su 104 camere per circa 500 metri, in una sorta di albergo diffuso – è per noi fondamentale. È necessario innovare l’esperienza del viaggiatore, e lavorare insieme per dire stop ai fenomeni nocivi del turismo come l’abusivismo. Diventa quindi importante formulare un piano strategico e una serie di azioni operative a breve, medio e lungo termine, per ripensare il turismo in maniera ottimale per visitatori e residenti”.

Gherardo Manaigo, Presidente del Distretto turistico delle Dolomiti bellunesi che raccoglie 64 comuni, ha sottolineato l’importanza di investire nelle infrastrutture per innovare la proposta turistica delle località: “Per gli eventi dei prossimi anni, come le Olimpiadi del 2026, abbiamo l’obbligo di progettare gli eventi in maniera green. Questo significa soprattutto recuperare spazi, come hotel e aree ricettive, che sono abbandonati o in disuso, per evitare di costruire nuovi edifici che non avranno una collocazione determinata dopo la fine degli eventi. Dobbiamo dedicare anche una maggiore attenzione ai collegamenti ferroviari, stradali e aerei con i grandi hub come Milano, Venezia e Verona, potenziando il ruolo dei piccoli aeroporti ora dismessi. La necessità di connessione, infine, è emersa prepotentemente durante il lockdown e ci ha fatto capire come sia fondamentale offrire ai turisti una buona rete internet e un’ottima copertura telefonica”.

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