ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

È tutta colpa del gorilla. Dal caso Eichmann alla dissociazione: vita quotidiana e pratica clinica

06/02/18

Perché è tutta colpa del gorilla? Cosa c'entra la dissociazione con "La banalità del male" di Hannah Arendt e il processo di Eichmann? Cosa unisce mentalizzazione, processi dissociativi, riflessioni sul "male" e la discussione di un caso clinico di un paziente delirante? A queste e ad altre domande risponderemo nel corso della Giornata di Studio che si svolgerà a Roma il 17 febbraio 2018 presso il centro Congressi dell’Hotel Villa Eur (P.le Marcellino Champagnat, 2).

FotoL'11 aprile del 1961 si tenne a Gerusalemme un processo particolarmente delicato, quello ad Adolf Eichmann. Catturato dal Mossad in un sobborgo di Buenos Aires, Eichmann fu considerato uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista. Il processo ebbe una risonanza eccezionale e riavviò il dibattito non solo sulla Shoah ma anche sul ruolo e sulle responsabilità individuali rispetto agli eccidi messi in atto.
«A quel processo – ci ha ricordato il dott. Angelo Pennella, presidente IntegralMente – assistette come inviata del "New Yorker" Hannah Arendt che riuscì a cogliere, ascoltando Eichmann, quanto il “male” possa essere profondamente “banale”». «La violenza e le atrocità – aggiunge Pennella – possono essere il frutto di un’incapacità a pensare e vivere le emozioni, sia quelle proprie che quelle dell’altro. Se si ha questa incapacità, tutti noi ci trasformiamo in semplici oggetti a cui è possibile fare di tutto. In un periodo in cui la cronaca ci consegna episodi di estrema violenza dobbiamo chiederci cosa ci renda umani e su questo la psicologia è fondamentale.»
La Arendt propose l'idea di un “male” sostenuto da un pensiero superficiale, concreto, fondato su clichés e incapace di cogliere nessi ed implicazioni emotive. Aspetti di cui i recenti studi sui deficit di mentalizzazione, sul trauma e sulla dissociazione patologica hanno confermato l’importanza.
«Abbiamo lavorato molto a questa Giornata – racconta il dott. Pennella – ed abbiamo coinvolto un gruppo di colleghi, tra cui mi limito a ricordare il prof. Massimo Grasso, la prof.ssa Andreassi, la dott.ssa Possenti, il dott. Pietro Stampa, che condividono con noi l’idea che si debba promuovere un “pensiero emozionato” e la capacità di cogliere la nostra e l’altrui complessità. Se la mente si rinchiude e perde la capacità di sviluppare nuove connessioni e integrazioni, perdiamo, di fatto, la nostra umanità.»

Dott. Angelo Pennella
348.3051064
presidenza@integralmente.org
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