SOCIETA
Comunicato Stampa

Una befana solidale e sostenibile: Cupper ha regalato 1400 box di tè e infusi biologici ad amici dei bambini

11/01/21

Garante di sostenibilità dell'iniziativa è la design agency Esther Burton #BeRight. Il presidente di Ai.Bi.Marco Griffini: "Anche quando tutto si ferma l'accoglienza deve andare avanti"

FotoTra incertezze e zone a colori la Befana è arrivata anche quest’anno. In groppa alla scopa della Befana e, mosso dalla volontà di fare un gesto benefico a favore di chi ha più bisogno, Cupper, famoso marchio di tè e infusi biologici, ha regalato oltre 1400 confezioni natalizie ad Ai.Bi, l’Associazione Amici dei Bambini. Cupper è da sempre un brand vicino alle persone e alle loro necessità. Nasce dall’amore di una coppia inglese per il buon tè e dalla promessa di un approvvigionamento etico e di una produzione naturale.

“Siamo lieti di poter portare, con questo piccolo gesto, la magia della Befana alle famiglie che si impegnano ogni giorno per garantire ai bambini un futuro migliore. – afferma Simone Salvioni, Responsabile Marketing di Cupper - Si tratta per noi di valori molto importanti che sono anche il riflesso della nostra filosofia fondata sul principio dell’amore per il Pianeta e la sua salvaguardia”
Fondato su un grande senso etico e su una costante ricerca di sostenibilità, Cupper infatti, offre dal 1984 solo prodotti pregiati e certificati BIO dalle bustine non sbiancate e dal packaging completamente biodegradabile. Oggi è il primo marchio di tè Fairtrade del mondo: sono oltre 150 le differenti varietà di tè prodotte e vendute dal brand in oltre 50 Paesi, una gamma completa ed esclusiva che va dai Tè Neri ai Bianchi, dalla linea dei Verdi agli infusi naturalmente privi di teina di erbe e frutta, ideale per ogni particolare stato d’animo o momento della giornata.

Cupper ha da poco lanciato sul mercato le sue nuove box natalizie con 24 infusi biologici 100% naturali e vegan con erbe, frutta, spezie e fiori. E ha deciso di portare un po’ del colore e dell’allegria delle sue confezioni e dei suoi tè alle famiglie di Ai.Bi.- Associazione Amici dei Bambini: un’organizzazione non governativa costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie. Dal 1986 Ai.Bi. lavora ogni giorno al fianco dei bambini ospiti negli istituti di tutto il mondo per combattere l’emergenza abbandono. Oggi Ai.Bi. nel mondo è presente in 33 paesi, con sedi operative in Europa dell’Est, Americhe, Africa e Asia.

Destinatari, in particolare, di questa donazione, sono i minori dei centri di servizio alle famiglie “Pan di Zucchero” di Amici dei Bambini dislocati sul territorio nazionale - Salerno, Barletta, Bolzano, Roè Volciano (BS), L'Aquila, San Giuliano Milanese (MI), Monghidoro (BO) – oltre ai bimbi e alle mamme ospiti delle comunità mamma bambino dell'associazione, beneficiari della campagna “#Continuiamodaibambini. L'accoglienza non si ferma”, nata per sostenere il diritto a un'infanzia serena ai minori più fragili anche nell'attuale contesto pandemico.

Garante di questa iniziativa è la design agency Esther Burton #BeRight, che fonda azioni e scelte sui principi di cooperazione, sostenibilità ed inclusione. L’agenzia, che considera tali valori irrinunciabili nella società e princìpi fondamentali per lo sviluppo della comunità all’interno della quale opera, attraverso il progetto #BeRight, sostenuto della propria rete di stakeholders, garantisce una destinazione nobile agli oggetti provenienti dall’allestimento di eventi e promuove l’economia circolare.

“Desidero ringraziare Cupper e Esther Burton #BeRight – commenta il presidente di Ai.Bi. - Amici dei Bambini, Marco Griffini – perché, anche in una situazione difficile come quella che tutti stanno vivendo, non hanno lesinato i propri sforzi a favore di chi non ha voce: i bambini in difficoltà famigliare. Questo, per loro, è stato un anno particolarmente duro e difficile, privati della scuola, delle amicizie, del gioco. Grazie allo sforzo di realtà come Cupper ed Esther Burton #BeRight ci è stato possibile garantire loro, in tutti questi mesi, la nostra vicinanza. Perché, anche quando tutto si ferma, l'accoglienza deve andare avanti”.



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