Una guida a AMP, Accelerated Mobile Pages

AMP è l' acronimo diAccelerated Mobile Page: si tratta di un progetto realizzato da Google, che vuole favorire la velocità di risposta e caricamento delle pagine e articoli di siti e blog.
del 23/03/17 -

Fateci caso, ma quando siete da mobile e state cercando qualche contenuto noterete spesso che gli articoli meglio posizionati hanno la sigla AMP. Ebbene, questo acronimo sta per Accelerated Mobile Page: si tratta di un progetto realizzato da Google, che vuole favorire la velocità di risposta e caricamento delle pagine e articoli di siti e blog.

David Besbris, che ha lanciato AMP l’anno scorso, ha dichiarato durante la conferenza di presentazione che “Ogni volta che un articolo ci mette troppo tempo per raggiungere un lettore, quel lettore è perso”.

In concreto, come funziona questo strumento?

Provate a fare una ricerca su Google dal vostro smartphone: noterete che i risultati sul vostro display saranno presentati in versione AMP, e cioè privi di tutti i javascript (animazioni, effetti, meta testo ecc) per offrire così un’esperienza diretta, pulita e senza elementi superflui e inutili. In questo modo le pagine si caricano, in media, quattro volte più velocemente.

L’obiettivo di questo progetto Google - a cui hanno aderito molti editori da ogni parte del pianeta – è far tornare protagonista solo ed esclusivamente il contenuto e quella che è la sua fruizione: una presa di posizione netta da parte del colosso californiano, che sembra ancora una volta ribadire come la qualità del contenuto sia importante anche in ottica SEO. E’ logico: possiamo parlare per ore di strategie di posizionamento, link building, meta description e plugin, ma se i contenuti sono pessimi allora tutti gli altri discorsi lasciano davvero il tempo che trovano. I lettori sono molto soddisfatti di questa tecnologia: le pagine si caricano in maniera più spedita. La cosa interessante è che si tratta di un progetto aperto a chiunque lo voglia utilizzare oppure decida di non farlo.

Tra le testate internazionali che hanno sposato Amp ci sono tra le altre il New York Times, il Washington Post, Buzzfeed, mentre tra le piattaforme digitali, le società tecnologiche e i social network ecco che in questi mesi Twitter, Pinterest, Linkedin, Wordpress, Parse.ly e Chartbeat lo hanno utilizzato con ottimi risultati.

AMP: come inserirlo sul proprio sito?

Gli utenti cercano contenuti, ed è per questo motivo che tornano ad essere centrali: anche a noi capita di avere a che fare con aziende e brand intenzionati ad adottare una strategia SEO e social, e ogni volta alla fine il discorso va sui contenuti. Ecco, il resto senza i contenuti non vale nulla.

Ma come inserire l’estensione AMP sul proprio sito?

Facendo riferimento a Wordpress, basta scaricare il plugin AMP for Wordpress: installate quello e anche “Glue for Yoast SEO AMP” se avete appunto SEO by Yoast e utilizzarlo sulle pagine AMP.

Insomma, in conclusione possiamo dire che, al netto del gran polverone che si è alzato successivamente alla presentazione di AMP, questo strumento va solo a vantaggio dell’utente.
E’ un tipo di tecnologia utile, e da mobile i lettori sentivano davvero il bisogno di una comodità del genere: è vero, gli editori inizialmente hanno pensato alle mancate conversioni e alle logiche di guadagno, ma con AMP l’esperienza dell’utente è notevolmente migliorata: si naviga in maniera più lineare, senza aspettare un’eternità perché una pagina si apra e almeno quando siamo da mobile non siamo investiti da mille elementi che non ci interessano.

Quindi il nostro consiglio è di utilizzare AMP anche per il vostro sito, se possedete un blog o un sito che pubblica news. Anche dal punto di vista della SEO i vantaggi sono notevoli.



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