Export macchine agricole: attuale situazione e prospettive per il 2014/2015

Il settore italiano della produzione di macchine agricole è in buona salute. E, come già accade per una buona parte dei settori produttivi italiani, ha un destino che non può che essere legato a doppio filo con il commercio estero, in grado di garantire all’Italia il ruolo di second player mondiale nel settore agromeccanico (alle spalle degli Stati Uniti), con oltre 300 aziende specializzate ad elevato tasso di applicazione tecnologica e innovazione, e un valore della produzione che sfiora gli 8,3 miliardi di euro (di cui quasi la metà sui mercati esteri).
del 18/11/14 -

Ma come sta il settore agromeccanico italiano? E quali sono le prospettive di breve termine? Cominciamo a rispondere alle due domande gradualmente. Per aver una primaria risposta, sottolineava pochi giorni fa il quotidiano Il Sole 24 Ore, “basta girare tra i padiglioni di Eima International, la rassegna biennale organizzata da Bologna Fiere e FederUnacoma (la Federazione nazionale dei costruttori di macchine agricole). Una manifestazione che in questa 41esima edizione da record vede presenti oltre 1.800 espositori di 45 paesi (visitatori da 122) e 60 delegazioni estere. Una platea di operatori e potenziali utenti in arrivo da tutto il mondo, evidentemente interessati a conoscere anche il top della meccanica agricola made in Italy”.
Ebbene, secondo le proiezioni della stessa FederUnacoma, l’export di macchine agricole dell'Italia, quest'anno, dovrebbe crescere in valore del 2%. Anche in questo caso – così come abbiamo avuto modo di vedere per altri settori produttivi – la crisi del mercato nazionale sembra aver spinto le imprese italiane a rimboccarsi le macchine e cercare nuovi mercati internazionali, dove la domanda di meccanica agricola italiana è apprezzata e competitiva.

“La nostra industria ha sempre beneficiato di un mix di fattori - spiega il presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni, sulle pagine dello stesso quotidiano - Dalla vocazione a produrre sul territorio eccellenze sul piano tecnologico e della ricerca, alla formazione di competenze e lavoro specializzati. Ma ora che il quadro di riferimento mondiale degli ultimi anni è radicalmente cambiato, si tratta di intercettare nuove aree dove l'agricoltura e la meccanica sono tutte da costruire”.

Introdotto quanto sopra, cerchiamo di comprendere quale sia lo stato d’animo del settore, con qualche panoramica sui dati fondamentali. Stando agli ultimi dati Istat, il settore produce macchine agricole per circa 8,3 miliardi di euro, con 1.947 imprese (di cui, un sesto ad altissimo tasso di specializzazione) e oltre 30 mila persone impiegate. La propensione all’export del settore si aggira intorno al 45%, 5 punti percentuali in più della media della propensione all’export del manifatturiero italiano, a conferma della tendenza internazionale del comparto.

La bilancia commerciale di settore è estremamente positiva.
Eccezion fatta per il periodo 2008/2009, la tendenza di crescita dell’export ha garantito un saldo positivo particolarmente evidente, e oggi in grado di aggirarsi oltre i 3 miliardi di euro.
Per quanto invece concerne l’export per singole regioni, a far la parte del leone è il Centro Nord Italia: Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Marche e Piemonte sono le prime cinque regioni per commercio estero. Per quanto riguarda le singole province, da quelle di Reggio Emilia, di Ancona e di Bergamo, parte circa un terzo di tutto l’export italiano.
Analizzando i Paesi di destinazione, si scopre una forte polarizzazione verso i mercati europei (soprattutto Francia, Germania, Polonia, Spagna), con la sola eccezione statunitense (che rappresenta il terzo singolo mercato per export). In termini di macroaree, l’Europa Occidentale assorbe quasi la metà dell’export, i nuovi Paesi UE il 12%, il resto d’Europa il7,1%. All’area NAFTA spetta invece una quota dell’11,6%.



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